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14 Dicembre 2015 - 18:42
L'Italia rischia una maxi-multa dalla Corte di giustizia Ue per non aver messo a norma il trattamento delle acque reflue di 76 agglomerati urbani oltre i 15mila abitanti suddivisi in 8 regioni italiane. É quanto si apprende a Bruxelles. La Commissione Ue ha aperto una seconda procedura d'infrazione, con l'invio di una lettera di messa in mora, dopo che già nel 2012 la Corte aveva condannato l'Italia per carenze in 109 agglomerati urbani in Abruzzo, Calabria, Campania, Fvg, Lazio, Liguria, Puglia e Sicilia.
Dalla sentenza di ormai tre anni e mezzo fa, l'Italia ha inviato aggiornamenti semestrali alla Commissione europea per segnalare i siti messi di volta in volta a norma, ma secondo i dati dell'esecutivo Ue nel frattempo sono stati solo 33 quelli messi in regola. Per l'Italia, che deve raccogliere i dati necessari da Comuni, Regioni e ministero dell'Ambiente, il nuovo passo formale compiuto da Bruxelles rende più concreto il rischio di essere condannata al pagamento di una multa per mancato rispetto di quanto stabilito nella sentenza della Corte europea. Se il governo non prenderà le misure necessarie, sottolineano gli addetti ai lavori, la Commissione potrà infatti chiamare l'Italia a rispondere dell'inadempimento davanti ai giudici Ue e chiedere sanzioni analoghe a quelle già in corso per le discariche illegali (una cifra forfettaria di 40 milioni di euro, più un'altra quarantina per ogni sei mesi di ritardo.
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