Tutto ha inizio la notte di domenica 8 Giugno quando uno di tre speleologi tedeschi, durante l'esplorazione della più profonda grotta di tutta la Germania, la Riesending-Schachthöhle, a -980 m rimane gravemente ferito al torace e alla testa dalla scarica di numerosi massi.
Uno dei suoi compagni impiegherà 13 ore per uscire dalle viscere della terra e dare l'allarme. Si tratta infatti di un complesso di grotte e cunicoli lungo oltre 19 chilometri che scende sotto terra fino a 1148 metri situato nelle Alpi Bavaresi, a poca distanza dal confine con l’Austria.
Inizialmente interviene il Bergwacht Bayern, il Soccorso Alpino Bavarese, ma, data la complessità del recupero, viene attivata una cooperazione internazionale che vede l’intervento di tecnici specializzati provenienti anche da Austria, Svizzera ed Italia.
Sono stati proprio un medico, Rino Bregani e un gruppo del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), con un medico austriaco che era rimasto bloccato a 700 metri di profondità, a raggiungere per primi il ferito nella serata di mercoledì 11, prestargli le prime cure e predisporlo per il trasporto in superficie.
Rino Bregani, per assistere l'infortunato, è rimasto in grotta per ben 85 ore consecutive, un dato che rileva non solo l'eccezionalità dell'operazione, avvenuta a 980 metri sotto terra, ma anche la preparazione tecnica, fisica e psicologica, occorrenti per affrontare interventi simili.
Giovedì 12, il CNSAS assume il coordinamento delle operazioni in grotta e nel tardo pomeriggio del giorno successivo, inizia con i colleghi svizzeri, l’evacuazione della barella verso la superficie.
E questa mattina, lunedì 16, la barella che trasporta lo speleologo tedesco gravemente ferito, giunge a -720 metri.
Dopo 20 ore di lavoro, i tecnici italiani del CNSAS, in collaborazione con squadre di soccorritori giunte da Svizzera, Austria e dalla stessa Germania, ieri hanno fatto superare alla barella la complessa galleria che separava il Campo 5 dal Campo 4, giungendo a quota -900.
A quel punto, Il medico del CNSAS ha temporaneamente fermato la manovra di recupero per stabilizzare le condizioni del ferito, per farlo riposare e per effettuare i monitoraggi di routine in una speciale tendina.
La barella, ha poi ripreso nella notte la sua lunga marcia verso l’uscita e impiegando ben 8 ore, dopo aver superato una serie di pozzi, strettoie e meandri, è giunta alle 6 di questa mattina al campo 3 a quota – 720m.
Per percorrere i pozzi verticali che separavano il Campo 4 dal Campo 3, è stata sostituita la barella svizzera, con cui fino a quel momento si era operato, con quella italiana, più leggera, confortevole e considerata più idonea a superare le numerose strettoie.
In contemporanea, diverse squadre di tecnici erano al lavoro per attrezzare i passaggi verticali sovrastanti al fine di predisporli alle manovre di recupero della barella.
Le squadre di tecnici tedeschi, italiani austriaci e svizzeri, divise in tre team, sono ora al lavoro per attrezzare il tratto di grotta che dal campo 3 porta al campo 2; nel frattempo è prevista una sosta di almeno 6 ore per far riposare il ferito e consentire ai medici di prestargli le cure necessarie.
Alle 14 di oggi, presso il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Berchtesgaden, si è svolta una conferenza stampa cui ha partecipato un tecnico per ognuna delle nazioni che hanno partecipato allo sforzo di recupero internazionale.
Il tecnico del CNSAS, Roberto Antonini, uscito dalla grotta per portare un dettagliato referto preparato dal medico che segue il ferito, ha dichiarato che, nonostante gli elevati standard raggiunti dalle scuole di soccorso speleologico del CNSAS, il recupero si è presentato fin dall'inizio di una difficoltà eccezionale che poteva essere gestita solo da una forte cooperazione dei migliori soccorsi speleologici d'Europa accorsi nei giorni successivi.
A una domanda, il tecnico risponde che la collaborazione fra le squadre è straordinaria almeno quanto la complessità dell'intervento. Le iniziali difficoltà linguistiche sono state rapidamente superate perché tutti i soccorritori si sono subito messi in sintonia e si sono dimostrati perfettamente in grado di lavorare efficacemente come dimostra la velocità di recupero mantenuta fino ad ora.