Cerca

La novità

Ai Pifferi il Castellazzo di via Arduino. Notizia effetto "wow"

Dopo due anni dalla chiusura e dallo sgombero degli anarchici

Piffer

Pifferi e tamburi

Ci hanno pensato per mesi. Per settimane non sono riusciti a prendere sonno. Incubi. Sudori freddi. Tosse cattiva. Poi, d'un tratto, ecco l'idea. Perchè non risistemare il "Castellazzo" e darlo in locazione all'Associazione "Pifferi e tamburi"? Già, perchè no?

Il sogno s'è trasformato in idea e l'idea s'è immediatamente concretizzata in una voce di bilancio.

92 mila euro tondi tondi... Il Castellazzo come "ancora di salvezza", come unico progetto realizzato, da inaugurare nel bel mezzo della campagna elettorale per far dimenticare le tante "incompiute" di questi cinque anni di governo tutto a centrodestra con la Lega a fare da timoniere e Stefano Sertoli da pompiere a cominciare dalla nuova biblioteca... 

La notizia, con effetto "wow", è arrivata nel bel mezzo del consiglio comunale riunitosi l'altra sera.

A darla con toni "serafici" e allo stesso tempo "provocatori", è stata la vicesindaca Elisabetta Piccoli, assente l'assessore Michele Cafarelli, ricoverato d'urgenza qualche ora prima.

E vabbè...

Non tanto bene per il capogruppo del Pd Maurizio Perinetti. "Ci avete buttato lì il Castellazzo ma non abbiamo capito che cosa volete farci. Non se n'era mai parlato fino ad ora e non è certo questo il posto per prendere atto di un progetto così a scatola chiusa...".

Dello stesso avviso Francesco Comotto di Viviamo Ivrea."Cos'è questa storia del Castellazzo… Da dove esce?  Non abbiamo mai visto un progetto… Forse ste cose bisognerebbe farcele sapere prima.  Qui non si dibatte mai…"

L'idea è sistemare il Castellazzo, affidare a loro una parte e utilizzare il piano terra per ricevimenti, come una seconda sala Santa Marta o anche solo per una pifferata...

Enigmatica la Piccoli: "I Pifferi sono l'ultima associazione tra quelle sgomberate dall'Ex Valalcino a non avere ancora avuto una sistemazione definitiva. In questo momento condividono gli spazi della Banda Musicale. L'idea è sistemare il Castellazzo, affidare a loro una parte e utilizzare il piano terra per ricevimenti, come una seconda sala Santa Marta o anche solo per una pifferata... La risistemazione va anche vista nell'ottica di miglioramento di via Arduino".

E poi ancora. "Non abbiamo ancora investito la commissione preposta perchè non c'è nulla...".

Punto a capo, fine delle argomentazioni.

Il Castellazzo: la chiusura del Centro Sociale

Chiuso dal 25 agosto del 2019 quando, con poche righe scritte su un pezzo di carta e appiccicate sull'uscio, l'Amministrazione comunale, avvisò gli occupanti, che era stato sostituito il lucchetto e chi avesse lasciato all’interno effetti personali e arredi avrebbe potuto rivolgersi in Municipio o fissare un appuntamento per ritirarli.

Il motivo?  

Durante un sopralluogo dei tecnici, accompagnati dall'allora vice sindaca Elisabetta Ballurio, era stata trovata una mazza in ferro e una foto di Sole e Baleno con su scritto «Vivono nelle lotte».

E per chi non se lo ricordasse Maria Soledad «Sole» ed Edoardo Massari «Baleno» sono i due anarchici che si suicidarono in carcere nel 1998 ingiustamente accusati (lo dirà la Cassazione) di far parte dell’Associazione “I Lupi Grigi”.

Capitava tutto questo a pochi giorni dal presunto stupro avvenuto intorno alle 2 di notte di domenica 11 agosto ai danni di una 17 enne della Valchiusella.   

La giovane si era presentata al commissariato di polizia accompagnata dalla madre. “Avevo appuntamento con un amico che conoscevo bene e si sono poi presentate altre cinque persone – aveva confusamente raccontato alla polizia –   Mi hanno ubriacata e violentata. Mi sono svegliata con i vestiti strappati e numerosi lividi sul corpo…”.  

Tutto si concluse con la richiesta di archiviazione della Sostituta Procuratrice Lea Lamonaca "per non aver trovato riscontri tali da poter cristallizzare la prova della violenza sessuale di gruppo.

In base ai racconti, la ragazza, allora 17enne, per prima cosa telefonò alla madre ( «Vieni a prendermi, sto malissimo»), poi, dopo una doccia, si recarono insieme in ospedale dove venne visitata e dimessa con un referto che gli inquirenti ritengono « piuttosto dubbio». I medici, infatti, non evidenziarono segni inequivocabili di violenza.  C'erano dei lividi ma, per ammissione della ragazza, se li sarebbe procurati cadendo dallo skateboard.

Nei giorni seguenti, su disposizione del pm Lea Lamonaca, una trentina di poliziotti della scientifica del commissariato di Ivrea e della Digos, fecero irruzione nel Centro Sociale alla ricerca – come si legge dagli atti – di indumenti, tracce biologiche, bevande alcoliche ed eventuali sostanze stupefacenti consumate quella notte.  Infine vennero ascoltati in qualità di testimoni tutti e sei ragazzi (italiani e stranieri) di cui uno minorenne. A fare i nomi sarebbe stata proprio la ragazza che in verità, in due incontri con il Procuratore, non disse mai esplicitamente di essere stata violentata da 6 ragazzi ma di ricordare un rapporto sessuale con un paio di loro. Nessuno di loro è mai stato iscritto nel registro degli indagati.

La morale è che a rimetterci furono i frequentatori del Castellazzo, appartenenti all’area anarchica e di estrema sinistra molto vicini al Centro Sociale Torinese Askatasuna.  

Lo stabile

Lo stabile un tempo era un convento e per qualche anno è stato sede di un centro anziani.

Di proprietà comunale, dal 2013, dopo lo scioglimento dell’associazione «Sioux» (con cui il Comune aveva stipulato un comodato d’uso) non ci sono più stati accordi per regolarne l’utilizzo. Per questo era stato occupato degli anarchici di zona.

“Il Castellazzo – si leggeva sul profilo Fb del centro sociale nell'agosto del 2019– era chiuso dal 9 agosto e avrebbe riaperto il 27. Questi bastardi schifosi hanno scassinato la porta, tagliando il lucchetto nuovo e il suo supporto. Il 12 agosto alcuni componenti del collettivo si sono accorti dell’effrazione. Qualunque cosa sia successa, speriamo che queste persone vengano trovate dalla polizia prima che da noi. Avendo trovato la porta scassinata, e non sapendo cosa fosse successo, l’abbiamo riparata”. Il ‘Castellazzo’ condanna “cose aberranti contro cui lottiamo. Esprimiamo solidarietà alla ragazza vittima degli abusi. A chi ha commesso questo atto diciamo solo che gli conviene costituirsi o emigrare il più lontano possibile”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori