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13 Marzo 2025 - 06:00
Lorena con il papà e la mamma prima dell'operazione e oggi
La mia storia inizia nel luglio del 2014. Studentessa universitaria, impegnata nella scrittura della tesi, inizio ad accusare forti mal di testa che non passavano con nessun farmaco. Un normale pomeriggio di sole, durante una passeggiata con mia mamma, accuso un malore che mi costringe ad un ricovero d'urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino. Gli esami inizialmente si concentrarono sul cervello per via dei forti mal di testa, ma poi emerse un problema renale: c'erano dei valori anomali che richiedevano ulteriori approfondimenti.
Nonostante la paura e la forte preoccupazione, discussi la mia tesi di laurea qualche giorno dopo e successivamente fui ricoverata per accertamenti all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
Mi sottoposi ad una biopsia renale che mi portò alla seguente diagnosi: glomerulonefrite membranosa, ossia un’infiammazione dei glomeruli renali caratterizzata da un ispessimento dei suddetti.
La malattia mi fu diagnosticata nella sua fase cronica e non poteva essere curata definitivamente, in quanto il danno era ormai irreversibile. I medici mi spiegarono che avrei potuto convivere con essa per molti anni prima di arrivare alla necessità di un trapianto di rene, data la mia giovane età e la buona risposta della terapia alla quale mi stavo sottoponendo.
Ma la situazione precipitò rapidamente. Dopo pochi mesi, la terapia sperimentale a cui mi ero sottoposta non diede più risultati, e il peggioramento mi portò in dialisi, un trattamento che sostituisce la funzione renale attraverso l’utilizzo di un macchinario.
I medici mi dissero che avrei dovuto sottopormi ad un trapianto di organo per poter riacquistare completamente la funzione renale e non dipendere da un macchinario.
Si prospettavano due possibilità: attendere un rene da un donatore deceduto oppure cercare un donatore vivente compatibile. I miei genitori si misero a disposizione immediatamente, ma per l’alta compatibilità fu “scelto” mio papà.
Dopo una lunga serie di esami medici, test psicologici e il nulla osta del giudice, il 24 febbraio 2016, presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, avvenne l’intervento. L’operazione riuscì perfettamente e finalmente ripresi in mano la mia Vita.
Dopo una convalescenza durata quasi un anno, tornai a studiare e mi iscrissi alla facoltà di Pedagogia dell’Università di Torino, dove due anni dopo mi sono laureata.
Oggi sono una Docente, il mio sogno nel cassetto fin da piccola, realizzato grazie all’amore incondizionato di un genitore per il proprio figlio.
Lorena con il papà nel giorno della laurea
A distanza di nove anni, il legame con mio padre è più forte che mai. Ancora oggi mi fa strano sapere che vivo con un organo di mio papà dentro di me. Ma questo mi fa capire quanto sia straordinaria la vita e quanto sia profondo il legame che unisce un genitore al proprio figlio. Non potrò mai dimenticare, in questa avventura, l’amore della mia famiglia e la vicinanza delle mie due più care amiche, senza di loro il percorso sarebbe stato difficilissimo.
In occasione della Giornata Mondiale del Rene, che quest’anno ricorre il 13 marzo 2025, il messaggio che voglio lanciare è quello di non provare spavento dinanzi ad una diagnosi di malattia renale con una prospettiva di trapianto di organo. A tal proposito, la prevenzione è fondamentale.
Le iniziative proposte dall’ASL TO4 per la Giornata Mondiale del Rene prevedono, presso l’Ospedale di Chivasso, dalle 14:30 alle 18:30, un evento che si terrà presso la Sala Congressi in Via Paolo Regis 42 dal titolo: “Come stanno i tuoi reni? Promuovere la diagnosi precoce per proteggere la salute dei reni”.
L'evento è gratuito ed è aperto a tutta la cittadinanza fino ad esaurimento posti. Al termine si potrà richiedere un consulto con il personale medico ed infermieristico della Nefrologia e Dialisi ASLTO4 al fine di chiarire eventuali dubbi o esporre delle questioni sull’argomento.
In contemporanea, presso l’Ospedale di Ciriè, si svolgerà l’iniziativa “Porte aperte in nefrologia” (dalle ore 9 alle 12 e dalle 13:30 alle 15), in cui si potranno effettuare controlli gratuiti per valutare la buona salute dell’organo. Tali controlli potranno essere effettuati gratuitamente e senza ricetta medica.
L'obiettivo principale della Giornata Mondiale del Rene è la prevenzione: “È fondamentale richiamare l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione delle malattie renali, sottolineando sempre più la necessità che tutti prendano coscienza dei fattori di rischio per le malattie renali e delle misure possibili per salvaguardare la salute dei reni e per rallentare l’evoluzione della malattia renale, se già in atto. Diventa quindi indispensabile il coinvolgimento di tutti i cittadini, dei medici di medicina generale, dei pazienti e delle loro numerose associazioni”.
Circa il 10% della popolazione è portatore di un danno renale di varia gravità, spesso ignorato; si stima che la malattia renale, nel 2019, abbia colpito più di 850 milioni di persone nel mondo, provocando oltre 3.1 milioni di morti, con un importante assorbimento di risorse (circa il 3% della spesa sanitaria).
In Italia, la malattia renale cronica (MRC) interessa circa il 7% della popolazione adulta e può colpire tutte le età, seppur con frequenza diversa.
Attualmente, la malattia renale rappresenta l’ottava causa di morte e, se non affrontata, si prevede diventerà la quinta causa entro il 2040.
Molte sono le misure preventive che possono salvaguardare i reni da un’evoluzione della malattia che, se non curata, può portare alla necessità di dialisi o trapianto.
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