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SETTIMO. Dietro le quinte di un “corto” per capire l’arte e la creatività

SETTIMO. Dietro le quinte di un “corto” per capire l’arte e la creatività

Il “dietro le quinte” è diventato uno strumento per far apprezzare a dieci studenti settimesi la bellezza dell’arte cinematografica. Grazie al patrocinio della città di Settimo, la Compagnia fondata da Savino Genovese e Viren Beltramo ha accolto nel progetto i giovani settimesi offrendo loro l’opportunità di assistere alle fasi di realizzazione del film “L’uomo che non voleva uscire di casa”. Il risultato di questo lavoro è stato presentato al teatro Garybaldi nella mattinata di giovedì 22 novembre.

“Oggi i film si vedono anche sui cellulari, - spiega Barbara Buldrassi, regista del progetto di backstage “Storie corte dal corto” - e la tecnologia continuerà ad evolversi. Sono convinta che la sala esisterà ancora, perché la gente ha bisogno di stare insieme, condividendo la stessa esperienza e traendone energia per andare avanti”. “Storie corte dal corto” ed il backstage del cortometraggio “L’uomo che non voleva uscire di casa”, hanno fatto avvicinare gli studenti ad una realtà produttiva professionale. Il “dietro le quinte” è un luogo privilegiato, da cui osservare la nascita di un film. E’ un luogo segreto, solo per gli addetti ai lavori. Così, i dieci studenti della troupe di “Storie corte dal corto” sono entrati in contatto con la parte sia creativa che tecnica della produzione. I ragazzi, affiancati dai professionisti coinvolti (regista, scenografo, fuochista, attori…) hanno acquisito nuove competenze e realizzato prodotti di grande qualità attraverso processi creativi e partecipativi. Il cortometraggio è stato girato in parte in un paesino di montagna e in parte a Settimo Torinese. “Storie corte dal corto documenta il backstage ma non solo, - aggiunge Barbara Buldrassi - i giovani hanno intervistato cittadini settimesi in alcuni luoghi del territorio a partire dai temi affrontati in “L’uomo che non voleva uscire di casa”.  Il risultato è un intreccio di esperienze vissute, emozioni, ricordi, idee di futuro fortemente connessi con la città, una sorta di pot-pourri tra pubblico e privato, tra personale e politico”.

Il cortometraggio nei prossimi mesi verrà candidato a premi di diversi festival internazionali. I temi trattati nel corto “L’uomo che non voleva uscire di casa” esplorano sentimenti quali l’amore, la paura, il ricordo, l’abbandono. Per prendere consapevolezza di chi siamo e comprendere, in un mondo come il nostro sempre più veloce e in superficie, che l’istinto di molti è la ricerca della profondità.

La cosa più straordinaria è scoprire che ogni volta che ci si rivolge all’interno dell’essere umano, - spiegano gli autori - tutti si sentono più vicini, ci si riconosce gli uni negli altri, forse ci si sente meno soli proprio quando si accetta di esserlo”. La ricerca realizzata verte attorno alla contaminazione tra le arti: l’animazione, la musica, la fotografia e la recitazione.

Un’esperienza che merita di essere ripetuta

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