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24 Novembre 2017 - 09:55
Nella mattina di giovedì 16 novembre, a Chivasso, un gruppo di ambientalisti si è radunato in Corso Galileo Ferraris per opporsi all’abbattimento dello storico viale di tigli davanti all’ospedale. L’azione ha dato dei frutti, visto che alla fine è stato abbattuto un solo tiglio, quello più malato, e gli ambientalisti ne sono giustamente soddisfatti. Intanto, mentre loro erano a Chivasso, a Castagneto gli addetti del comune entravano in azione con le loro motoseghe e abbattevano tutti i bagolari di Piazza Rovere.
Anche qui, si tratta di una lunga storia. Una ventina di anni fa, o forse più, qualche genio del comune ha pensato di abbellire la piazza principale di Castagneto, nel tratto che va dalla rotonda al sagrato della chiesa, impiantando una fila di bagolari. Il bagolaro, come tutti sanno, è un bellissimo albero che cresce sano e dritto fino a raggiungere anche i venti metri di altezza. Ha una chioma densa e ampia, perfettamente tondeggiante e il legno, duro e resistente, viene usato per costruire mobili, o come legna da ardere. Una volta, i nostri nonni lo usavano per realizzare i manici di pale, picconi e attrezzi vari. Il bagolaro, però, ha anche un’altra caratteristica, per cui, sempre i nostri nonni, lo chiamavano “spaccasass”. E’ dotato di un poderoso apparato radicale, in grado di frantumare persino la roccia. Per i bagolari di Piazza Rovere è stato un gioco da ragazzi attaccare le lastre di pietra e i cubetti di porfido del tratto pedonale della piazza e trasformarlo in un percorso tipo montagne russe. Come conseguenza, ogni 2 o 3 anni, l’amministrazione in carica era costretta a rifare tutta la pavimentazione della piazza. Fino a quando, gli amministratori attuali, stanchi di spendere soldi inutilmente, si sono decisi ad abbatterli.
Come dar loro torto? Il problema però è un altro, sempre lo stesso, che si ripropone periodicamente: qualcuno fa delle scelte sbagliate e a pagare è sempre un innocente. Come la storia dei cinghiali. Nella nostra zona i cinghiali non c’erano. Qualcuno li ha introdotti e loro, trovandosi senza predatori, si sono riprodotti alla grande, nutrendosi dei frutti del bosco e dei raccolti di patate dei contadini. Alla fine, i cacciatori, a malincuore, si sono visti costretti a intervenire per abbatterne il più possibile. Non c’è giorno che chi si reca nei boschi della nostra collina per una passeggiata non si trovi i sentieri sbarrati per una battuta di caccia al cinghiale in corso. Voci insistenti parlano di allevamenti e macellazione clandestina di cinghiali. E adesso sembra sia in atto addirittura un’invasione di caprioli.
Messa così la cosa assume un aspetto comico, o grottesco, ma in realtà si tratta di un problema serio che riguarda la gestione del nostro territorio. Qualche giorno fa è venuta a Castagneto, a presentare un suo libro, la sindaca di Lauriano, Matilde Casa, nominata ambientalista dell’anno nel 2016. Nel suo libro, intitolato “Il suolo sopra tutto”, Matilde Casa insiste sul fatto che il nostro territorio, specie quello collinare, presenta dei problemi che possono essere risolti soltanto a livello sovracomunale, attraverso una collaborazione tra i vari comuni. Questo vale per tutto, a partire dal problema delle frane. Basta guardarsi intorno, ci sono frane dappertutto. I comuni non hanno i soldi per intervenire e mentre aspettano che arrivino i soldi della regione, in media una decina d’anni, si verificano altre frane. Ognuno però continua a pensare per sé, di proposte comuni per una corretta gestione del territorio non se ne vedono. Né si vedono progetti di ripristino e tutela del territorio. Sembra che qualche tempo fa, qualcuno a Castagneto abbia presentato una proposta per il recupero di una parte di territorio a rischio di frana, ma il progetto deve essere finito in fondo a qualche cassetto.
E le tante associazioni presenti nei nostri comuni cosa fanno? Sembra che tra loro sia in atto una gara a chi organizza più pranzi e cene, magari per fini benefici, qualcuna si spinge persino a organizzare qualche passeggiata nel bosco o un cineforum, ma nessuna è in grado di presentare uno straccio di proposta costruttiva, ambientale o di altro tipo.
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