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Comunicare assertivamente è …. dire la verità!

Comunicare assertivamente è …. dire la verità! Leggendo un libro ho trovato il lemma assertivo, cercando nel vocabolario ho scoperto che l’etimologia del termine deriva dal latino “asserere”, composto dalla particella “ad” indicante scopo e da “sèrere” che sta per “intrecciare” e quindi per “discorrere”, intendendo “discorso” come “parole e concetti intrecciati”. Il significato di “assèrere” è, per estensione, anche quello di “annettere a sé” e quindi “far proprio” da cui il senso figurato di “arrogarsi un’opinione e sostenerla come vera”, ossia “asserire”. La parola asserire che ha la stessa radice latina. Come esseri umani siamo animali sociali e le relazioni con i miei simili sono fonte di felicità, con l’assertività cerco di essere al timone della mia vita anziché in balia degli eventi. Il primo a parlare di “assertiveness” fu nel 1949 Salter, uno statunitense studioso del comportamento umano. Studiando le cause e gli effetti dell’ansia sociale, elaborò le prime teorie sui comportamenti assertivi. Negli anni Cinquanta s’interessarono altri studiosi del comportamento americani e da allora, il concetto dell’assertività è stato studiato nell’ambito di diversi approcci psicologici. L’assertività è allora la capacità di esprimere i miei sentimenti, la scelta del mio comportamento in un dato contesto esprimendo serenamente la mia opinione, di solito con una lettera su internet sempre in modo propositivo, costruttivo e positivo. Oggi il sostantivo “assertività” e l’aggettivo “assertivo” sono diventati di uso comune nella lingua italiana e corrisponde al verbo italiano “asserire”, usato comunemente come semplice sinonimo di “affermare”. Negli ultimi dieci anni il concetto di assertività ha trovato largo impiego anche in Italia soprattutto nella comunicazione e nella formazione aziendale. Con assertività cerco di superare le dichiarazioni rabbiose, e con calma riflessione rafforzo il concetto, ad esempio di fronte all'ingiustizia e alla sopraffazione, invece di gonfiare il collo e arrocchire la voce ritengo che si può fissare con placida calma olimpica una ferma e decisa asserzione della nefandezza compiuta, scrivendo che cosa si merita. L’assertività è una modalità di comunicazione flessibile attraverso la quale affermo i miei punti di vista senza prevaricare né essere, il punto di equilibrio tra aggressività e passività, è in sintesi la sottile arte di vincere senza combattere nell’ambito di una relazione interpersonale. I quotidiani problemi a volte mi sembrano simili a dei torrenti che escono dagli argini, e cercare di fermare l’evento è in quel momento simile a sostenere uno scontro frontale con il torrente furioso, ma con calma e pazienza posso sempre cercare di mutare la direzione del corso dell’acqua convogliando in tanti rigagnoli separati, dividerne la forza. Il grande Pascal cosi scriveva: “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante…”. Ecco nella vita certi giorni mi sento come una piccola canna di bambù che, sferzata dal vento e dalla pioggia della tempesta, si flette ma non si spezza mentre la vigorosa quercia si spezza. Concludo che per far parlare un mio simile la mia lingua, devo prima parlare la sua e non mi riferisco alla lingua in se, ma per estensione alla rappresentazione della realtà che io ho e ai simboli, parole e suoni che percepisco che molte volte mi portano ad adattare questi segnali che provengono da tutto quello che ho intorno e che poi adatto al mio uso e consumo facendo nascere l’incomunicabilità tra i miei simili, e allora comunicare assertivamente è …. dire la verità. Certo la persona che si comporta in modo assertivo non è affatto sempre pacata e sorridente o "diplomatica", nella vita di ogni giorno è l'importante sapere equilibrare, con tanto buon senso, a seconda delle circostanze, aggressività e passività Favria, 13.04.2015 Giorgio Cortese Più doniamo il nostro sangue e più ci arricchiamo nel nostro animo. Noi donatori di sangue siamo per quello che abbiamo donato, degli eroi del quotidiano Che cosa può essere un superficiale senza la sua presunzione? Se togliete le ali a una farfalla, non resta che un verme. Se al superficiale togliete l’autorità non rimane nulla e si dissolve al primo refolo di vento
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