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Chivasso
12 Febbraio 2023 - 23:15
Dorina Cena al lavoro su una tela
E’ morta Dorina Cena, “vedova Scapecchi, insegnante di taglio e cucito, pittrice”. Con lei se n'è andato via anche un pezzo di storia del chivassese. A dare il triste annuncio della sua scomparsa è stato il figlio Giorgio, il quale - congiuntamente ai nipoti Maria, Anna, Angiolina, Franco, Giovanni con le rispettive famiglie, ai cugini e ai parenti - ha fatto sapere che i funerali avranno luogo martedì 14 febbraio alle ore 10 nel Duomo di Chivasso, partendo alle ore 9.45 dall’abitazione di via Po 24 con corteo in auto. Dorina sarà anche ricordata lunedì 13 febbraio, alle ore 17, durante la Santa Messa celebrata in Duomo.
Dorina Cena, “vedova Scapecchi, insegnante di taglio e cucito, pittrice”
Dorina si è spenta sabato 11 febbraio, a Chivasso, all'età di 94 anni, nella sua casa di via Po. Al suo capezzale vi era il figlio Giorgio il quale, con la voce rotta dall’emozione per la perdita appena subita, ha condiviso con noi un profondo e significativo momento, di quelli destinati a rimanere per sempre indelebili: “Mamma era nel dormiveglia e, a un certo punto, senza nemmeno svegliarsi, mi ha detto “ti voglio bene”, e poi è spirata. Queste sono state le sue ultime parole”. Una casa colma di bei ricordi e, alle pareti, i suoi quadri ad incorniciare una vita vissuta appieno. Numerosi i messaggi di cordoglio in suo onore, anche via social.
“Non fiori ma eventuali opere di bene” è la frase di rito riportata in calce al manifesto funebre a lei dedicato. In virtù di questo motto, che in un certo senso rappresenta il pensiero della famiglia Scapecchi - anche perché, come fa notare il figlio Giorgio, “le opere di bene durano senz’altro di più dei fiori” - vorremmo raccontarvi la storia di una ragazza, figlia di un’altra epoca, con delle esperienze alle spalle che oggi forse in pochi riuscirebbero a comprendere. La ragazza in questione è proprio lei, Dorina, nata in un tempo in cui il desiderio di libertà non era un concetto prettamente demagogico, ma una necessità essenziale, una questione di vita e di morte. “Ho visto la guerra a Chivasso. Mi ricordo i bombardamenti e la sirena che suonava. Ci avvisava che era ora di scappare e noi ci andavamo a nascondere sulla riva del Po”, ci aveva raccontato nel 2018, durante un’intervista, in occasione della celebrazione del suo 90esimo compleanno e della sua indimenticabile mostra di pittura: “Il coronamento della sua vita pittorica”, ha commentato Giorgio.
“Durante la seconda guerra mondiale, mia mamma viveva con i genitori in via del Collegio dove mio nonno, che faceva il cestaio, aveva un negozio proprio in fondo alla via – ha spiegato Giorgio – I ricordi che ho di lei sono per la maggior parte belli ma, di tanto in tanto, mi raccontava anche degli aneddoti di guerra”. A proposito di quel nefasto periodo, il figlio di Dorina ha poi ricordato che “vi è una fotografia di mia madre 16enne, in zona piazza Carletti, che è scattata durante la liberazione di Chivasso. Vidi la foto per caso, sui social, e la riconobbi subito. E’ inconfondibile, con quei capelli ricci, praticamente la stessa immagine della fototessera apposta alla sua carta d’identità del 1955”.
L'immagine della copertina del libro “L’alba della Libertà - La liberazione di Chivasso – 1945”. Dietro all'uomo in prima fila, vi è Dorina, la terza persona a partire da sinistra.
L’immagine di cui Giorgio Scapecchi ci ha raccontato è in pratica la copertina del libro “L’alba della Libertà - La liberazione di Chivasso – 1945”, edito dalla sezione di Chivasso dell’Anpi e dall'Università della Terza Età: un racconto dettagliato del periodo precedente e seguente la liberazione di Chivasso, dell’iniziativa di alcuni giovani professionisti della borghesia cittadina nel promuovere il CNL, delle faticose trattative con i tedeschi e con i fascisti per la resa della città e della lenta e travagliata ricostruzione.
Tornando all’intervista del 2018, possiamo dire che si rivelò una bellissima esperienza durante la quale abbiamo avuto modo di conoscere meglio Dorina, che amava sorridere alle persone e alla vita, lieta di aver affrontato e superato un passato pesante quanto un macigno. “Sono una piemontese doc – fu l’incipit del suo racconto - Mia mamma viveva ai Torassi, mentre mio padre era di Montalenghe. Sono nata e cresciuta a Chivasso, ho lavorato per tutta la qui, vivo tutt’ora qui. Però ho sposato un toscano. Almeno ho avuto l’opportunità di visitare la Toscana, patria dell’arte”. Una “pittrice per hobby”, così amava definirsi Dorina. La pittura era la sua più grande passione; “ha iniziato a dipingere quando era ancora molto giovane – ha raccontato il figlio Giorgio – e per anni, non appena aveva un momento libero, andava a dipingere con i pittori di via Platis, di cui è stata anche presidentessa, per un certo periodo”.
Dorina durante la festa per i suoi 80 anni, nella sede dei pittori di via Platis
Dorina dipingeva quadri, che per la maggior parte delle volte regalava, con colori ad olio. I suoi soggetti preferiti erano i bambini, la natura e i paesaggi. Era anche una sarta professionista, nonché una maestra di taglio e cucito: aveva persino aperto una scuola in via Teodoro II, la “Scuola di taglio e cucito Cena”, dove insegnava la tecnica del taglio alle giovani sarte, una tecnica da lei stessa brevettata, che esemplificava il lavoro. Da lei si sono alternate in pratica tre generazioni di giovani donne le quali, ancora oggi, la ricordano con tanto affetto.
“La sua più grande passione era però la pittura – ha ribadito Giorgio – Avrebbe voluto frequentare l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ma, essendo la figlia femmina e secondogenita, il padre non l’appoggiò. Erano altri tempi – ha commentato – e le donne erano destinate ad altro. Mia madre però – ha proseguito a raccontare Scapecchi – aveva un carattere forte: sfruttando questa sua capacità artistica di dipingere, iniziò a disegnare modelli e riuscì infine ad aprire la sua scuola di taglio e cucito. Dorina ha vissuto felicemente fino alla fine, perché era circondata da tutti coloro che le volevano bene”.
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