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Lutto
06 Marzo 2023 - 19:50
Lo scorso lunedì 27 febbraio si sono svolti nella Chiesa di San Giovanni i funerali di Graziella Onorante vedova Bosio, di anni 90.
E’ mancata all’improvviso, mentre stava uscendo per una passeggiata, come era solita fare nel vicino viale o nel centro storico attorno al duomo.
Non dimostrava affatto la sua età: giovanile e sorridente, sempre elegante e curata.
GRAZIELLA BORATO aveva 90 anni
Si distingueva per i suoi tratti fini, per l’armonia della persona, per lo sguardo che posava attento a chi incontrava. A 19 anni aveva sposato Natale Bosio, figura di forte personalità conosciuta a Ciriè.
Proveniente dalla carriera militare della Marina, aveva fondato una delle prime scuola- guida della città, mentre a livello politico per lunghi anni aveva ricoperto il ruolo di Consigliere comunale nel Partito Liberale.
Graziella, per quanto avesse studiato da ragioniera, era casalinga, ma con interesse al sociale, alla lettura e alla scrittura.
Era un’assidua e attiva frequentatrice dell’Università della terza età, dove portava i suoi racconti e poesie. Di animo sensibile, per lunghi anni aveva fatto giungere la sua voce alle persone non vedenti.
Come ricorda la figlia Gemma, per molto tempo registrò su cassette letture ad alta voce di libri, permettendo così che venissero sentiti da chi non poteva vedere, quindi leggere di persona. Scriveva poesie e racconti, con cura estrema della parola, per rendere situazioni e sentimenti.
Il diacono Carlo Mazzucchelli, che ha celebrato le esequie, ha ricordato la sua Fede, che risaltava nei tanti colloqui con lei avuti, nella preghiera e nella carità.
Devota a San Padre Pio, in silenzio approfondiva il bisogno conosciuto o segnalato da una persona, e faceva giungere il suo aiuto. “Ha fatto del bene - ha detto di lei il diacono Carlo - restituendo i doni ricevuti, a vantaggio di chi l’ha conosciuta”.
“Creativo era già il nonno - nota la figlia, scrittrice e poetessa - Lavorava il legno, unendo scultura e meccanica: nascevano giocattoli e presepi animati”.
Mentre la nipote Aurora ricorda i suoi insegnamenti con affetto, la figlia Gemma dedica la poesia qui riportata. “E' il saluto scritto nel 1988 alla morte di mio padre ed è indirizzato anche a lei: ora sono insieme” spiega.
Ancora alto, canuto e forte
viaggiava nel passo lento
chino e avvolto nel manto
coperto fin sopra il mento.
Occhi antichi di saggezza,
barba incolta e bianca,
andava per il mondo ancora
quell’anima mai stanca.
Una storia aveva in serbo
da raccontare a un certo indirizzo
quel vecchio strano e informe
che pareva uno schizzo.
Si fermò una notte di neve
presso il fuoco di una casa,
un bimbo rise al suo racconto
la madre gli offrì buon cibo pronto.
Poi all’improvviso s’alzò
il vecchio dalla sedia e salutò
“Il vento del nord mi aspetta”
presto disse e se ne andò.
Prima di coricarsi il bimbo sospirò:
“Quando tornerà qui il nonno?”
ma la madre rispose
“Che dici? Non hai sonno?”
Tutto fu il sogno di una sera
anche se questa è storia vera.
“Il nonno è morto, non torna più”
concluse la madre col capo in giù.
“ Ma io l’ho visto e tu sentito”
ribatte il bimbo innervosito,
“ Era lui, ne son sicuro!
Dagli occhi l’ho riconosciuto”.
Dorme la madre, dorme il bimbo,
nel suo cammino, il vecchio canuto
sorride e dice nel suo limbo:
“Mi era mancato l’ultimo saluto…”
Gemma Bosio
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