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IVREA. San Savino, tante cose da vedere

IVREA. San Savino, tante cose da vedere
Il sempre benvenuto anticiclone delle Azzorre porterà caldo e sole per la settimana dedicata a San Savino e allora ecco qualche consiglio per chi arriva a scoprire Ivrea e i suoi dintorni in queste giornate intense e particolari. Sarebbe infatti un vero peccato non visitare anche alcune parti della città che meritano di essere conosciute. Infatti, i monumenti della città raccontano la sua lunga storia: prima ricca colonia romana, poi importante centro medievale, quindi animata comunità rinascimentale, barocca e neoclassica, per poi diventare una capitale industriale di primo piano fino agli anni 80, ospitando negli anni 60 e 70 architetti innovatori negli anni della Comunità fondata da Adriano Olivetti , l’imprenditore visionario e protagonista di un periodo fecondo di idee e di eventi, che fu anche Sindaco di Ivrea e che, a proposito, proprio nel 1957, allorchè vestiva la fascia di primo cittadino, annunciò a luglio, in occasione dei festeggiamenti di San Savino, che sarebbero partiti i restauri del Teatro Giacosa, che aveva necessità di ritocchi importanti dopo la chiusura subita per la guerra. Monumento di indiscutibile valore e interesse per l’arte romanica è il Duomo, situato nella parte alta della città, iniziato nel IV secolo dopo Cristo forse sull’area occupata da un tempio pagano e poi ampliato e portato a termine nel X secolo per opera del Vescovo Warmondo, cui è dedicata la strada che vi conduce davanti alla sua scalinata dal centro storico eporediese. La costruzione venne rimaneggiata a fine Settecento, ma dell’epoca romanica rimangono testimonianza il tiburio ottagonale, adorno in alto di una galleria cieca, due campanili absidali aperti da monofore e da doppie bifore e soprattutto la cripta, visitabile su richiesta. Di età romanica sono pure la Torre di Santo Stefano, ben visibile dai giardini di Corso Re Umberto e la piccola Chiesa di Santa Maria della Stella, costruita a monte della città e nota come cappella dei Tre Re, dove il giorno dell’Epifania si svolge una cerimonia religiosa in presenza della componente medievale dello Storico carnevale guidata dal Podestà. La passeggiata a Monte Stella è apprezzabile anche per il panorama sulla città che da lassù si gode. Nell’area di di Via Jervis, culla storica delle attività Olivetti, seguite invece le indicazioni del MAAM, il Museo di Arte Contemporanea a cielo aperto, che ospita case e strutture progettate dagli architetti del movimento razionalista chiamati appunto in città da Adriano Olivetti, che sognava di ridisegnare Ivrea in modo moderno, rispettando il verde e l’ambiente intorno a case e fabbrica. Per un occhio curioso alle vetrine, visti i saldi estivi già incombenti, non dimenticatevi delle centralissime Via Palestro e Via Arduino, con tanti esercizi commerciali e punti di ristoro. Infine, salutate di Ivrea il suo fiume, la “cerulea Dora” in cui la città si “specchia sognando” sempre secondo i celebri versi di Giosuè Carducci e per osservare questo impetuoso fiume che scende veloce dalle valli aostane scegliete una sosta sull’antico Ponte Vecchio, cuore di Ivrea e del suo quartiere detto Borghetto, una sorta di suggestivo e amato “ luogo del cuore” di questa bella città. Se invece volete godere a pieno di una possibile bella giornata estiva ricordatevi che alle porte di Ivrea c’è il lago Sirio, piccolo specchio d’acqua di origine morenica con acque pulite e freschissime, sulle cui rive erbose molti amano prendere il sole e concedersi qualche bagno a due passi dalla frescura dei boschi che conducono alla Serra, quella collina piatta e lunga che circonda la città, una morena popolata di verde e di piccoli paesi che domina anche il vicino Lago di Viverone, a neppure dieci chilometri da Ivrea, ma assegnato peraltro alla provincia di Biella, un’altra bella e suggestiva riviera lacustre vicina alla città, con spiaggette, imbarcaderi e locali che in questa stagione si animano e ci fanno sognare il meglio dell’estate. A proposito di laghi, se volete invece dirigervi a nord di Ivrea, lungo la strada Statale 26 per la Valle d’Aosta incontrate sul vostro cammino la ridente cittadina di Montalto Dora, dove una bellissima passeggiata ben segnalata vi conduce ai piccoli laghi morenici detti Pistono e Nero da cui si osserva l’antico Castello, sorto per evidenti ragioni di difesa nel secolo XI e ricostruito e ampliato nel XIV, fino a un intervento del D’Andrade nel 1890 che ne ha mantenuto intatto il massiccio quadrilatero