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Cronaca
09 Gennaio 2023 - 00:09
Don Ugo Borla
È morto ieri in serata Don Ugo Borla, parroco di Robassomero. Secondo le prime informazioni, il sacerdote avrebbe accusato un malore in serata. L'arrivo dell'ambulanza non sarebbe servito a nulla: non è stato possibile rianimarlo. Diversi robassomeresi hanno già scritto sui social network del loro "Don" con parole di tristezza e di cordoglio.
"Buonasera concittadini - ha scritto una di loro - ci stringiamo al dolore della popolazione di Robassomero, per la grande Perdita del nostro Parocco Don Ugo, mancato alla nostra comunità prematuramente, questa sera".
Ugo Borla era nato a Lanzo l'8 febbraio del 1961, figlio dell'indimenticato Cesare Borla, mancato a 84 anni l'anno scorso, infermiere alla Radiologia di Lanzo. Fu ordinato a 27 anni, il 22 maggio del 1988. Tanti gli incarichi assunti nella sua vita, nell'ultimo periodo all'interno dell'Unità Pastorale 33. L'infarto di ieri sera l'ha colto nella casa parrocchiale di Robassomero, luogo dove Borla aveva lavorato per lungo tempo per la sua comunità.
Don Ugo Borla mentre celebra messa
La morte di Borla ha scatenato subito anche il cordoglio dell'Arcivescovo Monsignor Roberto Repole, che ha iniziato a scrivere messaggi di vicinanza. Sconvolte anche le vicine comunità di Monasterolo, frazione di Cafasse, e Vallo Torinese. Due comunità presso le quali Borla era stato amministratore parrocchiale negli ultimi tre anni.
Ma non solo. Lo dicevamo: la figura di Borla è importante in tutta l'Unità Pastorale 33. Unità Pastorale che Borla, assieme a don Andrea Notario di Fiano, ha guidato, assieme a due diaconi e al sacerdote don Aldo Bertinetti, che giusto ieri ha compiuto ottant'anni.
Eppure nella sua vita aveva fatto anche molto altro. Era stato, ad esempio, assistente negli ospedali di Ciriè e Lanzo. Una vita spesa sul territorio e per il territorio. Giusto ieri mattina Borla finiva di celebrare le messe nelle sue Vallo e Robassomero. Poi il rientro nella casa parrocchiale e il malore. Una fine che non gli ha permesso di salutare nessuno, e che ha lasciato sconvolta tutta la comunità dell'Oltrestura.
Don Ugo (il primo da sinistra)
La Diocesi di Torino ricorda così la sua vita di fede: "Don Ugo era nato l’8 febbraio 1961 ed era stato ordinato il 22 maggio 1988. Fu vicario parrocchiale a S. Giorgio Martire in Torino (1988-1993) e a S. Maria e S. Giovanni Evangelista in Caselle T.se (1993-1995), e poi per 27 anni, fino al suo decesso, fu parroco a S. Caterina Vergine e Martire in Robassomero (dal 1995). Tra il 2019 e il 2021 assunse l’incarico di amministratore parrocchiale e legale rappresentante a Cafasse e Vallo T.se; dal 2019 era moderatore dell’Unità Pastorale n. 33 (Cafasse). Per un periodo fu anche assistente religioso del presidio ospedaliero di Ciriè-Lanzo".
Chi volesse salutare per l'ultima volta Don Ugo potrà farlo nelle seguenti date:
Da lunedì 9 gennaio: Camera ardente allestita nella parrocchia di Robassomero.
Lunedì 9 e martedì 10 gennaio alle 20.30: Veglie di preghiera nella parrocchia di Robassomero.
Mercoledì 11 gennaio alle 10: celebrazione delle esequie nella stessa parrocchia.
Il ricordo di chi l'ha conosciuto
"Don Ugo è arrivato a Robassomero nel 1995, quando subentrò a Don Piero - racconta Milena, cittadina robassomerese da sempre attiva nel volontariato locale e in parrocchia -. Era un parroco che chiedeva ai suoi parrocchiani e ai cittadini di partecipare alla vita della parrocchia. Si era creata una sorta di grande famiglia, con tante persone che facevano di tutto".
Il ricordo di Milena è commosso: "Don Ugo aveva tante persone che lo seguivano. Ognuno coi propri compiti. Anche se poi era lui che aveva tutto nella testa. Seguiva ormai quattro parrocchie, e quindi la sua mole di impegni era diventata grande. Correva sempre su e giù".
Forse anche per staccare momentaneamente da questi impegni, Don Ugo sarebbe dovuto partire a breve per un ritiro spirituale. La sera del malore si stava preparando.
Anche umanamente, Milena lo ricorda come "persona che aveva una gentilezza enorme, che chiedeva sempre le cose con garbo e che non ha mai approfittato dell'aiuto di nessuno". A Robassomero, Don Ugo lascia delle tracce importanti. L'attività in parrocchia, la creazione di Casa Giorgina, l'aiuto dato ai più deboli, per cui era sempre in prima linea.
"Era la sua missione - prosegue Milena -. Ultimamente aiutava anche molti immigrati, e non solo quelli che scappavano dalla guerra in Ucraina. Li aiutava a trovare una casa e un lavoro". Anche il rapporto coi parrocchiani robassomeresi era diventato sempre più forte e sentito: "Per me - racconta Milena - era diventato quasi un fratello".
