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Torrazza Piemonte
16 Gennaio 2023 - 14:27
Centro Amazon
C’è stata una grande affluenza dei lavoratori Amazon di Torrazza Piemonte alle assemblee tenute dai sindacati di categoria Filt Cgil e Fit Cisl il 9 gennaio 2023.
Agli oltre 500 lavoratori (quasi un terzo dei 1600 addetti a tempo indeterminato) che hanno preso parte alle assemblee è stato sottoposto un questionario sul gradimento degli attuali turni di lavoro.
I risultati hanno evidenziato un estremo disagio del personale che ha preso parte all’indagine promossa da Filt Cgil e Fit Cisl.
Il 95% di chi ha risposto al questionario ha dichiarato di non riuscire a conciliare i tempi di vita-lavoro.
“Il disagio dei lavoratori – dicono Francesco Imburgia di Filt Cgil e Stefania Barattini di Fit Cisl - è frutto di decisioni aziendali prese nello scorso mese di settembre che hanno previsto una nuova turnazione con rotazione su cinque turni, aggiungendo ai canonici tre turni, un turno centrale dalle 10,15 alle 18,15 e un turno serale dalle 19 alle 03 del mattino, accentrando l’impiego dei lavoratori nelle fasce pomeridiane e notturne”.
Per i due sindacalisti “la rotazione di questi cinque turni determina per i lavoratori turni di lavoro pomeridiani per due settimane consecutive, con giorni di riposo frammentati in molti casi infrasettimanali, rendendo di fatto complicata ogni loro programmazione di vita famigliare e di socialità e con difficoltà ad avere un corretto equilibrio metabolico”.
Dopo le assemblee con i lavoratori e i risultati del questionario, Filt Cgil e Fit Cisl hanno richiesto, assieme alle proprie Rsa (rappresentanze aziendali), un incontro urgente con l’azienda per trovare soluzioni alternative all’attuale organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di garantire ai lavoratori minori disagi e un giusto equilibrio tra casa e lavoro.
Con una nota stampa, Amazon rende nota la sua posizione:
"In Amazon offriamo ai nostri dipendenti varie tipologie di turni, nel pieno rispetto delle normative e del CCNL. Abbiamo pianificato con largo anticipo i turni per garantire una turnazione adeguata e, allo stesso tempo, continuare ad offrire ai nostri clienti un servizio che sia all’altezza delle aspettative. Un rapporto aperto e franco è alla base della nostra cultura: ogni giorno ci sono momenti di dialogo con i colleghi che lavorano all’interno dei nostri centri, ascoltiamo le loro richieste, opinioni e suggerimenti, spesso le loro idee diventano parte integrante del processo. Ad esempio, proprio per andare incontro alle esigenze personali, abbiamo introdotto alcuni nuovi strumenti che consentono di scambiare un giorno lavorativo con un giorno di riposo e viceversa, oppure di scambiare il turno di una intera settimana con quello di un altro o un’altra collega.
I nuovi turni sono stati studiati con l'Asl per il rispetto dei cicli circadiani e dunque con un'attenzione alla salute dei lavoratori. Inoltre viene pagata interamente la maggiorazione notturna nel turno "late night", che inizia alle 19, sebbene, stando alle previsione del CCNL, dovrebbe scattare alle 22".
Amazon Torrazza torna dunque a far parlare di sè, dopo il caso di quei lavoratori trasfertisti licenziati per le ingiustificate spese di trasferta.
Alla voce “spese di trasferta” c’era di tutto. Capi di lingerie, una cena da Cracco a Milano, una borsa Louis Vuitton, gadget dell’Atalanta per 800 euro, le gomme dell’auto e tanti altri regali ancora.
Decine di lavoratori sono stati licenziati, a Torrazza così come in altre parti d’Italia.
Le procedure sono partite nei primi mesi del 2022 per contestazioni che risalgono fino all’autunno 2021.
La lettera di avvio dei procedimenti, firmata da Amazon, era stata accompagnata da un periodo di sospensione dal lavoro di circa un mese, durante il quale l’azienda aveva fatto le verifiche su ciascun lavoratore.
Dopo sono arrivati i licenziamenti che hanno colpito in modo particolare i lavoratori trasfertisti a Bergamo, a Brescia e a Novara, trasfertisti incaricati di formare i colleghi di nuovi stabilimenti.
Per le giornate fatte fuori dall’abituale sede di lavoro, Amazon aveva assicurato un budget per spese di vitto, alloggio e trasporto. Il caso sarebbe scoppiato in seguito alle lamentele di un dipendente, che sosteneva di non aver ancora ricevuto il rimborso di una spesa per capi d’abbigliamento. E’ così che l’azienda si è insospettita ed ha avviato i controlli.
Singolare la vicenda della cena nel ristorante milanese dello chef Carlo Cracco.
La ricevuta, tutt’altro che “cheap”, sarebbe stata addirittura inserita tra le spese di missione di tre lavoratori diversi, che se la sarebbero passata di mano l’un con l’altro.
Nel licenziamento sono coinvolte però anche persone che sostengono di non aver commesso alcuna spesa ingiustificata. Anzi.
Alcuni sostengono di aver perso il lavoro per aver chiesto il rimborso di scontrini di poche decine di euro per spese giustificabilissime, come ad esempio lo scontrino di un taxi preso da un dipendente perché il bus non passava.
Ad occuparsi della vicenda sarà il tribunale del lavoro di Ivrea, competente per materia.
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