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Ivrea

E' morto Giovanni Torra

Per anni ha documentato con le sue fotografie quel che capitava a Ivrea e dintorni

E' morto Giovanni Torra

In pochi sapevano che lui aveva quattro nomi. Si chiamava "Giovanni Francesco Ugo e Maria". Quattro nomi per rappresentare le tante sfumature di un uomo che amava i paesaggi, il mondo, i laghi, i fiumi, la montagna, la sua Ivrea, il Carnevale, la storia e, ogni giorno della sua vita, lo ha passato scattando fotografie, prima in bianco e nero e poi a colori.

Il 4 ottobre aveva compiuto 83 anni. E' morto venerdì sera Giovanni Torra, dagli anni '70 e fino al 1999, quando è andato in pensione, fotografo de La Sentinella e de La Stampa.

Il suo primo servizio? Le immagine della rapina all'Oreficeria Blessent, correvano gli anni '70. Da lì in avanti non s'è fermato più e sono migliaia gli scatti catalogati e archiviati nella sua casa del quartiere San Pietro, verso il lago Sirio.

Foto e negativi preziosamente custoditi dalla figlia Barbara Torra, nata e cresciuta con la stessa identica passione per le foto e che lo ha subito sostituito nelle collaborazioni con i giornali.

Amava la montagna che ha fotografato da tutte le angolazioni. Aveva fatto teatro ed era un cattolico decisamente praticante e gran frequentatore dei luoghi di fede, da Oropa a Prascondù.

Tra le amicizie che lo hanno segnato quella con Francesco Brizzolara indimenticato direttore de La Sentinella. Per lui seguì da vicino i terremoti che sconvolsero l'Italia, quello in Irpinia e del Friuli.

Si reco sui luoghi del disastro insieme agli aiuti raccolti perchè si voleva essere sicuri che non prendessero altre strade.

"Arrivederci Papá - scrive su Facebook la figlia Barbara Torra collaboratrice e fotografa de La Sentinella del Canavese - Sei stato un grande uomo che ha fatto grandi cose senza mai vantarsi e questo era uno dei tuoi punti di forza. Hai documentato la vita del nostro Canavese per anni con le tue splendide immagini. Sei riuscito, fin da giovanissimo, a raccogliere immagini e documenti di un’epoca che non c’è più e il tuo immane lavoro di ricerca e conservazione ha aiutato tante persone ad illustrare i propri libri, accrescendone il valore e l’importanza. La ricerca della luce e della qualità rendevano le tue foto vere, brillanti, a dir poco splendide. Grazie a tutto questo e a molte altre cose, che non sto a elencare ma che terró strette nel mio cuore, nessuno ti potrà dimenticare. Ho avuto l’onore di essere tua figlia, di lavorare con Te e affiancarti in un mondo che non esiste quasi più, di legami veri che si basavano sulla fiducia reciproca. Mi hai insegnato tante cose, la più importante “ mai vantarsi”, e ad essere forte, forse a tratti anche troppo, ma mi è servito per non arrendermi alle difficoltà della vita e a combattere per resistere. Aver vissuto insieme a Te quella parte di mondo e aver condiviso tantissime cose, sempre insieme, è stato splendido.
Ne abbiamo anche passate tante, uno accanto all’altra, molte difficili, come la perdita della persona più preziosa, la Mamma, che ora hai ritrovato. Abbracciala per me, come ti avevo sempre detto, non dimenticarti, e da lassù proteggi me e Monica, tutti i tuoi nipoti e la tua pronipotina e quanti ti hanno amato. Non ti ho perso: sei e resterai nel mio cuore, Papá!".

A Barbara le condoglianze di tutta la redazione de La Voce

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