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Cronaca

Cenavano da Cracco e pagava Amazon: licenziati!

Decine di lavoratori dello stabilimento di Torrazza Piemonte sono stati licenziati. Alcuni hanno fatto causa: deciderà il giudice del Lavoro del Tribunale di Ivrea

Amazon

I licenziamenti che hanno colpito in modo particolare i lavoratori trasfertisti a Bergamo, a Brescia e a Novara

Alla voce “spese di trasferta” c’era di tutto. Capi di lingerie, una cena da Cracco a Milano, una borsa Louis Vuitton, gadget dell’Atalanta per 800 euro, le gomme dell'auto e tanti altri regali ancora.

E’ scoppiato anche allo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte lo scandalo dei rimborsi gonfiati. Decine di lavoratori sono stati licenziati, così come in altre parti d’Italia.

Le procedure sono partite nei primi mesi del 2022 per contestazioni che risalgono fino all’autunno 2021.

La lettera di avvio dei procedimenti, firmata da Amazon, era stata accompagnata da un periodo di sospensione dal lavoro di circa un mese, durante il quale l'azienda aveva fatto le verifiche su ciascun lavoratore.

Dopo sono arrivati i licenziamenti che hanno colpito in modo particolare i lavoratori trasfertisti a Bergamo, a Brescia e a Novara, trasfertisti incaricati di formare i colleghi di nuovi stabilimenti.

Per le giornate fatte fuori dall’abituale sede di lavoro, Amazon aveva assicurato un budget per spese di vitto, alloggio e trasporto.  Il caso sarebbe scoppiato in seguito alle lamentele di un dipendente, che sosteneva di non aver ancora ricevuto il rimborso di una spesa per capi d’abbigliamento. E’ così che l’azienda si è insospettita ed ha avviato i controlli.

La cena da Cracco

Lo chef stellato Carlo Cracco

Singolare la vicenda della cena nel ristorante milanese dello chef Carlo Cracco.

La ricevuta, tutt'altro che "cheap", sarebbe stata addirittura inserita tra le spese di missione di tre lavoratori diversi, che se la sarebbero passata di mano l'un con l'altro.

Ma c'è chi sostiene di aver subito un'ingiustizia

Nel licenziamento sono coinvolte però anche persone che sostengono di non aver commesso alcuna spesa ingiustificata. Anzi.

Alcuni sostengono di aver perso il lavoro per aver chiesto il rimborso di scontrini di poche decine di euro per spese giustificabilissime, come ad esempio lo scontrino di un taxi preso da un dipendente perché il bus non passava.

Ad occuparsi della vicenda sarà il tribunale del lavoro di Ivrea, competente per materia. 

Il punto di vista dell'azienda...

Lo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte

Dall’azienda giustificano la cessazione del rapporto di lavoro a seguito dell’accertamento di gravi violazioni al codice etico e del conseguente venir meno del rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente.

Gli stessi dipendenti sarebbero stati informati della policy aziendale relativa ai costi di trasferta.

...e quello dei sindacati

I delegati sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti, che hanno seguito numerosi ex dipendenti di Torrazza, ritengono che si tratti di “licenziamenti ingiusti e non commisurati alle contestazioni sollevate ai lavoratori”. Staremo a vedere.

Nel 2023 18.000 licenziamenti Amazon

Il 2023 non inizia nei migliori dei modi per il colosso mondiale dell’e-commerce.

Solo pochi giorni fa Amazon ha confermato i pesanti tagli al personale anticipati dal Wall Street Journal: riguarderanno in tutto 18.000 posti di lavoro.

Andy Jassy nuovo Ceo Amazon

In una comunicazione ai dipendenti l'amministratore delegato, Andy Jassy, ha spiegato che la decisione non è stata presa alla leggera.

"Lavoriamo per sostenere coloro che sono colpiti offrendo pacchetti che includono un pagamento, benefit sanitari e sostegno" per trovare un posto di lavoro, si legge nell’email. Jassy quindi osserva come "Amazon ha navigato un'economia incerta e difficile in passato e continuerà a farlo. Questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire opportunità di lungo termine con una struttura dei costi più forte".

Il Wall Street Journal aveva riportato che la società si preparava a tagliare 18.000 posti di lavoro, rispetto ai 10.000 previsti inizialmente. 

Incertezza anche in Italia

Fonti dell'azienda precisano comunque che "non c'è nessuna decisione per quanto riguarda l’Italia”, dove sono impiegati 17.000 addetti.

Mariangela Marseglia, vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna

"Dopo aver tanto assunto stiamo avviando un processo di verifica generale anche per il nuovo contesto economico - ha spiegato solo a novembre Mariangela Marseglia, vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna, a margine dell'assemblea Anci - che potrebbe sfociare" nei primi mesi 2023 "in aggiustamenti, che nel caso non saranno indiscriminati".

"Come gruppo abbiamo investito oltre 10 milioni in sicurezza nel 2021 e abbiamo coinvolto 20mila piccole e medie imprese, con un export complessivo in continua crescita a 800 milioni l'anno"

Grazie alla 'vetrina' per le Pmi aperta da Amazon dal 2015 "l'obiettivo è di arrivare 1,2 miliardi di export annuo per questi 'partner' entro il 2025", concludeva la vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna.

"Non abbiamo dettagli da condividere per quanto riguarda l'Italia" fanno sapere però fonti di Amazon.

"Nell'ambito del processo di revisione annuale del nostro piano operativo, esaminiamo sempre ognuna delle nostre attività e quali modifiche riteniamo necessario apportare" fa sapere l'azienda.

"Dato l'attuale contesto macroeconomico, e considerando la rapida crescita in termini di assunzioni che abbiamo vissuto per diversi anni, alcuni team necessitano di una riorganizzazione. Ciò, in alcuni casi, significa che determinati ruoli non sono purtroppo più necessari. Non prendiamo queste decisioni alla leggera e stiamo lavorando per supportare tutti i dipendenti impattati".

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