"Per me Europa vuol dire anzitutto andare oltre i confini". Nata nel 1981 a Guben, alla frontiera con la Polonia, in quella che era ancora la Germania Est comunista, Ska (diminutivo di Fraziska) Keller è il volto giovane e televisivo della coppia di candidati che il partito europeo dei Verdi propone per la presidenza della Commissione. L'altro è quello del francese José Bové, sessantenne leader dei 'no global' francesi e portavoce di Via Campesina. Ska, tedesca orientale come frau Merkel, ricorda ancora "quando era ancora molto difficile attraversare i confini". Ora che non solo la "Cortina di ferro" ma anche le frontiere interne all'area Schengen sono cadute, dice che "questa è per me veramente l'Europa: vivere e lavorare insieme per un futuro migliore". Entrata nel movimento giovanile dei Verdi tedeschi a venti anni, nel 2002 lavora ad un referendum nazionale contro le miniere di carbone del Brandeburgo. Tra il 2005 ed il 2007 è presidente della "Gruene Jugend" europea. Nel 2009 si laurea in scienze islamiche, turcologia e giudaistica e nello stesso anno entra nel Parlamento europeo. "Pasionaria" della cultura verde, europeista convinta, sposata con l'attivista Markus Drake, arriva a proporre "sanzioni per i paesi che non fanno nulla per combattere la disoccupazione". Quando parla della crisi sottolinea che "è mancata la cooperazione" tra i 28 perché "abbiamo creato un'aerea economica, ma all'interno di essa gli stati membri sono ancora in competizione tra loro". E all'Europa prima imputa di "aver commesso molti errori nella costruzione dell'euro" che di fatto "hanno trasferito sulle spalle dei lavoratori la competizione tra paesi", poi la accusa di aver sbagliato ricetta nella cura della crisi. "L'austerità, ormai è un fatto, si è dimostrata essere la risposta più sbagliata, la crisi è peggiorata ulteriormente e l'Europa si è impoverita". Da qui, la principale proposta del programma: "Dobbiamo fermare l'austerità, dobbiamo investire e condurre le nostre economie verso percorsi più sostenibili e verdi, anche perché i posti di lavoro che possiamo creare sono proprio nei settori delle energie alternative, dell'efficienza energetica, ma anche nell'istruzione e nella sanità, cioè i settori da cui dipende il benessere di tutta la società". Quindi "no" alle grandi infrastrutture su cui puntano popolari, socialisti e lib-dem: "Per superare la crisi i governi devono essere messi nelle condizioni di investire, ma di farlo saggiamente: non sprecare i loro soldi in nuove strade o automobili, ma in cose che migliorino la prospettiva del nostro futuro".
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