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Settimo Torinese

Dopo 31 anni, una Variante Generale per rigenerare la città

Approvata in consiglio comunale, ora si attendono le osservazioni dei cittadini

Dopo 31 anni, una Variante Generale per rigenerare la città

Settimo Torinese. Erano 31 anni, dal 1991, che non veniva realizzata una variante generale al piano regolatore. E’ stata adottata giovedì 27 ottobre in consiglio comunale. Secondo la relazione della sindaca Elena Piastra, presentata in consiglio comunale sono 163.000 i metri quadri di suolo sottratto all’edificabilità. Ulteriori 300.000 metri quadrati destinati a rigenerazione urbana (anche in aree interne alla città), oltre ai 700.000 già previsti (e in gran parte già realizzati come Piazza Campidoglio e Biblioteca Archimede). Una variante generale che valorizzerà il verde con nuovi parchi e zone di forestazione, tra gli altri, l’area a nord della Olon, e la tutela del paesaggio, come ad esempio la protezione del Villaggio Fiat.

Una variante che fissa priorità, obiettivi e progetti precisi per il futuro della nostra città e che mette al centro del suo sviluppo la sempre migliore vivibilità e qualità dell’abitare - ha detto la sindaca - . Si tratta di uno strumento di pianificazione fondamentale per Settimo e proprio per questo motivo ritengo importante che i cittadini ne siano informati.

Un ringraziamento agli uffici comunali, alla società SAT e a chi ha collaborato in questi anni per l’enorme e prezioso lavoro realizzato con grande competenza e cura per il futuro della nostra città. E naturalmente grazie a chi ancora lavorerà in questi mesi per i prossimi passaggi e atti fondamentali che servono a concludere questo percorso con la definitiva approvazione nell’autunno del 2023”.


La rigenerazione urbana

L’incentivo alla rigenerazione urbana è un altro degli elementi centrali. La variante, nel proseguire questo percorso, prevede la trasformazione di alcuni “vuoti urbani” e aree da riqualificare. Ad esempio il complesso di via Cena e quello di via Monviso, che si punta a rigenerare conservando la funzione commerciale e integrandola con quella residenziale.

La riqualificazione passa anche attraverso il potenziamento dei servizi pubblici: è il caso dell’ex supermercato LD di via Schiapparelli, che diventerà il nuovo comando della polizia municipale. Il servizio darà nuova centralità a quella parte di Borgo Nuovo, che dialogherà con l’asse di via Fantina, la cui riqualificazione è già avviata.

L’ex Dado, inagibile da tempo, verrà inoltre abbattuto e ospiterà 10 nuove case popolari, rivitalizzando un complesso abbandonato da anni e conseguentemente l’area vicina.

Con la stessa logica, la variante pone le condizioni per la trasformazione della centrale termica del Villaggio Fiat, ormai in disuso, per la rigenerazione del complesso 5 Torri e per i terreni di via Moglia delle ex acciaierie Ferrero contigui al Bennet, compresa l’area che ospitava l’ex palazzina ASM. La rigenerazione urbana passa anche dal favorire il cambio di destinazione d’uso di aree artigianali inserite nel contesto urbano che potranno diventare residenziali più facilmente.

Sono 163mila metri quadri di suolo edificabile che ritornano “liberi”

Significativo il processo di contenimento di consumo del suolo: la proposta di variante non introduce nuova edificabilità, anzi riduce la superficie su cui si potrà costruire di circa 163mila metri quadri . “La città, a nostro parere, non ha bisogno di estendersi oltre. - continua la sindaca - La sua forma complessiva è definita. Piuttosto, nella nostra proposta puntiamo a promuovere, laddove possibile, il passaggio inverso, ovvero la trasformazione di aree edificabili in aree verdi. Oppure la riduzione della superficie oggi edificabile con il contenimento della capacità edificatoria dei singoli lotti”.

I diritti edificatori acquisiti

Vengono conservate parte delle possibilità edificatorie previste dall’attuale piano regolatore e gli interventi per cui è già stato rilasciato il permesso a costruire. La variante comprende anche i terreni oggi liberi su cui resta possibile costruire. Il lotto più impattante, fra questi ultimi, è un terreno fra corso Piemonte e via Bergamo. Qui, nei prossimi mesi dovrebbe partire il cantiere per la realizzazione di villette mono e bifamiliari (massimo 2 piani). Il terreno era già edificabile e la variante si limita a integrarlo nel contesto generale.

