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Dieci mesi dopo la morte di Don Ugo ecco Don David: sulle sue spalle le chiese dell'Oltrestura

Ieri l'accoglienza a Cafasse tra sindaci, associazioni e cittadini

Don David Duò

Don David Duò

Accanto a lui ci saranno don Andrea Notario, don Aldo Bertinetti e i diaconi Domenico Nardella e Giuseppe Zoccoletti. Don David Duò ha cominciato ieri, 30 settembre, la sua nuova avventura alla guida dell'Unità pastorale 33. Il suo arrivo è di fatto dovuto alla morte di don Ugo Borla, il prete scomparso improvvisamente lo scorso gennaio e che ha lasciato la comunità dell'oltrestura con un vuoto e tanti interrogativi.

L'accoglienza di Don David

Ieri Don David è stato accolto a Cafasse da popolazione, associazioni e sindaci dei comuni di Robassomero, Cafasse e Vallo. Proveniente da Collegno, ordinato nel giugno del 2007, giovane e intraprendente, Don David lavorerà per continuare l'opera dell'amatissimo Don Ugo.

Don David ha 55 anni, originario del biellese, con una radicata esperienza nella Parrocchia di Collegno. La presenza di un parroco giovane in un paese che, per la sua morfologia geografica allungata, tende a disperdere le energie ed i momenti di raccoglimento spirituale è sicuramente un fatto rasserenante.

Foto di Milena Brezil

Come abbiamo detto, sostituirà Ugo Borla, il parroco nato a Lanzo l'8 febbraio del 1961, figlio dell'indimenticato Cesare Borla. Don Ugo fu ordinato a 27 anni, il 22 maggio del 1988. Tanti gli incarichi assunti nella sua vita, nell'ultimo periodo all'interno dell'Unità Pastorale 33.

L'infarto dello scorso gennaio l'aveva colto nella casa parrocchiale di Robassomero, luogo dove Borla aveva lavorato per lungo tempo per la sua comunità.

Un'occasione di unità

L'arrivo del nuovo sacerdote è stata anche l'occasione, per i sindaci della zona, di ribadire l'unità necessaria dei comuni dell'Oltrestura: un'unità che la chiesa può aiutare a costruire col suo potere sociale e di accoglienza. L'ha raccontata bene il presidente Uncem Marco Bussone, originario di Vallo Torinese.

Oltre ad averne parlato sul Risveglio, Bussone ha ribadito sui social che "anche la Chiesa, non solo a Torino e nel Ciriacese, punta su coesione e superamento dei confini 'amministrativi' delle parrocchie". Un solo motto: "Società più unità, territorio più vero e forte. Un percorso che continua, non semplice, che dovrà permettere ai sacerdoti (e ai Sindaci) di essere 'costruttori di comunità vive', che 'camminano insieme', come già affermava il cardinale Michele Pellegrino nel 1977".

Tanti i sindaci e le associazioni presenti ieri

Come ricorda Bussone, questi impegni non sono nuovi, "visto che già nel 1970 con la rivista 'Una strada per cinque paesi', si montava un percorso di sinergia, di unità vera, di rapporti nuovi e di reciproca stima. Ma anche di lavoro insieme - come hanno fatto i cori delle parrocchie in vista di sabato - preghiera, innovazione ed eliminazione di vecchie incrostazioni per essere più fedeli e "generare una Chiesa locale viva, giovane, aperta, inclusiva, mossa dallo Spirito Santo, dove i doni gerarchici e i doni carismatici insieme si intrecciano e rendono belle parrocchie e comunità". Impegni che di certo don Duò ribadirà nella prima omelia sabato prossimo a Cafasse".

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