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Ivrea

Caro sindaco: "Ci siamo rotti le scatole". Smat, Ivrea Parcheggi, SCS nell'occhio del ciclone

Luoghi di inefficienze e sprechi. Luoghi di potere e di poltrone.

Stefano Sertoli

Stefano Sertoli

La notizia è arrivata come una doccia fredda con l'annuale relazione sulla aziende Partecipate, l'altra sera, in consiglio comunale. L’Amministrazione comunale ha, annunciato di aver dato mandato alla Fondazione Guelpa di dismettere la propria quota dell’11,9 per cento nella società Benefit Mozart srl “prendendo atto della decisione di quest’ultima di procedere in tal senso”, ma anche perchè fatte tutte le verifiche "mancherebbe un piano industriale"

"Una decisione obbligata dalla legge - ha spiegato l'assessora Costanza Casali - non foss’altro che dall’analisi dei bilanci emergono “perdite” negli ultimi 3 esercizi e un fatturato medio inferiore alla soglia di un milione di euro. Abbiamo fatto di tutto, purtroppo la normativa non ci permette di andare avanti e la Corte dei conti ci aveva già chiesto spiegazioni...".

Nella relazione anche "Ivrea Parcheggi", SCS, Smat, tutte in ottimo stato di salute, quindi, secondo l'esecutivo da "mantenere".

"Manca una relazione politica - ha inforcato il capogruppo del Pd Maurizio Perinetti - Avete venduto la quota in Banca Etica ma avete sparato sulla Croce Rossa. Era innocua e aveva un forte senso politico. E' un banca che opera senza scopo di lucro...".

E poi su Mozart puntando tutto sull'incapacità dell'esecutivo di relazionarsi in modo corretto con le istituzioni cittadine o con il Liceo Musicale. "Voglio ricordare qual era stata la motivazione per quell’operazione lì - ha sottolineato - Poter contare come soci e a prezzi convenzionati di una sala pubblica per la città. Santa Marta il più delle volte è occupata. Non siamo assolutamente soddisfatti..". I giudizi negativi di Perinetti peraltro si sono estesi anche ai rapporti che legano il Comune a Smat.

"Ci siamo rotti le scatole - ha stigmatizzato - le cose non vanno affatto bene. Via Strusiglia è di nuovo rotta. Mi han detto che stanno cambiando un tubo del gas, che si è spaccato durante i lavori precedenti. Chi controlla le società che eseguono i lavori? Vogliamo parlare del collettore fognario di Canton Gabriel? I soldi erano già a bilancio ma siamo ancora lì che attendiamo. Secondo me questa giunta manca di autorevolezza e questo mi preoccupa ancora di più...!".

Per la cronaca il progetto definitivo (1,3 milioni di euro) per le nuove fognature di via Canton Gabriel e via Chiavarotta era stato approvato nell'estate del 2021. Si tratta, manca a dirlo, di un impegno concreto per proteggere il lago San Michele e in tal senso, nella primavera del 2019, c’era stata anche una raccolta firme da parte dei cittadini.

Tant'è! 

Sull'inesistenza di una relazione politica s'è lamentato anche il consigliere comunale Francesco Comotto ("Quello che ci si aspetta è la relazione del sindaco..."). Anche lui ha puntato il dito su Smat ("In via Cappuccini  c'e un cantiere perenne che sembra di essere a Carnevale. Fanno e disfano senza avvisare i cittadini e negli ultimi 100 metri a senso unico è il caos. L'Amministrazione sta controllando?") e sull'assenza di dibattito intorno a Mozart ("Non ne sapevamo nulla e lo abbiamo preso adesso.Noi lo dicemmo ai tempi dell’acquisto della nuda proprietà che era un’operazione che non andava fatta. Io non credo che le risultanze contabili fossero diverse da oggi...".)

Francesco Comotto di Viviamo Ivrea

Nulla da aggiungere su tutto il resto, s'intende che Comotto non abbia già detto in mille altre occasioni. Questa volta si è concentrato sugli utili e sui soldi che finiscono in tasse, soldi dei cittadini che si sarebbero potuti spendere per fare cose.

