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13 Settembre 2023 - 17:18
Come sempre Ivrea risponde bene alle iniziative sui diritti sociali e del lavoro. Se ne è avuta conferma con l’avvio della raccolta firme per la Legge di iniziativa popolare sul Salario Minimo proposta da Unione Popolare, che ha visto un’alta adesione di cittadine e cittadini di tutte le età.
"Abbiamo iniziato nel quartiere Bellavista sabato 2 settembre - raccontano i militanti - e sabato scorso eravamo al Movicentro, due aree differenti che hanno dato identica positiva risposta....".
I prossimi punti di raccolta con orario 10-12.30 saranno: sabato 16 settembre a Rivarolo (mercato cittadino) e sabato 23 e sabato 30 settembre a Ivrea in piazza Balla
Si può firmare presso il proprio comune di residenza.
"Il salario minimo - commentano da Unione Popolare - esiste in gran parte dei Paesi europei, mentre in Italia siamo solo alle parole, ma di concreto nessun governo finora ha fatto nulla, pur essendo nelle loro facoltà, per fissare una paga oraria minima per legge. Per questo in Italia si possono avere contratti da 3-5 euro all’ora che certo non permettono ad una persona di mantenersi, meno che mai ad una famiglia. In Italia un giovane su quattro è a rischio povertà e l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui dal 1990 i salari sono diminuiti, contro una crescita importante negli altri paesi. Milioni di persone oggi, soprattutto se giovani e donne, ricevono retribuzioni sotto i mille euro delle quali l’inflazione prodotta da guerra e sanzioni in due anni ha ridotto il potere d’acquisto del 20%. Non si può attendere oltre di fronte al dilagare del lavoro povero che colpisce milioni di lavoratrici e lavoratori cui la contrattazione sindacale da molti anni non è più in grado di garantire salari dignitosi...".
“Abbiamo scelto la via della Legge di iniziativa popolare perché gli attuali regolamenti impongono al Parlamento, qualora si raggiunga il numero di firme richiesto, di pronunciarsi sulla proposta. – dichiara Cadigia Perini, già candidata sindaca per Unione Popolare a Ivrea - La nostra è quindi una proposta concreta contro l’impoverimento dilagante e per il rispetto della Costituzione che all’art. 36 afferma che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".
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