Natale è quando il vero amore viene a dimorare nel tuo cuore. Gli argonauti Una leggenda formatasi sui racconti dei più antichi viaggi greci verso il Mar Nero, si arricchì di infinite tradizioni locali e di particolari novellistici ed ebbe numerosi riflessi anche nelle arti figurative. Nella forma più completa è narrata dal poema in 4 libri Le Argonautiche di Apollonio Rodio. Ma già prima se ne ha menzione in Omero e e più particolarmente in Esiodo. Tra gli scrittori latini il mito è trattato specialmente nelle Argonautiche, in 8 libri, di Valerio Flacco. Secondo il mito gli Argonauti sono degli antichi eroi greci, 55 per la precisone che, imbarcati sulla nave Argo, parteciparono al seguito di Giasone al viaggio dalla Grecia alla Colchide, attuale Georgia nel Caucaso, sulle estreme rive del Mar Nero, per la conquista del vello d’oro. Argonauti in greco vuol dire, i navigatori della Argo, costruita con l'aiuto della dea Atena: tra gli altri eroi erano presenti oltre a Giasone, Ercole, Orfeo, Castore e Polluce, Acasto, Anceo, Anfiaro, Calai Calai, Echione, Erito, Eufemo, Ida, Ifito, Ila, Linceo, Meleagro, Oileo, Peleo, Piritoo, Polifemo, Telamone, Zete, Mopso, Idmone per citare i più famosi. L'impresa degli Argonauti è una delle più affascinanti del mito greco. Il tema del viaggio sulla nave Argo e dell'avventura in tanti luoghi misteriosi si intreccia con quello della storia d'amore tra Giasone e Medea: dei ed eroi, ma anche una fanciulla dotata di straordinari poteri magici, agiscono su uno sfondo remoto e selvaggio, tra insidie mortali, mostri e prodigi. Ma faccimao un passo indietro, Pelia ha ingiustamente sottratto il trono di Iolco, in Tessaglia, al fratellastro Esone. Quando il figlio di quest'ultimo, Giasone, chiede che il regno gli venga restituito, Pelia pone come condizione che egli riporti in Tessaglia il vello d'oro del montone sul quale un giorno due giovani, Frisso ed Elle, erano volati via per scampare al padre Atamante che voleva sacrificarli. Elle era caduta nel tratto di mare che da lei prese il nome di Ellesponto, in greco mare di Elle. Frisso era invece giunto sulla costa orientale del Mar Nero, nella Colchide, l'attuale Georgia e lì il montone era stato sacrificato e il suo vello consacrato nel bosco del dio Ares, ben sorvegliato da un mostruoso serpente sempre vigile. Pur consapevole dei rischi, Giasone accetta. Il viaggio è pieno di pericoli. Gli eroi indugiano a lungo a Lemno, ove le donne, che avevano sterminato i loro mariti, li trattengono con le armi della seduzione. Si scontrano per un tragico errore con i Dolioni, che pure li avevano accolti ospitalmente. Perdono Ercole, che rimane in Misia in cerca del suo giovane servo Ila, rapito dalle Ninfe. Poi approdano nella terra dei Bebrici, ove Polluce in una gara di pugilato sconfigge e uccide Amico, violento re del luogo. Incontrano l'indovino Fineo e lo liberano dal tormento delle Arpie, ricevendone in cambio importanti consigli sulla prosecuzione del viaggio. Primi tra gli uomini riescono a passare indenni, con l'aiuto divino, lo stretto delle Simplegadi, rocce mobili cozzanti l'una contro l'altra, l'odierno Bosforo. Secondo una tradizione il nome di Ponto Eusino, antico nome del mar Nero, il nome Eusino, in greco ospitale, avrebbe sostituito il primitivo nome di inospitale, dopo il passaggio degli Argonauti. Poi sfuggono con un astuto espediente all'insidia degli uccelli dell'isola di Ares, che usano le loro penne come frecce, e giungono infine in Colchide presso il re Eeta. Eeta non respinge formalmente la richiesta di Giasone di riavere il vello d'oro, ma gli impone una prova di valore, certo che in essa l'eroe troverà la morte: aggiogare due possenti tori dagli zoccoli di bronzo e spiranti fiamme dalle narici, arare il duro campo di Ares, seminarvi i denti di un drago e uccidere i guerrieri che, all'istante, germineranno dalla terra. Giasone è sgomento, ma in suo aiuto interviene la figlia del re, Medea che, che, innamoratasi del giovane eroe, lo fortifica con le potenti arti magiche di cui è esperta, consentendogli così di superare la prova. Con un filtro la fanciulla addormenta poi il serpente posto a guardia del vello d'oro, e Giasone può facilmente conquistarlo. Inizia la fuga, lunga ed estenuante, con i Colchi che inseguono e con Medea che, una volta raggiunta, non esita a farsi complice di Giasone nell'uccisione del proprio fratello Apsirto. La nave Argo riattraversa il Ponto Eusino, il il Mar Nero, risale la corrente dell'Istro, il Danubio, si immette nell'Adriatico, poi attraverso l'Eridano, il Po, e il Rodano giunge nel mare Ausonio, Tirreno. Dopo una sosta al promontorio abitato dalla maga Circe, dove Giasone e Medea vengono purificati dell'uccisione di Apsirto, gli Argonauti toccano l'isola delle Sirene, passano tra Scilla e Cariddi e approdano all'isola dei Feaci, ove sono raggiunti nuovamente dai Colchi, ma il re Alcinoo li respinge dopo aver unito Giasone e Medea in matrimonio. Sbattuti sulle coste della Libia da una tempesta, gli Argonauti sono costretti a portare la nave sulle spalle attraverso il deserto. Riprendono il mare e giungono a Creta, dove Medea con la sua magia sventa la minaccia del gigante di bronzo Talos. Infine, dopo altre tappe, la nave fa ritorno in Tessaglia. Favria, 10.12.2018 Giorgio Cortese Vorrei che per ogni anziano ci fosse un pasto caldo ed un abbraccio. Per ogni bambino un giocattolo sotto l'albero. Per ogni famiglia la maggior sicurezza di poter far fronte alla vita in modo ancora dignitoso perché nessuno deve toglierci la dignità.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.