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SAN MAURO TORINESE. Un convegno sulla “secessione” della scuola

SAN MAURO TORINESE. Un convegno sulla “secessione” della scuola

In foto, il Municipio di San Mauro Torinese

SAN MAURO TORINESE. Un giovedì sera: una cinquantina di sedie e altrettanti ospiti. Genitori ed insegnanti sotto un fioco lume, concentrati ad ascoltare le promesse di una nuova Scuola. Questo è stata “Homeschooling. I benefici di un’educazione personalizzata”, la conferenza che il 9 settembre, presso la Sala Conferenze “Irma Antonetto”, Manuela Bonafortuna, Alessandra Fenoglio e Antonella Impetuoso hanno tenuto davanti ad un nutrito gruppo di concittadini alla ricerca dei nuovi confini dell’istruzione per i propri figli e la candidata alla fascia di primo cittadino sanmaurese, Paola Antonetto. Non sembra che abbia bisogno di troppe presentazioni, Manuela Bonafortuna. La professoressa sanmaurese, anche lei in lizza per la tornata elettorale del 3-4 ottobre con il centro-destra.Ora pare ci stia riprovando: a saltare fuori dalla massa con il progetto ambizioso di diffondere il verbo della cosiddetta “educazione parentale”, un’opportunità concessa dal nostro ordinamento giuridico. Trattasi di una possibilità presa in considerazione dal Miur e tutelata da nutrita letteratura giuridica, che concede alla famiglia che lo ritenesse necessario e di concerto si trovasse nelle possibilità economiche e di cultura minime, di poter provvedere autonomamente alla formazione del figlio. In tal maniera studenti e studentesse costruiscono la propria formazione sotto la supervisione di adulti o di precettori, e la verificano, una volta l’anno, con un esame in una scuola pubblica, che ne valuta le conoscenze necessarie per passare all’anno successivo. Bonafortuna, Fenoglio e Impetuoso si riferiscono ai bambini che non possono sop-portare i DPI per tempi prolungati: gli stessi che magari rifiutano il tampone per non correre il rischio di penetrazione della “membrana nasale”.

Ciononostante la professoressa Bonafortuna non rinnega in toto il piatto da cui mangia. «Non ce l’ho con la scuola» ripete: stonerebbe il contrario, d’altronde, visto che di cattedre e interrogazioni ci campa. Tornando al tema della conferenza, ci chiediamo se la nostra Scuola possa permettersi un tale tradimento. Professoressa Bonafortuna, non ti sei avvertita che stai scrivendo le istruzioni per la fuga dalle classi? Che la nostra Italietta da libro Cuore, ogni giorno ancora, ci presenta lo spunto per riportare d’attualità il Collodi di Pinocchio e quella volta in cui il burattino marinò la scuola e chiamarono i Carabinieri? Professoressa Bonafortuna, davvero credi che la Scuola di cui parli si esaurisca alla alla lezione del giorno, all’interrogazione, alla pagella e ai programmi.? La regola è questa. Che la pandemia ha messo in discussione consuetudini dell’Italia post-unitaria. «La peste – diceva qualcuno – porta lo spirito alla fonte dei suoi conflitti». Dalla Peste nera all’Umanesimo, dal Vaiolo alla scoperta del primo vaccino. Tuttavia, se le suggestioni di Bonafortuna e socie dovessero raggiungere il numero minimo di seguaci, potremmo trovarci di fronte ad un esodo dalla scuola: non dall’Istruzione, si badi bene, dalla Scuola; potremmo iniziare a destarci dal sogno collettivo dei nostri nonni e dei nostri genitori: di portarci per mano fino alla soglia di cancelli un poco arrugginiti, prima di vederci scomparire dentro casette e palazzoni sempre più vecchi di loro; di pensarci in classi affollate dove ascoltiamo Maestri Perboni o Signorine Trinciapolli.

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