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Il Partito Liberale Italiano riparte da Ivrea

C'era una volta il Pentapartito. Le giravolte di Diego Borla

Partito liberale italiano

Partito liberale italiano

Insieme alla DC, al PRI, al PSDI e al PSI, per anni è stato una costola del famoso "pentapartito". Qualcuno se lo ricorda ancora? Parliamo del PLI (Partito liberale italiano). Altri tempi. Prima repubblica. Incredibile ma vero a volte ritornano ed è rispuntato fuori, con un tempismo "svizzero", a pochi mesi dalla amministrative per il rinnovo del consiglio comunale. E' successo sabato scorso proprio a Ivrea dov'è stata intitolata una sezione a Mauro Borla che negli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo fu un importante esponente proprio di questo partito  e ricoprì il ruolo di consigliere comunale. Ad alzare il calice con lo spumante brut e a promuovere un incontro con il Presidente del Consiglio Nazionale e Commissario per il Piemonte  Diego Di Pierro, un nutrito gruppo di cittadini.

Diego Borla

Sabato è stato anche eletto l’organismo direttivo con Diego Borla Segretario per Ivrea, Paolo Cafasso vice segretario, Alessandra Vecchietti Presidente, Antonino Bagnato Vice presidente e Alessio Alessandrini responsabile dei giovani. Tra i promotori anche Giancarlo Spagna.

«Torna a Ivrea il Partito Liberare proprio nell’anno, il 2022, che segna il secolo di vita per questo soggetto politico fondamentale nella storia d’Italia - evidenzia il nuovo direttivo in una nota -. Siamo consapevoli che la strada che abbiamo davanti sarà difficile, ma confidiamo di avere sostegno e riconoscimento da parte di quelle persone che da troppo tempo aspettavano un soggetto politico liberale su questo territorio. A loro, che riteniamo essere tanti, ci rivolgiamo e speriamo che vogliano percorrere insieme a noi la strada che abbiamo scelto». 

«Il Partito Liberale, nel Canavese, ma anche in Italia - ha evidenziato Di Pierro - sta rinascendo e ricomincia da zero: questo è importante perché ci mette tutti sullo stesso piano, senza primi della classe. Occorre lavorare tutti insieme».

La speranza è che finalmente Diego Borla abbia trovato una casacca che non gli stia stretta né troppo larga. Ex segretario cittadino di Forza Italia sotto il cui simbolo ha vestito per tanti anni i panni di consigliere comunale di minoranza insieme a Tommaso Gilardini, durante questa legislatura ha un po' fatto la trottola, abbandonando Berlusconi e, soprattuto la senatrice Virginia Tiraboschi per approdare agli svariati movimenti dello zero virgola messi in pista da Giovanni Toti, c'è da dire con non troppa soddisfazione.

Un po' di storia

Fondato da Emilio Borzino, a Bologna, l'8 ottobre 1922, assunse un atteggiamento di collaborazione con il governo fascista fino al delitto Matteottidel 1924.

Quando, in seguito al II Congresso di Livorno, prese le distanze dal fascismo, fu messo fuori legge nel 1925 e ricostituito nell'estate del 1943, per iniziativa di Benedetto Croce e Luigi Einaudi

Il PLI ha svolto in Prima Repubblica un ruolo abbastanza modesto nel panorama politico italiano, a causa di un limitato consenso elettorale; tuttavia esercitò sempre un notevole prestigio intellettuale ed espresse i primi due presidenti della Repubblica Italiana: Enrico De Nicola e Luigi Einaudi.

Al suo interno vi fu a lungo un contrasto assai acceso tra le varie correnti, in particolare nel primo decennio del dopoguerra.

Caratterizzato dal liberalismo riformatore di Croce, il PLI si spostò successivamente su posizioni conservatrici, in particolare sotto la segreteria di Roberto Lucifero (1947-48). Riportato sulla linea di centro laico dal suo successore Bruno Villabruna, ebbe una nuova modifica del suo indirizzo politico verso posizioni liberiste sotto la segreteria di Giovanni Malagodi dal 1954.

La componente che si rifaceva alla cultura della sinistra liberale e che si raccoglieva attorno al giornale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, già uscita una prima volta nel 1948 (costituendo il MLI), per poi tornare al Convegno per l'unificazione delle forze liberali di Torino nel 1951, assunse un'opposizione intransigente a Malagodi e si distaccò definitivamente dal PLI nel 1955 per fondare il Partito Radicale.

Sotto la leadership di Malagodi il PLI si distinse per la sua opposizione ai governi di centro-sinistra, rifiutando nello stesso tempo ogni compromesso con la destra estrema del MSI e dei monarchici. Solo nel 1972 ritornò ad un governo centrista guidato da Giulio Andreotti, con Malagodi ministro del Tesoro. Dopo il declino di questa politica, nel 1976 il partito subì una nuova correzione dell'indirizzo politico verso sinistra, guidata dal nuovo segretario Valerio Zanone. Partecipò negli anni 80 a numerosi governi pentapartitici.

A livello internazionale il PLI è stato tra i fondatori dell'Internazionale Liberale nel 1947 ed è sempre stato membro dei Gruppi Liberali e Democratici Europei.

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