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Nel profondo blu: dal bagno con gli squali alle sperse isole dei Caraibi

Tutto il racconto della vita di un fotografo subacqueo

Uno squalo controluce in Sudan

Uno squalo controluce in Sudan

Se dovessimo associare un colore alla sua persona, sicuramente sarebbe il blu, con tutte le sue sfumature: nella sua tonalità più scura dei fondali degli Oceani fino al celeste delle acque caraibiche. Classe 1945, originario di Rivalba, amico del campione di apnea Jacques Mayol e con una vita passata forse più sott’acqua che sulla terra ferma: stiamo parlando del fotografo subacqueo Bruno Rizzato che, questa settimana, ha deciso condividere con noi la sua storia. 

Bruno Rizzato, fotografo rivalbese

Allora, come è cominciata questa passione per la fotografia, subacquea in particolare?

Era la fine degli anni ‘50 quando mio padre, sapendo della mia passione per il mare, mi iscrisse ad un corso di apnea al Circolo Subacquei di Torino. Qui, ebbi l’occasione di conoscere maestri come Victor de Santis, Roberto Merlo e Sergio Meina, veri pionieri della fotografia e cinematografia subacquea. Nel tempo, il mio sogno è diventato quello di conoscere e vedere dal vivo tutti i posti che loro avevano illustrato con le fotografie. In quel periodo mi dedicai con la squadra del Circolo a delle gare di pesca sub e, negli anni ‘70, ci fu un avvenimento che in qualche modo cambiò la mia vita. 

Jacques Mayol e Bruno Rizzato a Capoverde nel 1976

Cosa successe? É qui che conobbe Jacques Mayol?

Sì. Organizzammo nel 1972, a Torino, una serie di manifestazioni per festeggiare i 25 anni del Circolo e il presidente, de Sanctis, non ebbe difficoltà a invitare i grandi nomi della subacquea mondiale: Hannes Keller, Hans Hass, Jacques Picard e Jacques Mayol. Parlai con tutti, mi ricordo; ma Mayol fu la persona che catturò maggiormente la mia attenzione. Io e Jacques, a Torino, ci salutammo con la promessa che sarei andato a trovarlo all’Isola d’Elba in occasione di un suo tentativo di record.

Jacques Mayol con degli "amici" delfini

Il momento arriva nel 1974: de Sanctis mi disse che stava andando all’Elba per realizzare delle riprese sulle tecniche di immersione di Mayol, che si stava preparando per un tentativo di record di apnea profonda. Mi proposi come assistente operatore e in pochi giorni mi ritrovai a vivere un sogno: ero sulla barca di Mayol, e con una Nikon Calipso e il suo mitico obiettvo da 15 mm, mi immergevo regolarmente con la squadra di subacquei che assisteva Mayol. Al ritorno mi accorsi di aver realizzato un incredibile numero di immagini, ma come utilizzarle? Decisi di montare un programma subacqueo a dissolvenza incrociata, con una bellissima colonna sonora dei Pink Floyd. Mayol venne a Torino qualche anno dopo, per una conferenza sulle sue esperienze, e quando vide la proiezione ne rimase affascinato. Il giorno dopo eravamo insieme alla Cressi Sub di Genova (sponsor di Mayol, ndr) a presentare il mio lavoro. Nel giro di una settimana mi ritrovai a seguire il tour di conferenze (già programmato) che lui stava facendo in tutta Italia, e ogni sera il mio progetto veniva proiettato e riscuoteva molto successo. Da qui, le collaborazioni sono aumentate: il nostro rapporto si trasformò in una vera amicizia e il mio “hobby” della fotografia divenne ben presto il mio lavoro. 

Sri Lanka, durante uno dei viaggi di Rizzato

Quali sono state le migliori esperienze in acqua? Deve aver viaggiato molto, c’è un posto preferito?

Con Mayol ebbi l’occasione di vivere grandi avventure per i mari di tutto il mondo. Dal Triangolo delle Bermude al Perù, dalle Isole di Capo Verde alle Toumatou, Seychelles, Maldive, Bahamas e tante altre ancora. Ogni mare ha le sue caratteristiche, non ce n’è uno preferito. Il Mar Rosso è un mare che definisco sempre “un concentrato di bellezza subacquea”: sui suoi fondali si fanno incontri di fauna e flora incredibili.

