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Cinzano
06 Febbraio 2023 - 00:06
Riccardo Cortazza durante il racconto su Paul Mac Cartney
“Ma Paul McCartney, è vivo o è morto?”. È stata questa la domanda (che potrebbe far strabuzzare gli occhi ai più) al centro della serata che si è tenuta venerdì 3 febbraio presso i campi sportivi di Cinzano.
Musica, affascinanti teorie complottistiche e storia. A curare l’evento, intitolato “Luci sul palco, ombre intorno - la storia sulla vita e presunta morte di Paul McCartney”, è stata l’associazione locale NonSoloSportProCinzano che, per l’occasione, ha invitato un ospite non da poco: Riccardo Codazza, presidente dei Beatles Fan Club del Piemonte.
Ricardo Cortazza all'evento di venerdì 3 febbraio
“Codazza è sicuramente una delle persone più indicate a raccontare questa storia su Paul McCartney - afferma Massimo Pontini, presidente dell’associazione cinzanese - è una leggenda che gira tra alcuni “complottisti” ed è sicuramente molto interessante”.
Così, tra musica e luci soffuse, Codazza ha cominciato a raccontare questa particolare teoria.
Era il 1966 e il frontman dei Beatles aveva appena finito una sessione di prova con il suo gruppo. La band aveva discusso con Paul McCartney e il cantante se ne era andato, sbattendo la porta e salendo sulla sua Aston Martin. Per strada, l’uomo avrebbe incontrato un’autostoppista in cerca di un passaggio e nel giro di poco la fece salire in macchina. Secondo la leggenda, la donna non si era accorta immediatamente di avere al suo fianco McCartney e, nel momento in cui se ne rese conto, cominciò ad abbracciarlo e baciarlo in preda all’euforia. “Tutti questi gesti d’affetto hanno distratto Paul - dice Pontini citando il racconto di Codazza - che avrebbe saltato un semaforo rosso, facendo schiantare i due contro un camion per poi morire terminado la corsa contro un albero”.
Paul Mac Cartney
Sempre secondo queste teorie, nel giro di poco i Beatles sarebbero dovuti partire per una tournée, ma se si fosse venuto a sapere della morte di Paul, l’intero tour sarebbe stato cancellato, con la possibilità di sciogliere il gruppo. Per scongiurare quest’eventualità, la band decise di tenere segreta la morte del frontman, scegliendo un sosia.
L’uomo sarebbe stato sottoposto a dei piccoli interventi di chirurgia plastica per sembrare più simile all’originale Paul, nonostante rimanesse il problema che il sosia fosse un po’ più alto di McCartney. Ad infittire il mistero, poi, anche il fatto che nel 1966, stesso anno dell’incidente, i Beatles decisero di dire addio al palcoscenico.
I Beatles
“La storia rimase sopita fino a 3 anni dopo, nel 1969, momento in cui uno studioso americano pubblicò un articolo in cui, in sostanza diceva: “adesso vi spiego perché Paul McCartney è morto” continua Pontini.
E qui viene il bello. A seguito di questo articolo, i ricercatori che hanno avvalorato la teoria della morte di Paul McCartney non sono stati pochi. A citare alcuni degli studi portati avanti in merito è stato proprio Codazza. Secondo queste teorie, se alcune delle canzoni dei Beatles si ascoltassero al contrario, si potrebbero trovare degli indizi che provano la morte del cantante, o pezzi in cui si afferma che i Beatles siano rimasti in 3. Ancora, analizzando delle copertine dei loro dischi si può notare come Paul sia l’unico vestito di nero e che guarda a terra, a differenza degli altri.
Il racconto di Cortazza
“Nel 2013, poi, due antropologici italiani fecero un confronto dei tratti somatici di Paul pre-1966 e post - continua Pontini - e notarono alcune differenze che non confermavano la teoria della sua morte, ma nemmeno la smentivano”.
Ciliegina sulla torta, all’evento di venerdì scorso era presente anche Marco Breglia, componente dei Beatbox, una delle più importanti band a livello europeo a fare tributi ai Beatles.
“Breglia si è alzato e ha cantato qualche canzone del gruppo - spiega Pontini - è stata una serata molto interessante: tutto il pubblico era in silenzio e questo è sicuramente un indice di interesse. All’interno del ristorante non c’era nemmeno più posto per chi voleva stare in piedi” conclude scherzoso il presidente dell’associazione.
Insomma, che si dia adìto a certe dicerie o meno, complotti o non complotti, sicuramente tutte queste storie sono quelle che ci fanno amare ancora di più la musica, aggiungendo un analone di mistero alle note di personaggi che sono già “mostri sacri” di per sé.
Il prossimo appuntamento in quel di Cinzano, adesso, è fissato per venerdì 10 febbraio, con una serata di danze caraibiche a cura di Salvatore Valendino.
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