"Ci mancherebbe ancora che una società che controlla i parcheggi va in rosso - ha stigmatizzato - Ha un milione di fatturato. Ha un utile e abbiamo versato allo stato 48 mila euro. Smat fa 34 milioni di utili e versa 12 milioni di tasse. Con SCS che ha un utile di 800 mila euro, allo Stato abbiamo regalato 137 mila euro... Peraltro in questi cinque anni non abbiamo mai visto un rappresentante della SCS. Mai c'è stato un dibattito sulla raccolta rifiuti. Siamo fermi al 60% di 10 anni fa e gli altri ci sono passati davanti ...".

Al coro di critiche si è unito anche il grillino Massimo Fresc tirando le orecchie alla maggioranza per quel suo porsi in maniera subalterna nei confronti delle Aziende Partecipate. Fresc ha sottolineato che cosa sono state nel passato. Luoghi di inefficienze e sprechi. Luoghi di potere e di poltrone. Utilizzate per operazioni che le Amministrazioni comunali non erano in grado di fare direttamente. "E’ la natura stessa della partecipate che deve preoccuparci - è sbottato - per questo il legislatore ci invita a controllarle. Non sono inserite nel libero mercato. Non sono competitive. Gli stimoli dovrebbero arrivare dall’Amministrazione...".

E anche sui consorzi qualche cosa da dire ci sarebbe. "E' da 15 anni che In.rete ha lo stesso presidente...".

In ogni caso e come già sappiamo il punto all'ordine del giorno è stato bocciato. A lamentarsi, in quest'occasione, anche un nutrito gruppo di consiglieri di maggioranza: Maria Piras, Anna Bono, Enrico Marchiori e la new entry Fernando Pivato. 

Tornando a Mozart

Se il Comune fosse stato un socio come gli altri, insieme a loro avrebbe anche potuto decidere di “ripianare” le perdite, ma così non è.

Per la cronaca quando parliamo di Mozart facciamo riferimento ad una società costituita nel 2017 con lo scopo di acquistare l’immobile di corso Massimo D’Azeglio (duemila metri quadri) in cui ha sede il Liceo Musicale, quindi promuovere l’insegnamento, lo sviluppo, la divulgazione e l’educazione in qualsiasi forma di attività culturali, musicali, concertistiche, teatrali e nel campo della danza. 

Ad aprire per prima una faro sulla società era stata qualche mese fa la Corte dei Conti. In particolare i giudici avevano richiesto  maggiori informazioni  sulla decisione di acquistare quote per 50 mila euro presa da Fondazione Guelpa, nel 2019. 

A farli insospettire il ricorso presentato dall’avvocato Franca Vallino (uno degli ex membri del cda insieme ad Alfredo Boni, Marco Liore, Teresa Skurzak e il presidente Luca Beatrice). 

Franca Vallino

S’aggiungeva la delibera di ricognizione delle società partecipate, approvata dal consiglio comunale lo scorso anno in cui si leggeva che Mozart “presentava condizioni che comporterebbero l’adozione di interventi di razionalizzazione….” e ancora che il Comune aveva richiesto alla Fondazione Guelpa una rendicontazione sulla gestione della società “riservandosi di definire, eventuali azioni di razionalizzazione, tra cui l’eventuale dismissione della partecipazione nel caso ne emergessero i profili di criticità….”. 

Parole forti, talmente forti che in quell’occasione il capogruppo della Lega Anna Bono ad un certo punto era saltata sulla sedia "sbottando" di non aver mai saputo nulla dell’acquisto… Smemorata!

Morale? 

La Corte dei Conti si chiedeva in che modo l’Amministrazione comunale avesse esercitato il controllo e se la Fondazione Guelpa avesse poi effettivamente rendicontato “sulla gestione della società..”. 