Una donzella

Il Pacifico, invece, è di una vastità impressionante: ci sono migrazioni di mammiferi marini, balene, capodogli. Una volta, alle Toumatou in Polinesia, stavo risalendo la superficie alla fine di un’immersione. Fotografavo con la Nikonos in pellicola e avevo il vincolo dei 36 scatti a disposizione. Non potevo più fotografare nulla e, mentre ero quasi uscito, volsi lo sguardo al fondale: sotto di me c’era un “tappeto” di squali, continuavano a passare tutti nella stessa direzione per un tempo che mi è sembrato infinito, saranno stati migliaia. Questa è una delle immagini che conservo più gelosamente, purtroppo soltanto nella mia mente. 

Il bagno in mezzo agli squali

Ecco, gli squali. Nessuna paura a nuotare in mezzo a questi animali?

Più che paura parlerei di rispetto, che ognuno di noi deve nutrire verso gli animali di ogni tipo. Uno squalo non è molto diverso da un cane di grossa taglia, difficilmente si occupa di te se non sei tu a fare gesti inconsulti. 

Altre esperienze rimaste impresse?
Negli anni '80, assieme ad Augusto Martelli (showman dell'epoca) e Mayol, decidemmo di girare una serie di trasmissioni televisive. Per le riprese ci recammo a Lampedusa
: io mi immergevo con una delle prime telecamere subacquee, la Rebikof. Aveva un tubo di alluminio di 30 cm di diametro, lungo 1 metro e mezzo e con un faro sulla parte anteriore.

La telecamera Rebikof

Le condizioni di manovrabilità non erano per niente semplici, ma riuscimmo a realizzare immagini stupende. Non dimenticherò mai la maestosità delle centinaia di tonni che mi ritrovai di fronte nella rete, animali da 300-400 kili ciascuno. Continuavo a riprendere Mayol che si posizionava fra me e i grandi pesci, da bravo "modello". Ero talmente affascinato dalla situazione che continuai a riprendere, dimenticandomi di uscire al momento stabilito. Fu così che mi ritrovai in superficie praticamente recuperato dai miei compagni che avevano tirato i cavi della telecamera, prima che le reti issate dai tonnaroti creassero il finimondo tra quei pesci che, fino a un minuto prima, sembravano così pacifici. 

Una domanda un po’ telefonata: i cambiamenti climatici stanno impattando sugli ecosistemi marini? Si vede qualche differenza?

Un esempio del cambiamento climatico l’ho avuto l’anno scorso durante delle immersioni in Grecia. Ho fotografato vari esemplari di pesce scorpione: questo è un pesce caratteristico dei mari caldi, Mar Rosso o Caraibi.

Pesce scorpione 

La loro presenza è indice di un innalzamento della temperatura media dell’acqua e questo è un grosso problema per la biodiversità. Il pesce scorpione, per esempio, è dannoso per i nostri mari perché si nutre di uova e avanotti, ed è anche pericoloso per l’uomo perché la sua puntura determina febbre alta e difficoltà respiratorie. 

Spostandoci sul nostro territorio invece, quali sono gli ultimi progetti?

Sto lavorando ad un progetto che mi vede impegnato dal periodo della pandemia. Non potendo viaggiare, ho scoperto vicino a casa un territorio di grande interesse naturalistico e non solo. Dal 2016, infatti, UNESCO ha assegnato alla collina attorno al Po il titolo di Riserva MAB (Man and Biosphere): sono sostanzialmente quelle aree del territorio dove uomo e natura convivono e interagiscono in perfetta armonia, nel rispetto degli ecosistemi e in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Le risaie attorno alle colline rivalbesi, facenti parte dell'area MAB di UNESCO

Il progetto che ho iniziato, in collaborazione con l’amico e collega Pietro Plaia, è costituito da una serie di documentari sulla “Collina Po”: attraverso un racconto per immagini, vogliamo parlare del rapporto uomo-natura sul nostro territorio, documentando i risvolti e le curiosità (alle volte sconosciute) delle nostre zone. Con immagini, musica e rumori originali, ci auguriamo che questo possa essere uno stimolo per gli spettatori per osservare le nostre aree in modo diverso, con un maggiore rispetto per il territorio e la natura. 

Ibis, scatti dall'area "Collina Po"

Ma insomma, si trova meglio sott’acqua o sulla terra ferma?

Eh, questa è la domanda. Ultimamente ho fatto un calcolo di tutto il tempo che ho speso sott’acqua e sono rimasto sorpreso, gran parte della mia vita l’ho passata lì. Diciamo che si vive bene sia in un modo che nell’altro. Sott’acqua ovviamente si trascorre un periodo limitato, ma ci si può imbattere in grandissime emozioni.


Tutte le fotografie sono a cura di Bruno Rizzato. 

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