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30 Aprile 2015 - 21:43
In occasione dello Scambio di piante che si terrà sabato 2 maggio, dalle 10 alle 12, il comune di Romano ed il Gruppo Archeologico Canavesano propongono la presentazione della groma e della centuriazione. Ma che cos'era la “groma“? Uno strumento che veniva utilizzato dal mensor o gromatico, nell'antica Roma, per realizzare le centuriazioni, ovvero per tracciare sul territorio allineamenti tra loro ortogonali, per misurare terreni, nella costruzione di strade, per tracciare le linee decumane ed i cardini degli accampamenti militari.
Il Gruppo Archeologico Canavesano, nato nel 1972, dispone di tre modelli di groma di varie grandezze, ricostruiti grazie all’abilità di un suo socio, utilizzati per scopi didattici. E' possibile anche grazie a questi documenti risalire all'origine di Romano, antica terra di Romani, appunto. Per altro basta pensare che in occasione di captazione di acqua potabile (1931, fontana Stiner, a Scarmagno) sono venute alla luce opere murarie e monete romane. Durante lavori pubblici nella piana tra Romano e Strambino sono stati trovati mattoni ed embrici romani. Inoltre nel Castello di Strambino è conservata un’ara dedicata a Mercurio; sulla morena di Perosa è stata scoperta una grande struttura rurale (I secolo dopo Cristo). La pianura fra Scarmagno (ex Quadrumagmum), Romano, Strambino e Mercenasco conserva ancora i relitti della centuriazione romana. Questo territorio, già dei Salassi, nel 143 a.C. viene invaso dai Romani, che lasciarono sul campo 5000 morti. Il console Appio Claudio fu costretto a chiedere aiuto a Roma. Nel 140 a.C. i Romani sconfissero i Salassi, confiscarono le loro terre e le aurifodinae (miniere d'oro). In queste campagne militari i Romani costruivano accampamenti (castra) estesi; una legione contava 6000 uomini. Si ritiene che nel 143 fu costruito il castra ROMANOrum, con l'aggiunta del caSTRA(m)BINA nel 140 a.C. A seguito della vittoria finale dei Romani del 25 avanti Cristo contro i Salassi, si ritiene che dagli accampamenti militari siano sorti gli insediamenti civili di Romano (dal Castra Romanorum) e di Strambino (dal Castra Bina). Nell'anno Mille, a seguito dei contrasti fa il marchese Arduino e il Vescovo Warmundo, l'imperatore Ottone III con un diploma del 9 luglio 1000 dispone che il Vescovo svolga ogni funzione pubblica su Ivrea e territorio per tre miglia, oltre alle Corti di Fiorano e di Romano (occupata da Arduino). Nel 1227 Romano, feudo del Vescovo di Ivrea, deve dare al presule 6 libre, 2 cavalli addobbati, fare atto di fedeltà e dare 2 homagia (omaggi).
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