Oggi si sa che dal 2017 in avanti si sono susseguite una serie di perdite, di circa 7 mila euro nel 2017, poi di 25 nel 2018 e nel 2019 di circa 14 nel 2020 e di quasi 12 nel 2021.

“Dall’Analisi dei dati e delle caratteristiche operative della società – scriveva la Corte dei Conti – emergono condizioni (società priva di dipendenti con perdite negli ultimi 3 esercizi e con fatturato medio dell’ultimo triennio inferiore alla soglia di un milione) che comporterebbero l’obbligo di avviare azioni di razionalizzazione ai sensi dell’articolo 20 del Dlgs 175/2016; tuttavia trattasi di condizioni connaturate all’attuale situazione della società che risulta costituita nel 2017 ed attualmente inattiva…”. 

Entro la fine di quest’anno, non si fosse deciso quel che si è deciso, per mantenere la partecipazione l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto inviare alla Corte dei Conti una lunga serie di informazioni sul valore della produzione e sul risultato economico. E sempre alla Corte dei Conti ci si sarebbe dovuti giustificare per eventuali  contributi erogati dal Comune o dalla Fondazione Guelpa a Mozart e al Liceo. 

Insomma, sarebbe stata una bella gatta da pelare, ancor più perchè tutte queste domande sembravano voler dare una risposta anche al ricorso presentato dall’ex consigliere di amministrazione Franca Vallino  su un edificio acquistato da Mozart, ristrutturato e poi ceduto in comodato d’uso alle associazioni che già  lo utilizzavano (Liceo musicale, Scuola di Danza, Scuola di Teatro, Cittadella della Musica e della Cultura, Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte e Coro Mozart). 

“Il cda – puntualizzava in allora Vallino  – non ha esaminato  alcuna documentazione e neanche l’esposizione bancaria con l’Istituto d’Alba di 250 mila euro con relativa iscrizione di ipoteca per 500 mila in virtù del mutuo contratto per l’acquisto dell’ l’Auditorium…”. 

Che poi secondo Vallino quel che il cda non aveva capito è che Mozart aveva acquisito la nuda proprietà dell’immobile in cui si trova l’Auditorium e il Liceo Musicale s’era trasformato in Usufruttuario. 

Insomma, per l’avvocato Franca Vallino si sarebbe trattato di una mera operazione immobiliare. 

L’idea

La Fondazione Guelpa su pressione dell’allora Amministrazione comunale guidata da CArlo Della Pepa decise in entrate in Mozart nel 2018, quasi sul finire del mandato. La palla poi passò all’attuale Amministrazione comunale che la condivise insieme a un nutrito gruppo di imprenditori locali pronti a mettere mano al proprio portafoglio per restituire alla collettività gli spazi di San Lorenzo del Liceo Musicale ed in particolare l’auditorium di cui era stata ottenuta l’agibilità in seguito a dei grossi lavori eseguiti. 

Un contributo come segno di apprezzamento da parte dell’amministrazione comunale su questo progetto, immaginando in cambio un accordo per poter usufruire dell’auditorium a prezzi convenzionati per attività promosse o patrocinate dal Comune. 

All’accordo, manco a dirlo, non s’è mai dato un seguito...

Le critiche

L'ex consigliere comunale e ex assessore del Pd Andrea Benedino

Tra i più critici c'è l'ex consigliere comunale nonché assessore Andrea Benedino.

"Fare l’assessore alla cultura o il sindaco in una città come Ivrea - dice - significa anche assumersi delle responsabilità e non solo passare da un vernissage all’altro o dare pacche sulle spalle: significa discutere e negoziare accordi e dare un senso anche operativo alle decisioni amministrative. Ciò che in questi anni non è stato fatto, trascinando questa situazione senza occuparsene e senza dare attuazione alle scelte che erano state compiute, peraltro con la condivisione dell'attuale sindaco. La recente decisione di vendere le quote, a mio avviso sbagliata ma emblematica dell'incapacità e inadeguatezza degli attuali amministratori della cosa pubblica della nostra città...".

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