Mai come in questi giorni, parlare di trasparenza amministrativa e di lotta alla mafia è di stretta attualità nella Reale.
Gli ultimi arresti nell'ambito di un'altra operazione “anti 'Ndrangheta” - la terza per l'esattezza – ha riportato in auge questa battaglia di legalità.
Eppure, questa “lotta” è stata superata nei giorni scorsi da un'altra “guerra intestina”, quella fra il Pd e il Movimento 5 Stelle sulla Commissione Antimafia.
Perchè fare percorsi comuni, nella Reale, appare impossibile. Quasi fosse importante la “medaglia di cartone” dell'essere “primi firmatari” di un documento, come poteva essere quello sulla nascita di una commissione che permettesse al Comune di fare chiarezza su un argomento così scottante.
Tutto nasce a metà gennaio, quando Barbara Virga (Pd, indipendente) scopre come i grillini abbiano protocollato, con prima firmataria la capogruppo Raffaela Cantella, una mozione sull'argomento. Fin qui nulla di male, peccato che la Virga – protocolli alla mano – l'avesse presentata tempo addietro, addirittura a luglio dello scorso anno e addirittura trovando il consenso dei pentastellati, che si erano fatti carico di portare il tutto in commissione con l'intento di farlo diventare un “atto comune” privo di simboli proprio per l'importanza dell'argomento trattato.
E la Virga, cui sta molto a cuore il tema, aveva deciso di non fare la solita mozione “spot” ma l'aveva addirittura strutturata su due binari paralleli: commissione antimafia ma anche commissione per la trasparenza amministrativa, con un focus mirato alle Partecipate.
Passano i mesi e della Commissione neanche l'ombra, nonostante la Virga riproponesse l'argomento ad ogni piè sospinto, ricevendo come risposta un silenzio assordante.
E invece, nel silenzio assordante pentastellato, i grillini con in testa la Cantella stavano lavorando ad un testo “loro”, dove la parte sulla trasparenza amministrativa era stata tolta. “Ma quale paternità!. Quel che testo è stato modificato senza che la Virga ci dicesse nulla. Ma basta con le polemiche. L'importante è arrivare all'obiettivo”, dicevano i consiglieri pentastellati poco prima che iniziasse la seduta consiliare.
Lunedì sera, il consiglio comunale ha approvato la nascita della Commissione Antimafia, dove non viene contemplata la parte relativa alla trasparenza di Enti e Partecipate. Perché l'emendamento alla mozione, presentato dal duo Virga-Ippolito, è stato bocciato.
Passa, quindi, la mozione “5 stelle” a discapito di quella della Virga. Ma oggi c'è motivo per cui festeggiare, indipendentemente dalle ideologie e dalle visioni della politica. Perché da lunedì sera a Venaria c'è un intero consiglio comunale che battaglierà in ogni modo per la legalità e per contrastare i fenomeni mafiosi. E per una città “dall'odore di 'Ndrangheta” è già un grande passo in avanti.
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