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TORINO. Fassino a Appendino: "città dinamica, non è Calcutta"

TORINO. Fassino a Appendino: "città dinamica, non è Calcutta"

Piero Fassino

All'Appendino consegno una Torino in piedi, dinamica e forte, non la Calcutta che lei ha descritto in campagna elettorale. Una città che in questi anni duri e difficili è stata governata". Il sindaco uscente Piero Fassino difende così, in conferenza stampa, il lavoro fatto dalla sua amministrazione. "Sono orgoglioso del lavoro fatto in questi anni, non ho lesinato energie al servizio di questa città - aggiunge -. Resterò in Consiglio comunale, farà la mia parte e darò il mio contributo". 

A chi gli chiedeva se in Consiglio comunale rimarrà come capogruppo dell'opposizione, Fassino ha risposto di ritenere che "sia bene che il capigruppo sia uno dei consiglieri eletti e credo sia giusto che, in coincidenza con la domanda di rinnovamento emersa dal voto, anche il nostro gruppo in Consiglio dia segni di innovazione e rinnovamento". Un gruppo, ha aggiunto il sindaco uscente che rimarrà dunque in Sala Rossa come consigliere, "ricco di personalità che hanno maturato esperienza e di forze nuove in grado di scegliere chi sarà il capogruppo, una scelta che io appoggerò".

Quanto al lavoro in Consiglio comunale Fassino ha sottolineato che "ci batteremo perché non vengano fatte scelte che compromettano i risultati raggiunti in questi anni, combatteremo una linea di soli 'no' e non avremo difficoltà a condividere ciò che sia utile per la città. Sarà l'opposizione di una forza che ha una cultura di governo. La città - ha concluso - non merita di veder compromesso quello che ha costruito in questi anni è mi auguro che il nuovo sindaco sia consapevole di questo". 

"Credo che il sindaco Appendino dovrà darsi un programma, cambiando quello con cui ha vinto le elezioni, perché non era un programma di governo ma di opposizione. Con i no si fa opposizione e non si governa una città". Così il sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, parlando in conferenza stampa con i giornalisti. "L'impressione è che ci sia tanta strada da fare per essere capaci di fare il sindaco - aggiunge -. Io continuerò ad avere la mia cultura di governo, loro se la devono fare...". 

A proposito dei "cambiamenti che si sono registrati già a poche ore dall'elezione", Fassino ha citato come esempi la Tav e il reddito di cittadinanza. "Sulla Tav - ha detto - la Appendino non può cavarsela dicendo che decidono gli altri anche perché non è solo sindaco di Torino ma anche della città metropolitana e forse in nome di quella trasparenza di cui parlano sempre dovrà spiegare a chi è andato con le bandiere No Tav in Comune che lei non è in grado di fermare l'opera. Così come - aggiunge - sul reddito di cittadinanza, adesso scopriamo che è un problema di Governo e Regione allora forse non doveva, in campagna elettorale, proporre quello che non è nelle sue disponibilità".

E a proposito della campagna elettorale della sua sfidante Fassino ha accusato che "è stata portata avanti facendo leva sull'invidia sociale, usando il tema delle periferie come una clava e non c'è niente di più pericoloso perché così si divide la città. E risulta quindi un po' formale dire che si vuole essere il sindaco di tutta la città e fare adesso appelli alla riconciliazione".

"In tema di meritocrazia ci sono passi da fare in tema di cultura istituzionale. Vorrei sapere se Profumo non ha i titoli di merito per ricoprire quell'incarico o se invece bisognerebbe cambiarlo solo perché è stato nominato da Fassino". Il sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, commenta così la polemica sollevata da Chiara Appendino sulle nomine ai vertici di Compagnia San Paolo. "Se quella nomina non fosse stata fatta - aggiunge - il Comune avrebbe perso la possibilità di avere un suo rappresentante...".

"Sarebbe utile che il presunto prossimo capo di gabinetto del nuovo sindaco smettesse di girare per gli uffici con elenchi di dirigenti da promuovere a da estromettere. In 5 anni io non ho promosso né rimosso nessuno".

Il sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, attacca così in conferenza stampa, Paolo Giordana,                 braccio destro di Chiara Appendino in campagna elettorale e prossimo capo di gabinetto e portavoce della neo sindaca.

"Risulta che ieri - ha osservato - il presunto futuro capo di gabinetto ha accompagnato una delegazione di consiglieri negli uffici del Comune, compreso il mio. C'è un'invasività che dimostra un minimo di maleducazione. Aspetti almeno di insediarsi ma capisco che l'educazione non sia di tutti".

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