La Libreria Mondadori, l' Associazione Archivio Storico Olivetti, l'Associazione Quinto Ampliamento, Ico Impresa Sociale, Olivetti, Rizzoli Libri, Tim, con il patrocinio di Ivrea Capitale Italiana del Libro organizzano per Venerdì 24 Giugno, alle ore 21.00,presso il Salone dei Duemila di Via Jervis 11 (Nuova Ico) un incontro con Paolo Brico autore del libro "AO Adriano Olivetti, un italiano del Novecento". Dialogheranno con l'autore SALVATORE ROSSI (Presidente Tim Spa), BENIAMINO CARINO DE' LIGUORI (Segretario Generale Fondazione Adriano Olivetti). Saranno presenti per i saluti istituzionali, il sindaco di Ivrea STEFANO SERTOLI e GAETANO DI TONDO, presidente dell'Associazione Archivio Storico Olivetti. INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti. Verrà attivato il firmacopie. INFO: 0125 425708 Adriano Olivetti, che rappresenta uno dei maggiori enigmi storici italiani ed europei del Novecento, in questa biografia critica, frutto di dieci anni di analisi integrale degli archivi pubblici e privati, viene restituito alla sua dimensione di uomo nella storia. Dal nuovo paradigma industriale, al demone della politica; dall'integrazione fra dimensione civile, culturale e spirituale, al rapporto con la bellezza; dal tema della famiglia, al destino degli amori.
il libro edito da Rizzoli
Adriano Olivetti è un mito dell’industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo. È un italiano del Novecento profondamente atipico. In questo libro definitivo, frutto di un decennio di ricerche e di scrittura, Paolo Bricco ripercorre la vita di un uomo di genio e la vicenda industriale e sociale, politica e culturale dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e il boom economico. Questa è, prima di tutto, la storia di un’utopia. Inaugurando nel 1955 la fabbrica di Pozzuoli, Olivetti presenta così gli obiettivi della sua impresa: “La nostra Società crede nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei valori della cultura, crede, infine, che gli ideali di giustizia non possano essere estraniati dalle contese ancora ineliminate fra capitale e lavoro. Crede soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto”. A questa utopia concreta – almeno in parte realizzata – concorrono condizioni di lavoro per i dipendenti tuttora senza paragoni e la ricerca attiva di una bellezza che coinvolge la meccanica e il design (le macchine per scrivere e le calcolatrici), l’architettura delle fabbriche e l’estetica dei negozi sparsi nel mondo. Ma questo libro non è un’agiografia e di Adriano Olivetti mostra le contraddizioni, i conflitti e le generose incompiutezze: i legami profondi e tormentati con i famigliari, le due mogli e le altre donne amate; la passione per l’organizzazione scientifica del lavoro e l’attrazione per la spiritualità, l’astrologia e la sapienza orientale; il complesso percorso dal socialismo di famiglia degli anni Venti all’adesione teorica al corporativismo e al suo concreto inserimento nella società fascista degli anni Trenta; gli avventurosi rapporti, alla caduta del regime, con i servizi segreti inglesi e americani e la perpetua tentazione del demone della politica, con il fallimento della trasformazione del Movimento di Comunità in un partito tradizionale; l’identità dell’industriale che intuisce le nuove frontiere tecnologiche (l’elettronica) e che unifica il sapere umanistico e la cultura tecnomanifatturiera, senza però riuscire a superare i limiti del capitalismo famigliare. Sotto, come una radiazione di fondo, “quella strana joie de vivre che caratterizza la vita di Adriano e di quanti saranno con lui e intorno a lui”. Paolo Bricco PAOLO BRICCO (1973), giornalista e saggista, è inviato speciale del “Sole 24 Ore”. Si occupa di storia contemporanea e di storia economica. Ha scritto "Olivetti prima e dopo Adriano" (L’Ancora del Mediterraneo 2005), "L'Olivetti dell'Ingegnere 1978-1996" (Il Mulino 2014), "Marchionne lo straniero" (Rizzoli 2018, Bur 2020) e "Cassa Depositi e Prestiti" (Il Mulino 2020). Ha un dottorato di ricerca in Economia all'Università di Firenze. Dal 2007 al 2013 è stato membro del Consiglio direttivo dell'Archivio Storico Olivetti. Nel 2016 ha vinto come saggista il Premio Biella Letteratura e Industria e nel 2019 come giornalista il Premiolino
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