AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
13 Gennaio 2023 - 00:23
I licenziamenti che hanno colpito in modo particolare i lavoratori trasfertisti a Bergamo, a Brescia e a Novara
Alla voce “spese di trasferta” c’era di tutto. Capi di lingerie, una cena da Cracco a Milano, una borsa Louis Vuitton, gadget dell’Atalanta per 800 euro, le gomme dell'auto e tanti altri regali ancora.
E’ scoppiato anche allo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte lo scandalo dei rimborsi gonfiati. Decine di lavoratori sono stati licenziati, così come in altre parti d’Italia.
Le procedure sono partite nei primi mesi del 2022 per contestazioni che risalgono fino all’autunno 2021.
La lettera di avvio dei procedimenti, firmata da Amazon, era stata accompagnata da un periodo di sospensione dal lavoro di circa un mese, durante il quale l'azienda aveva fatto le verifiche su ciascun lavoratore.
Dopo sono arrivati i licenziamenti che hanno colpito in modo particolare i lavoratori trasfertisti a Bergamo, a Brescia e a Novara, trasfertisti incaricati di formare i colleghi di nuovi stabilimenti.
Per le giornate fatte fuori dall’abituale sede di lavoro, Amazon aveva assicurato un budget per spese di vitto, alloggio e trasporto. Il caso sarebbe scoppiato in seguito alle lamentele di un dipendente, che sosteneva di non aver ancora ricevuto il rimborso di una spesa per capi d’abbigliamento. E’ così che l’azienda si è insospettita ed ha avviato i controlli.
Lo chef stellato Carlo Cracco
Singolare la vicenda della cena nel ristorante milanese dello chef Carlo Cracco.
La ricevuta, tutt'altro che "cheap", sarebbe stata addirittura inserita tra le spese di missione di tre lavoratori diversi, che se la sarebbero passata di mano l'un con l'altro.
Nel licenziamento sono coinvolte però anche persone che sostengono di non aver commesso alcuna spesa ingiustificata. Anzi.
Alcuni sostengono di aver perso il lavoro per aver chiesto il rimborso di scontrini di poche decine di euro per spese giustificabilissime, come ad esempio lo scontrino di un taxi preso da un dipendente perché il bus non passava.
Ad occuparsi della vicenda sarà il tribunale del lavoro di Ivrea, competente per materia.
Lo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte
Dall’azienda giustificano la cessazione del rapporto di lavoro a seguito dell’accertamento di gravi violazioni al codice etico e del conseguente venir meno del rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente.
Gli stessi dipendenti sarebbero stati informati della policy aziendale relativa ai costi di trasferta.
I delegati sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti, che hanno seguito numerosi ex dipendenti di Torrazza, ritengono che si tratti di “licenziamenti ingiusti e non commisurati alle contestazioni sollevate ai lavoratori”. Staremo a vedere.
Il 2023 non inizia nei migliori dei modi per il colosso mondiale dell’e-commerce.
Solo pochi giorni fa Amazon ha confermato i pesanti tagli al personale anticipati dal Wall Street Journal: riguarderanno in tutto 18.000 posti di lavoro.
Andy Jassy nuovo Ceo Amazon
In una comunicazione ai dipendenti l'amministratore delegato, Andy Jassy, ha spiegato che la decisione non è stata presa alla leggera.
"Lavoriamo per sostenere coloro che sono colpiti offrendo pacchetti che includono un pagamento, benefit sanitari e sostegno" per trovare un posto di lavoro, si legge nell’email. Jassy quindi osserva come "Amazon ha navigato un'economia incerta e difficile in passato e continuerà a farlo. Questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire opportunità di lungo termine con una struttura dei costi più forte".
Il Wall Street Journal aveva riportato che la società si preparava a tagliare 18.000 posti di lavoro, rispetto ai 10.000 previsti inizialmente.
Fonti dell'azienda precisano comunque che "non c'è nessuna decisione per quanto riguarda l’Italia”, dove sono impiegati 17.000 addetti.
Mariangela Marseglia, vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna
"Dopo aver tanto assunto stiamo avviando un processo di verifica generale anche per il nuovo contesto economico - ha spiegato solo a novembre Mariangela Marseglia, vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna, a margine dell'assemblea Anci - che potrebbe sfociare" nei primi mesi 2023 "in aggiustamenti, che nel caso non saranno indiscriminati".
"Come gruppo abbiamo investito oltre 10 milioni in sicurezza nel 2021 e abbiamo coinvolto 20mila piccole e medie imprese, con un export complessivo in continua crescita a 800 milioni l'anno".
Grazie alla 'vetrina' per le Pmi aperta da Amazon dal 2015 "l'obiettivo è di arrivare 1,2 miliardi di export annuo per questi 'partner' entro il 2025", concludeva la vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna.
"Non abbiamo dettagli da condividere per quanto riguarda l'Italia" fanno sapere però fonti di Amazon.
"Nell'ambito del processo di revisione annuale del nostro piano operativo, esaminiamo sempre ognuna delle nostre attività e quali modifiche riteniamo necessario apportare" fa sapere l'azienda.
"Dato l'attuale contesto macroeconomico, e considerando la rapida crescita in termini di assunzioni che abbiamo vissuto per diversi anni, alcuni team necessitano di una riorganizzazione. Ciò, in alcuni casi, significa che determinati ruoli non sono purtroppo più necessari. Non prendiamo queste decisioni alla leggera e stiamo lavorando per supportare tutti i dipendenti impattati".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.