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07 Settembre 2015 - 15:19
"E' sbagliato usare la parola 'migranti'. La parola giusta è 'rifugiati'": da Expo, Bono Vox ha lanciato questo appello al mondo e in particolare all'Europa.
Lo stesso che ha lanciato nei suoi concerti torinesi.
Accolto come un punto di riferimento dallo stesso Matteo Renzi ("sono qui per ascoltare"), il leader degli U2 ha parlato solo alcuni minuti davanti a una platea adorante. Per dire che è "inaccettabile" che la direttrice del World Food Programme, Ertharin Cousin, debba andare "con la borsa dell'elemosina dai 150 Paesi che rappresentano Expo" per trovare i soldi che servono a nutrire chi ha bisogno, e che ora ci sia il rischio di dover tagliare il programma di sostegno ai rifugiati siriani in Giordania per mancanza di fondi.
L'Irlanda - ha annunciato il ministro dell'Agricoltura Simon Coveney - triplicherà i suoi fondi, stanziando 60 milioni soprattutto per i profughi. E l'Italia, ha promesso il premier Matteo Renzi, farà "l'Italia" aumentando i soldi per la cooperazione con l'obiettivo "di tornare al quarto posto fra i Paesi del G7". Perché "è giusto commuoversi davanti alle immagini di un bambino che potrebbe essere nostro figlio" ma bisogna anche e soprattutto muoversi.
"Migranti è un termine politico usato per privarli del loro vero stato: queste persone - ha sottolineato Bono - sono rifugiati. Scappano dalla guerra, hanno lasciato le proprie case perché non hanno case. Quindi non usiamo più quella parola".
I riflettori sono stati tutti per Bono "arrabbiato perché come diceva Johnny Rotten la rabbia è energia se la usi in modo positivo". Ma lui ha voluto condividere la luce: prima con la Cousin "perché io - ha spiegato - sono solo una rockstar, mentre lei è una vera eroina". E poi con Renzi: "Applaudo la sua leadership" ha detto spiegando che quando il premier "si è alzato e ha detto che c'è un obbligo morale di Europa e Italia molte persone si sono chieste di cosa parlava", ma dopo che la Merkel ha aperto le frontiere "è parso l'unico sano in un clima folle. Lo ringrazio per questo".
Resta ancora però molto da fare: perché per l'Europa deve essere un "imperativo politico" mettere soldi ed esperienze "per affrontare quanto avviene in Africa" in modo da avere più chance di sconfiggere fame e povertà. "Io sono fiducioso" ha concluso per poi salutare nuovamente i fans che volevano dargli la mano, fare una foto o avere un autografo.
"Portare Bono è un po' come portare il Papa" ha ammesso Coveney che lo ha convinto sei settimane fa a venire all'evento 'It begins with me' (Inizia da me) organizzato con il ministro italiano dell'Agricoltura Maurizio Martina. "Questa giornata segna una pietra miliare di questa Expo" ha detto citando le stesse parole di Bono: "Dove vivi non deve determinare se vivi".
Applausi alla fine, come per un concerto, davanti a decine di migliaia di persone. Tra gli altri, anche quelli di Maria Elena Boschi.
'Bono, ti amo!". "I love you too": questo il senso della visita di Bono a Expo. Una dichiarazione d'amore del leader degli U2 ai suoi fans, che lo hanno ripagato con altrettanto amore. A migliaia hanno cercato di fotografarlo, toccarlo, baciarlo, mentre dal Padiglione Zero si è trasferito a piedi al padiglione del suo Paese, l'Irlanda. Più volte il servizio d'ordine è stato costretto a intervenire per evitare lo sfondamento delle transenne. Il leader degli U2 ha firmato autografi e stretto mani, mentre i fan intonavano 'Vertigo', uno dei suoi successi.. Davanti al palco allestito nella piazza dell'Expo Centre le frasi delle canzoni degli U2 erano ovunque: sugli striscioni che recitavano 'All I want is you' e 'One love', sulle magliette di chi ha partecipato ai concerti della band, sui tatuaggi che alcuni fans portano impressi sulla loro stessa pelle. Come Viola Garizio, 24enne di Milano, che al polso si è tatuata: 'Walk On'.
"Questa frase mi stimola ad andare sempre avanti", ha spiegato la ragazza. Insieme a lei, l'amica Valentina Anzalone, 26 anni, di Varese: "Di Bono mi piacciono le canzoni e l' impegno sociale. Sono venuta a Expo proprio per ascoltare cosa ha da dire". Incollato alle transenne c'è anche Gabriele Folli, 35enne di Cormano (Mi), avvolta in una bandiera italiana targata "U2": "Sono un loro fan da sempre - dice -. Degli U2 mi piace soprattutto The Edge, il chitarrista. Ma Bono c'entra a pennello con il tema di Expo, molto più di tanti altri politici che sono saliti su questo palco. Se potessi parlarci, gli direi semplicemente 'Grazie', senza aggiungere altro". Accanto a lui, Biagio Barbato, 50enne di Torino, che nel concerto che gli U2 fecero nel 2010 nella sua sua città era il loro bodyguard: "Bono mi diede il cinque dal palco e questo gesto non l'ho mai dimenticato". Le sue canzoni preferite sono 'One' e 'Miss Sarajevo', e per ascoltarle ha viaggiato in tutta Europa, fino a Copenaghen. "Ammiro Bono perché è un trascinatore, uno che ha lottato molto per i temi della povertà e della fame nel mondo, mettendoci la faccia, a cominciare dalla richiesta di azzerare il debito nei Paesi del Terzo Mondo. Per questo secondo me è un grande, uno che a Renzi può dare delle lezioni di vita".
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