La valorizzazione del verde e dei parchi

A proposito di ambiente e sostenibilità, la variante tutela il più possibile il suolo libero con l’obiettivo di valorizzarlo con aree parco o zone di forestazione. È il caso di un vasto appezzamento (136mila metri quadrati) al confine con Falchera. Secondo lo stesso principio, si punta a estendere il parco fluviale del Po. Nella proposta di variante, sono inserite su vari lotti edificatori le monetizzazioni delle opere di urbanizzazione che dovranno servire al Comune all’estensione dei suoi parchi. “La nostra città vista dall’alto non è porosa - continua Piastra - ma stiamo cercando di cambiarla per aggiungere aree verdi. E oggi siamo a 94 metri quadrati di verde per ogni abitante. Siamo una delle città più verdi d’Italia anche se è difficile immaginarlo”.

Anche sulla base di questo concetto, si punta a rafforzare la funzione parco dell’area a ridosso del Po lungo l’asse della statale 11 fra via Gribaudia e via Castiglione. Un’operazione simile si punta a fare, seppure più in piccolo, con l’area fra la ferrovia e la scuola Gramsci, oggi a destinazione ferroviaria, che sarà destinata a parco.

Tutela del paesaggio

Uno degli elementi di pianificazione più caratterizzanti della proposta di variante riguarda il consolidamento dei paesaggi.

A Settimo ne esistono 3: quello urbano e industriale (prevalentemente nell’area ovest, Pescarito e Cebrosa), quello agricolo (più esteso nell’area nordest), e quello fluviale (nella parte a sud).

La variante generale è stata discussa e approvata in consiglio comunale e si apre ora la fase di osservazione, nella quale cittadini, enti e imprese potranno presentare osservazioni che il Consiglio sarà chiamato a valutare ed eventualmente recepire o respingere. “La variante generale è lo strumento che pone le basi per il futuro della nostra città proseguendo un lungo periodo di importanti trasformazioni che hanno cambiato il volto di Settimo. - conclude Elena Piastra - Abbiamo cercato di svilupparla in chiave di sostenibilità, coniugando le necessità di crescita secondo canoni nuovi: riducendo al massimo l’estensione del costruito e ragionando su un modello di sviluppo certamente anche produttivo e industriale, che abbia come priorità la qualità della vita delle persone”.

Pultrone (Insieme per Settimo): “Non ci sono idee concrete, sono sogni senza una visione”

In foto Antonino Pultrone

In foto Antonino Pultrone

Antonino Pultrone, segretario della lista civica “Insieme per Settimo” critica la Variante Generale e la definisce “Un libro dei sogni utile per i social media e facebook”. Secondo Pultrone, il progetto presentato in Consiglio comunale poteva essere l’occasione buona per dimostrare la “politica innovativa” dell’amministrazione di Elena Piastra e invece, secondo il segretario di Insieme per Settimo, “Ci troviamo una variante in continuità con le precedenti amministrazioni, mantenendo la maggior parte dei contenuti della variante 30 approvata nel 2014 e derivante dalle idee di sviluppo  urbano ed extraurbano dei sindaci Ossola e Corgiat. - continua Pultrone - . Un piano regolatore può anche essere un libro dei sogni ma deve contenere progetti concreti che possano essere realizzati dai cittadini nell’arco della loro vita”. 

Anche sulla riqualificazione e riuso di edifici già esistenti, delle aree degradate e del centro cittadino, Antonino Pultrone sottolinea alcune considerazioni “Tutto assolutamente condivisibile - dice - ma politicamente non si fa alcun cenno alle incentivazioni degli Oneri di Urbanizzazione, oltre a quelli già previsti dal vigente regolamento energetico, in quanto non più allineati ai continui aumenti dei materiali per costruire edifici “green” sostenibili dal punto di vista ambientale a consumo energetico quasi a zero, agli oneri comunali per l’occupazione del suolo pubblico dei ponteggi indispensabili a realizzare la costruzione e per la sicurezza dei lavoratori, oggi diventati costi troppo alti per le imprese costruttrici e per i singoli cittadini privati”. Il segretario di Insieme per Settimo punta il dito anche sulle piste ciclabili, senza una continuità, e sui trasporti pubblici, senza coordinamento politico con i comuni vicini. Infine il commercio cittadino, messo in pericolo dai colossi come Torino Outlet, Settimo Cielo e prossimamente To Dream, alle porte della città. “Forse si potrebbe intervenire per rendere più interessanti le zone dello shopping settimese - dice - e allo stesso tempo aiutandolo con compensazioni economiche”. E infine “Manca una visione politica e urbanistica sull’area Laguna Verde - conclude Pultrone - , la variante non la tocca e prende tempo per una revisione di tutta l’area. E manca anche sui servizi sanitari, come l’Ospedale, la Città della Salute prevista dall’amministrazione Puppo, e il Poliambulatorio di via Leini. Purtroppo, non ci sono idee”.

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