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10 Ottobre 2015 - 15:03
Raffaele Cantone
Per il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, la decisione del governo di entrare in Arexpo, la società pubblica che detiene la proprietà dell'area espositiva, "è una scelta politica corretta". Lo ha detto rispondendo alle domande dei cronisti al suo arrivo a Expo, per partecipare all'evento "Expo dopo Expo, le eredità di Milano 2015". La decisione, annunciata oggi da Martina in un intervento sul Corriere della Sera, "credo sia una buona idea - ha detto Cantone -. Questa è un'area che può diventare strategica, una grande occasione che deve essere frutto di scelte più ampie. Ci sono da fare valutazioni complicate che mettono insieme le esigenze del territorio ma anche quelle dell'intera nazione".
Per questo, ha ribadito il numero uno dell'Anac, si tratta di "una scelta di carattere politico che credo assolutamente corretta. Perché ci vuole una capacità di valutazione complessiva, quindi è necessario che accanto ai due enti locali principali ci sia anche il governo".
Il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, auspica che sulla questione Expo "tutte le pendenze siano chiuse il più presto possibile".
"Le priorità - ha detto a margine della giornata 2Expo dopo Expo" - sono ovviamente provare a chiudere tutto, tutte le pendenze, il prima possibile, le transazioni su cui stiamo lavorando. E poi ovviamente lavorare su dopo Expo, perché anche il dopo Expo deve essere il più possibile caratterizzato dagli stessi criteri dell'ultima parte del pre-Expo".
Una serie di controlli sul dopo Expo, ha infatti spiegato Cantone "prevedono obbligatoriamente la presenza dell'Anac, perché la nostra unità operativa di scioglie a dicembre 2016, quindi parteciperemo ai controlli".
"La vicenda di Expo ha dimostrato che il codice degli appalti non può andar bene": il presidente dell'Authority Anticorruzione, Raffaele Cantone lo ha detto all'Expo dopo Expo, ribadendo che "il codice va cambiato".
"E' farraginoso - ha sottolineato -. Non a caso non c'è grande evento senza deroghe". Per questo deve diventare "più snello, più a portata delle stazioni appaltanti" e più chiaro perché "regole poco chiare - ha concluso - sono uno stimolo al malaffare e alla corruzione".
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