Pregavano Allah dopo ogni furto. Un 'rito propiziatorio' per chiedere che il bottino appena rubato fosse di buona qualità, fosse venduto presto e a buon prezzo. La curiosità emerge dalle intercettazioni telefoniche nei confronti dei componenti di una banda di ladri algerini che colpiva nei parcheggi di stazioni ferroviarie e aeroporti. Una cinquantina i colpi messi a segno in Piemonte, Lombardia e Liguria, secondo la polizia di Torino che ha arrestato tredici persone. Altre dieci sono invece indagate a piede libero. Le preghiere, si evince sempre dalle intercettazioni dell'inchiesta coordinata dal pm Alessandro Sutera Sardo, arrivavano puntuali anche quando un componente della banda veniva bloccato dalle forze dell'ordine: in quel caso, ovviamente, Allah doveva intercedere perché il complice venisse liberato al più presto. Dalle intercettazioni emerge anche che i malviventi si stavano organizzando al meglio per l'ostensione della Sindone a Torino e per l'Expo a Milano, gli obiettivi delle loro razzie se non fossero stati bloccati. Gli arrestati erano devoti musulmani, ma anche ladri implacabili. Secondo gli investigatori i colpi messi a segno sono stati almeno una cinquantina nell'arco di qualche mese, ma il numero - sostegno - è sottostimato. La tecnica utilizzata era sempre la stessa, quella della 'gomma bucata': uno pneumatico dell'auto della vittima, parcheggiata fuori da stazioni o aeroporti, veniva forato; quando questa arrivava e la sostituiva, i ladri facevano razzia di tutto quello che veniva appoggiato sui sedili della vettura o che si trovava nell'abitacolo. Solo in pochi casi i malcapitati sono riusciti a evitare il furto e a metterli in fuga. La merce di valore - cellulari, macchine fotografiche, tablet, navigatori satellitari - finiva a Torino, in un magazzino nella zona del mercato di Porta Palazzo, in attesa di essere rivenduta. Qui gli agenti dei commissariati Borgo Po e Dora Vanchiglia hanno trovato 10mila euro in contanti, probabile cassa delle ultime vendite, e materiale rubato per un valore di circa 25mila euro. Individuato e denunciato anche il ricettatore della banda. Buona parte della merce era destinato alla Francia - alcuni tra gli arrestati avevano passaporto transalpino, e al Nord Africa.
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