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06 Giugno 2015 - 11:06
Luiz Inacio Lula da Silva
Alla lotta alla fame gli stati devono dedicare un capitolo a sé dei loro bilanci. L'ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, oggi presidente dell'istituto Lula, lo ha proposto ai ministri di 50 Nazioni, riuniti all'Expo di Milano per il Forum internazionale dell'agricoltura, con rappresentanti di 115 Paesi. "I governanti si devono occupare della lotta alla povertà quando definiscono la destinazione dei loro budget - ha detto - Serve uno sviluppo economico inclusivo e programmi efficienti per la distribuzione del reddito".
Il modello che Lula ha portato ad esempio è quello del governo brasiliano, quando al governo del Brasile c'era lui. "In 12 anni - ha rivendicato - siamo riusciti a togliere 36 milioni di persone dall'estrema povertà e a creare 22 milioni posti di lavoro. Nel 2014 la Fao ha certificato l'uscita del Paese dalla mappa mondiale della fame".
Lula ha ricordato il programma Bolsa Familia, con cui il governo brasiliano ha coniugato il tema dell'accesso al credito e le politiche sociali: "Abbiamo garantito un reddito ai cittadini poveri. Di questo programma hanno beneficiato 50 milioni di persone".
La prospettiva che nel 2050 la popolazione del pianeta raggiunga i 9 miliardi, ha detto Lula, "ci obbliga ad aumentare la produttività dell'agricoltura in maniera sostenibile per l'ambiente e a livello sociale, riducendo gli sprechi".
Le conclusioni della due giorni di confronto fra i responsabili dell'Agricoltura del mondo le ha tracciate il ministro Maurizio Martina: "La grande questione agricola è il primo vero terreno su cui esercitiamo iniziative politiche per battere la fame e la povertà e sostenere la biodiversità. Che si parli di America latina, Africa o Asia la questione agricola è cruciale per gli obiettivi del millennio. Le sfide sono: un nuovo rapporto fra ecologia e agricoltura; sostengo al reddito dei piccoli agricoltori; più innovazione e tecnologia; regole del mercato più giuste".
"La nostra può essere la generazione fame zero", ha aggiunto il ministro. Il Forum ed Expo sono solo il punto di partenza: "L'esposizione universale di Milano si colloca pienamente nell'agenda internazionale che avrà tappe decisive, come il G7 e il G20 o gli obiettivi del Millennio che le Nazioni unite definiranno a settembre". Per la lotta alla fame e alla povertà "c'è da fare ancora tantissimo - ha concluso - 800 milioni di persone soffrono la fame, 800 milioni di persone sono l'Europa".
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