"Da oggi siamo tutti più soli"
"Lo abbiamo visto solo ieri mattina a Vallo - racconta Marco Bussone, presidente Uncem e consigliere comunale a Vallo - dove ha fatto una bella omelia sulla volontà di Dio. Un'omelia con cui ha espresso la sua fedeltà alle tante cose che ha dovuto affrontare nell'ultimo periodo".
Marco Bussone, presidente Uncem e consigliere comunale a Vallo Torinese
Borla aveva infatti "avuto l'incombenza di occuparsi di altre parrocchie oltre a Robassomero. Tutte le comunità gli hanno voluto bene, e con lui si era creato un legame molto stretto e affettuoso, come ha ricordato lui stesso ieri mattina". Il ricordo di Bussone "è quello di un sacerdote che ha voluto bene alle sue comunità e che le ha aiutate a essere una grande comunità, e che non ha mai voluto separarle".
Vallo, Monasterolo, Robassomero, tutte unite nell'Unità pastorale 33. Un'unità che per Don Ugo non doveva essere solo formale, fatta di cartapesta, ma reale. "Con la morte di Don Ugo - dice Bussone - siamo tutti più soli. La sua perdita si sentirà moltissimo, perché lui non era solo un riferimento per dire qualche messa, ma era presente sul territorio. Ad esempio, aveva organizzato recentemente un campo scuola per i ragazzi col diacono Nardella. Da parte sua c'è sempre stato un impegno verso le nuove generazioni. Ora servirà un maggior protagonismo dei laici nella vita della Chiesa".
Già, perché la morte di un parroco, in contesti come l'Oltrestura, significa non soltanto la morte di un punto di riferimento per tantissimi fedeli, ma anche di un architrave della vita sociale del territorio.
Il ricordo della politica
Lo si capisce bene dal messaggio scritto stamattina dal Comune di Robassomero: "Il Sindaco Mangani, i consiglieri tutti ed i dipendenti comunali si stringono insieme alla comunità robassomerese alla famiglia di Don Ugo portando il nostro cordoglio. È stato un punto di riferimento per molti di noi e ha cresciuto molte generazioni di Robassomeresi. Mancherà molto a tutti ma i suoi insegnamenti e la sua storia rimarranno nei cuori di tutti noi. L'amministrazione comunale".
Rosalia Mangani, sindaco di Robassomero
"Sicuramente si tratta di una grande perdita - dice Mariarosa Colombatto, sindaco di Varisella -, eravamo a conoscenza delle difficoltà di salute che attraversava ma non pensavamo a una sua dipartita così inaspettata. Avevamo fatto un incontro il mese scorso alla chiesa di Monasterolo che era stato un momento molto gradito e molto importante. Ci eravamo dati appuntamento per continuare questi incontri di comunità in modo da confrontarsi con le varie realtà dell'Oltrestura. Quella di Don Ugo, poi, è una perdita ancorsa più importante perché le nostre guide spirituali stanno diminuendo. Si trattava di una persona aperta e disponibile al confronto".
Mariarosa Colombatto, sindaco di Varisella
"Ho avuto la fortuna di conoscerlo - ci raconta Rinaldo Scarano, consigliere di minoranza a Cafasse per la lista "Progetti in Comune" - nel 2019, quando da poco era diventato parroco di Cafasse. Ricordo una sua convocazione ed una lunga chiacchierata nel suo ufficio in parrocchia a Robassomero".
Sorvolando sui dettagli di quell’incontro, "posso dire di aver avuto la fortuna di conoscere una persona estremamente intelligente e perspicace, molto attenta ai bisogni delle Chiese di Cafasse e Monasterolo. Nonostante la breve permanenza alla guida della nostra Chiesa, infatti, ha sempre cercato di mantenere solidi sia il patrimonio strutturale degli edifici che il patrimonio spirituale dei fedeli che li frequentano".
Rinaldo Scarano, consigliere di minoranza a Cafasse
Borla arrivò "in un momento di forte difficoltà per la nostra comunità ed ha sempre lavorato per unire gli animi. Mancherà molto di questa persona che ha saputo osservare gli eventi con discrezione, senza mai esprimere giudizi. Sicuramente in cuor suo si era fatto un’idea mai rivelata su tante questioni ma credo che questo facesse parte del suo insegnamento".
È molto scosso anche Don Luigi Magnano, parroco di Balangero: "È difficile - dice - sintetizzare in poche righe le doti di Ugo, dall'animo umile e generoso: la sua accoglienza, il suo sorriso per tutti, l'interesse sincero per ogni singola persona; la sua disponibilità verso i bisogni di ognuno, specialmente nel presidio ospedaliero di Ciriè".
Don Luigi ricorda anche "la sua presenza costante che costituiva un grande punto di riferimento e la sua capacità di ascolto". La dedizione di Don Ugo "nel portare a piedi i sacramenti agli ammalati, che egli prediligeva perché segnati dalla sofferenza, la sua misericordia nella consapevolezza che Dio non giudica secondo una legge rigida e inflessibile, ma sa scrutare nel profondo del cuore di ogni uomo" rimarrà nel cuore di chi l'ha conosciuto.
"Il compito precipuo del sacerdote - prosegue ancora Magnano - consiste proprio nel prendersi cura della salute spirituale dei suoi fedeli. Perché l'amore è sempre un punto di partenza positivo da cui può iniziare un dialogo fecondo. Oggi, purtroppo, Don ugo non è più tra noi, ad invitarci col suo esempio a quella santità a cui tutti siamo chiamati, ma quando penso alla presenza di Cristo nel mondo mi piace immaginarla con la dolcezza e le braccia aperte di questo sacerdote".
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