merlato con ben 160 metri di camminamento fra caditoie, maschio e torricelle angolari. Se tornate in pieno autunno inoltrato a Montalto trovate la Sagra del Cavolo verza che attrae curiosi e golosi di questo cibo povero e sano da tutta Italia e che è stata ideata con l’importante contributo di Renzo Galletto, Sindaco della città e ora alla guida dell’organizzazione di San Savino. Poco oltre Montalto spingetevi fino a Borgofranco, comune nato nel 1215 che deve il suo nome al fatto di essere stato creato senza vincoli di tasse verso l’autorità imperiale. Ebbe grande importanza nel 1400, trovandosi al centro dei commerci delle macine da mulino provenienti da Valle d’Aosta e Francia. La sua Chiesa parrocchiale di metà Seicento è affiancata da un campanile dichiarato monumento nazionale, ma voi non dimenticate di passare nella frazione San Germano, dove trovate i famosi Balmetti, 160 gallerie naturali formate dalla sovrapposizione di massi morenici che vengono utilizzati come cantine ideali per la loro basa e costante temperatura, sempre compresa fra i 6 e i 9 gradi. D’estate la festa “dj Balmit” consente di visitare questi luoghi molto speciali. Infine, sempre per ammirare i dintorni di Ivrea, dirigendovi verso ovest, trovate subito Pavone, famosa per il suo ricetto di origine trecentesca e già nota ai Romani come “Pavo Eporedium”, un grande Borgo attorno al quale sorse nell’anno Mille un castello che oggi è proprietà privata e ospita attività ricettive note anche fuori del Piemonte (qui si sposò qualche anno fa il figlio di Adriano Celentano). L’ultimo restauro del castello porta la firma illustre del D’Andrade, che prima di procedervi si profuse in ben 3000 disegni! Se cercate il fresco e un paesaggio mozzafiato, salite ad Andrate, a monte di Ivrea, paesino splendido per il panorama e che un pittore di buona fama come il ciriacese Romano Gazzera definì ”sede delle nuvole più belle del mondo”. Scendendo lungo gli stretti tornanti, trovate il bellissimo abitato di Chiaverano, paese che del rosmarino ha fatto una regola di cultura e che sembra quasi abbracciarsi alla Serra con le sue case. Di pregio la Chiesa barocca di San Silvestro con un campanile altissimo e le vestigia della chiesa di Santo Stefano il cui campanile è monumento nazionale. A poco più di 10 chilometri a nord di Ivrea c’è invece Castellamonte, che ospita la 55^ Mostra della ceramica, con i suoi punti espositivi di grande bellezza, da Palazzo Botton, che ospita il maestro torinese Luigi Mainolfi al Castello dove trovate la famosa stufa dai modelli più antichi e amati alle ultime innovative forme, per poi avvicinarvi in Via Educ agli artisti della ceramica castellamontese. L’ingresso è gratuito, la Mostra è aperta il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, è possibile richiedere una visita guidata telefonando al numero 0124 51 87 16 dell’Ufficio Cultura del Comune. Un territorio bellissimo circonda e avvolge dunque Ivrea e, in occasione di San Savino o semplicemente in un’altra occasione quando avete voglia di scoprire luoghi belli e incantati, ricordatevi di questo angolo di Canavese, ricco di storia e suggestione. Dentro le “rosse torri” rosse torri L'imponente Castello di Ivrea, situato nella parte alta della città è chiamato da Giosuè Carducci castello “dalle rossi torri”. Il poderoso edificio - a pianta quadrata con vasto cortile e rafforzata agli angoli da slanciate torri cilindriche, di cui la maggiore fu gravemente danneggiata nel 1676 da un fulmine - fu costruito nel 1358 su committenza di Amedeo VI di Savoia per scopi difensivi. Il complesso in cui fu inserito comprendeva le sedi principi del potere politico e religioso di stampo medioevale: Il Comune, il Capitolo vescovile e la Chiesa. Sensibilmente modificato negli anni successivi, dal 1750 al 1970 l’intera struttura è stata usata come carcere ed è stata completamente spogliata di tutti i preziosi arredi interni. Dopo una lunga chiusura quasi ventennale, negli anni 90 venne riaperto al pubblico e considerato parte integrante del patrimonio storico e architettonico della città. Oggi il castello appartiene al Demanio ed è affidato al Comune di Ivrea che, a sua volta, è supportato dall’Associazione “Amici del Castello di Ivrea”, fondata nel 1994. E’ aperto al pubblico ogni domenica dal 1^ maggio a metà ottobre e il giorno di Ferragosto, in qualunque giornata settimanale cada la festività. Come detto, sarà visitabile i occasione della Patronale sia domenica 5 che martedì 7 luglio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
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