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TORINO. Intesa: Bazoli, "salvaguardato indipendenza e autonomia banca"

TORINO. Intesa: Bazoli, "salvaguardato indipendenza e autonomia banca"

Giovanni Bazoli

"Se ripenso alla banca che mi fu affidata nel 1982 e guardo alla posizione che ha acquisito oggi, grazie al lavoro eccellente svolto dal nostro top management e da tutti i collaboratori, da Intesa Sanpaolo nel mondo italiano ed europeo (prima in Italia e terza per capitalizzazione nella zona Euro), il percorso compiuto e i traguardi raggiunti non mi sembrano veri". Lo ha detto Giovanni Bazoli, presidente del cds di Intesa Sanpaolo, aprendo l'assemblea. "Traguardi raggiunti - ha aggiunto - avendo da salvaguardare sia l'indipendenza della banca, più volte minacciata da varie forze esterne, sia la sua autonomia da qualsiasi ingerenza politica. Una autonomia che ha garantito alla banca il rispetto della sua natura e delle sue prerogative, e ha restituito al Paese la funzionalità e la moralità della distinzione dei ruoli istituzionali, pubblici e privati. Da qui mi deriva una grande serenità e fiducia nell'atto di lasciare la guida dell'istituto affidato a persone di grande professionalità che godono di generale stima". 

"Abbiamo la responsabilità dell'intero sistema e dobbiamo contribuire, nel nostro stesso interesse, al suo miglioramento e al contenimento dei rischi complessivi, perché viviamo in un mondo interdipendente". Lo ha sottolineato Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. "La gestione di una banca dev'essere improntata al senso di responsabilità. Una banca non può essere un'isola felice in un sistema in crisi. Nessuna struttura può pensare di bastare a se stessa", ha aggiunto. 

"Le differenti soluzioni individuate dalle autorità di varie aree del mondo per condurre il sistema finanziario fuori dalla crisi e prevenirne il ripetersi" sono preoccupanti. Lo ha detto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo.

"Questi processi - ha osservato - hanno portato ad una asimmetria regolamentare. I sistemi europei sono oggi molto più controllati di quelli anglosassoni. La realtà dei meccanismi di incentivazione nei sistemi inglesi o americani ha di fatto cambiato di poco le cose rispetto alla situazione pre-crisi. La concentrazione di potere nelle mani del capo-azienda delle banche anglosassoni è di gran lunga superiore a quanto avviene nelle realtà europee. Una simile situazione implica che nel sistema mondiale siano ancora latenti rischi enormi".

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