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05 Ottobre 2017 - 09:30
“C’è l’Italia di San Mauro e poi c’è l’altra”.
Parte così l’invettiva del consigliere di Castiglione Antonio Serlenga contro l’amministrazione sanmaurese.
La settimana scorsa il consigliere si era reso protagonista di un’azione dimostrativa: insieme al comitato “Ponte subito” aveva posizionato una serie di striscioni su tutte le rotonde da San Mauro a San Raffaele per chiedere la riaprtura del ponte.
Passa qualche giorno e il sindaco di San Mauro decide di far rimuovere lo striscione tramite l’intervento dei vigili.
“L’amministrazione di San Mauro - ha attaccato Serlenga - dopo aver scoperto che non valeva la pena di polemizzare con città metropolitana ha deciso di rimuovere i nostri striscioni che segnalavano un disagio patito da tutti i cittadini della collina. Il sindaco Bongiovanni non ha trovato nulla di meglio da fare che rimuoverli, per altro con una motivazione assurda: ci hanno detto che impedivano la visuale, una cosa assolutamente assurda. Ivigili non si ricordavano nemmeno la legge che prescriveva la rimozione degli striscioni. Si tratta evidentemente di una scelta dettata dalla paura ma trincerarsi dietro la questione legale non ha nessun senso. L’amministrazione di San Mauro inizi ad occuparsi della città. Ci hanno messo sei mesi per fare l’onda verde e non l’hanno fatta neanche bene. Dove sono al governo applicano la legge dove guidano la protesta, come in Val Susa, mettono gli striscioni. Pare che nei 5 stelle funzioni così. Applicano la legge con i nemici e la intepretano con gli amici. Mi sembrano una setta, i nuovi testimoni di geova”.
E se è vero che a Serlenga e al comitato è stata elevata una vera e propria multa per aver messo gli striscioni in un posto non consentito dalla legge e altrettanto vero che ne stanno realizzando degli altri.
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