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Giovanni, uno psicologo con la passione per la montagna

Dopo aver fatto lo psicologo per quarant'anni, Piretto è diventato presidente della sezione chivassese del CAI

CHIVASSO

Giovanni Piretto presidente della sezione chivassese del CAI

Sessantasei anni compiuti lo scorso 8 dicembre, è stato psicologo per tutta la vita ed oggi è presidente della sezione chivassese del CAI… lui è Giovanni Piretto ed è qui per raccontarsi…

“Sono nato e vissuto a Tonengo di Mazzè, e sono figlio di contadini diventati commercianti prima della mia nascita. Mamma aveva un’ attività di ferramenta, articoli per la casa e giochi in paese, mentre papà lavorava come idraulico ed elettricista. Ho una sorella più grande ed un fratello più piccolo - comincia a raccontare -. Da bambino ero tranquillo, socievole, sorridevo a tutti; mi sarebbe piaciuto fare l’esploratore o il palombaro da grande e devo dire che in un certo senso, con il mio lavoro futuro, ho ‘esplorato’ in modo alternativo, ‘entrando nella mente’ delle persone. Sono andato all’asilo dalle suore e arrivato alle elementari competevo per essere l’ultimo a il penultimo della classe - ride nel dirlo -. Alle medie sono andato a San Benigno, dai Salesiani, e lì ho cominciato ad andare meglio a scuola. Non è stato semplicissimo abituarmi all’ambiente, eravamo tutti maschi ed ero da solo lontano da casa. Qui mi sono avvicinato allo sport, al pallone nello specifico”.

Giovanni Piretto da piccolo

Giovanni Piretto da bambino

Giovanni ha poi studiato per tre anni come operaio specializzato, in collegio, e ha frequentato due anni aggiuntivi per diplomarsi come perito elettrotecnico. “L’ho fatto, più che altro, per papà, visto il suo lavoro… ma sapevo che non avrei voluto fare quello nella vita… d’estate, mentre i miei amici giocavano, io facevo il manovale con lui e questo mi ha tolto tutto l’entusiasmo. Mi sono iscritto a Psicologia all’università, seguendo una mia grande passione per la materia in questione; mi sono laureato a Padova e ho subito cominciato a lavorare nell’allora USL di Chivasso, dove sono rimasto per quarant’anni. Mi sono anche specializzato come psicoterapeuta e analista transazionale” racconta.

Giovanni Piretto da ragazzo

In una foto da ragazzo

Ma da dove arriva, quindi, la passione per la montagna? Giovanni Piretto ci ha spiegato che è nato tutto intorno ai 18/19 anni. Alle elementari soffriva di tic nervosi e gli era stato suggerito di passare del tempo in montagna, con l’aria buona, che gli avrebbe giovato. “I miei comprarono un alloggetto e io ci passavo un mese tutte le estati con la nonna… per me era una noia infinita - racconta -. E’ cambiato tutto all’arrivo della maggiore età, quando mi sono invaghito di Carla. Era una ragazza che mi piaceva tantissimo e che veniva a Talosio in vacanza. Ho cominciato a seguirla nelle camminate per ‘baccagliarla’ e nel farlo mi si è aperto un mondo. Da lì in poi abbiamo sempre vissuto insieme la montagna e ci siamo avvicinati al CAI per fare i corsi di arrampicata, alpinismo e scialpinismo. Carla è la donna che tutt’oggi è mia moglie e insieme abbiamo avuto due figlie, Elena e Elisa, nate rispettivamente nel 1988 e nel 1990. Anche a loro abbiamo trasmesso la nostra passione per la montagna”.

Giovanni è successivamente entrato a far parte del CAI, in maniera ancora più attiva, da una quindicina d’anni, da quando è nato il gruppo dei ‘GASATI’. “E’ il gruppo di scialpinismo il cui acronimo significa ‘Gruppo Amatori SciAlpinismo e Tavole Imbandite’ e ne faccio attivamente parte - spiega sorridendo -. Sono poi diventato il presidente della sezione chivassese a luglio 2021, dopo essere andato in pensione”.

Sul Cervino, nel 1999

Giovanni Piretto in montagna

Giovanni Piretto oggi è soddisfatto della sua vita e l’ha basata su quelli che considera i punti cardine della sua crescita, quelli che gli hanno trasmesso i suoi genitori. “Il primo è che ‘Mille lire di un povero hanno lo stesso valore di mille lire di un ricco’, ovvero che bisogna trattare tutti nello stesso modo; il secondo è che ‘Sapere che scuola uno ha fatto, che lavoro sta svolgendo o di chi è figlio sono informazioni che non ti dicono nulla sull’onestà di quella persona, quella la si valuta guardando come uno si muove’. Mamma e papà mi hanno insegnato i concetti di rispetto e onestà ed io ho cercato di tenerli sempre presenti - afferma -. La mia vita è andata diversamente da come mi sarei aspettato, anche oltre le aspettative e non posso che esserne felice. Spero di continuare a fare tante esperienze e di intraprendere percorsi nuovi, dato che sono una persona curiosa. Cerco un ‘senso nuovo post lavoro’ ora che sono in pensione, e una cosa a cui tengo molto è sicuramente quella di coinvolgere i giovani nelle attività ‘sane’, come quelle della montagna. Ti insegna a stringere i denti, a raggiungere un obiettivo attraverso perseveranza e allenamento, devi fare tutto tu senza poter delegare ad altri… è una grande maestra di vita” afferma in conclusione e ci saluta.

 

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