In Russia, sulle sponde del Volga, c'è una città che all'Italia è legata a doppio filo. Innanzitutto per il nome che porta: Togliatti, in onore del leader storico del Pci Palmiro Togliatti. E poi perché alla nascita di questa città industriale ha contribuito la Fiat, che esattamente 50 anni fa, nel 1966, siglò un accordo con l'Urss per produrre le 124 in una sorta di Mirafiori sovietica: la Vaz, fabbrica automobilistica del Volga, poi ribattezzata AvtoVaz. Per anni, migliaia di italiani e di russi poterono così attraversare la cortina di ferro andando rispettivamente a Togliatti e a Torino intessendo una fitta rete di rapporti professionali e d'amicizia, e diventando a volte i protagonisti di storie d'amore transnazionali, a lieto fine e non. Ma la Togliatti di oggi è una città piuttosto povera, i cui 700.000 abitanti sentono sulla propria pelle i morsi della crisi economica e del crollo del mercato russo dell'auto. "Vorrei sposarmi, ma dove prendo i soldi? Bastano appena per me, non sarei in grado di mantenere una famiglia". Igor (nome di fantasia) ha 37 anni e lavora all'AvtoVaz da 15. "Prima lavoravo 6 giorni a settimana e guadagnavo 35.000 rubli al mese, adesso sono costretto a lavorare 4 giorni e il mio stipendio è sceso a 25.000 rubli", ci racconta sorseggiando una birra in un pub. Igor, come tutti gli altri dipendenti dell'AvtoVaz, si è visto tagliare settimana lavorativa e retribuzione: una mossa con cui la fabbrica ha cercato di frenare i licenziamenti. L'AvtoVaz è la più grande fabbrica russa d'automobili. Ed è controllata dalla Alliance Rostec Auto, che a sua volta appartiene per due terzi alla Renault-Nissan, e per un terzo alla società statale Rostec. Produce macchine della Lada, della Nissan, della Renault e della Datsun, ha 44.000 dipendenti, e naviga in un mare di guai. L'anno scorso ha registrato una perdita netta di 73,85 miliardi di rubli. Cioè circa un miliardo di euro. E il motivo è semplice: le vendite di auto in Russia nel 2015 sono calate del 36%, scendendo a 1,6 milioni di veicoli. Dietro ci sono le difficoltà economiche, con la 'guerra' delle sanzioni tra Mosca e Occidente per la crisi ucraina e il crollo del prezzo del petrolio, quell'oro nero che è pericolosamente alla base dell'economia russa. Secondo la Reuters, nel 2014 e nel 2015 l'AvtoVaz ha messo in cassa integrazione 20.000 dei suoi 65.000 impiegati. La fabbrica però getta acqua sul fuoco. Rispondendo per iscritto ad alcune domande dell'ANSA, assicura che alla fine del 2014 "aveva avvisato il servizio regionale di impiego della manodopera delle future riduzioni per un totale di 1.100 dipendenti, di cui di fatto ne sono stati licenziati meno di 500", mentre "il numero dei licenziati nel quadro della procedura di ridimensionamento nel 2014 è stato pari a circa 1.000 persone". Piotr Zolotaryov, capo del ramo locale del sindacato Mpra, enuncia però delle cifre diverse: "Complessivamente - ci dice - dal 2013, sono stati licenziati circa 16.000 lavoratori, ma - precisa poi - in realtà o sono stati licenziati, o si sono dimessi, o sono stati tagliati per accordo tra le parti, o se ne sono andati per loro scelta". Incontriamo Zolotaryov nella sede del sindacato a Togliatti. Alle pareti ci sono delle bandiere e su una di queste si legge una parola sola: "Sciopero". Eppure le manifestazioni non vanno come lui vorrebbe. "Contavamo sulla protesta dei lavoratori - spiega - ma purtroppo la gente non protesta in massa". E uno dei motivi - denuncia - sono le "intimidazioni" in cui ai lavoratori viene detto: "Se andate alle proteste vi licenziamo, vi filmiamo con la telecamera, vi fotografiamo". Si tratta di vere e proprie "minacce per non far andare le persone alle manifestazioni", dice il sindacalista. "E infatti - conclude - ci riescono: le persone non scendono in piazza per paura di perdere il posto di lavoro". Facciamo un salto indietro di mezzo secolo. Sembra che sia stato Krusciov in persona a voler adottare il modello di produzione Fiat per lanciare la motorizzazione di massa nell'Urss. La città prescelta è ovviamente Togliatti, circondata dalle verdi colline Zhigulì che daranno il nome alle prime auto prodotte dalla Vaz, le 'Zhigulì' appunto, delle copie sovietiche della 124. Attorno alla Vaz si andò sviluppando una città giovane, con un'età media di appena 26 anni. E in fabbrica sbocciarono tanti amori, anche tra italiani e russe. Uno è quello tra Domenico Usilla e Tatiana Bolchakova, che si sono sposati nel 1972. Ma non senza difficoltà. "Prima di sposarmi - racconta Tatiana - mi hanno espulsa dal Komsomol, il ramo giovanile del partito comunista sovietico: avere un fidanzato di un paese capitalista non era ritenuto conforme all'ideologia comunista".
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