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AFRICA. L'ebola è 'vinta'. Lo dice Gino Strada di Emergency su facebook

AFRICA. L'ebola è 'vinta'. Lo dice Gino Strada di Emergency su facebook

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Un post su Facebook per annunciare che l'epidemia di Ebola in Africa occidentale ''è stata vinta, finalmente''. L'autore è il fondatore di Emergency, in prima linea nella lotta al virus nei Paesi colpiti, Gino Strada. Ma il portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Gregory Hartl, 'frena': ''Il numero di casi continua a diminuire e le zone di trasmissione si stanno riducendo'' ma, avverte, ''l'epidemia non è ancora finita''. Due angoli visuali differenti, quello di Strada e Hartl, motivati probabilmente da considerazioni precise: nel caso di Strada, la presa d'atto che i numeri del 'grande contagio' ormai non ci sono più e che quindi la situazione sia sotto controllo; nel caso dell'Oms, invece, la preoccupazione che, pur a fronte della diminuzione dei casi, sia necessario mantenere alta la guardia fino a quando non si arriverà ai 'casi zero'. ''Questa volta - scrive Strada su Fb - ci siamo, l'epidemia di Ebola è sotto controllo. Ci sarà 'una coda', pochi casi sporadici nel Paese, ma questa epidemia in Africa occidentale è stata vinta, finalmente. Il nostro Centro - annuncia - non ha più ammalati, solo pochi convalescenti che saranno dimessi nei prossimi giorni. E anche per me, dopo più di 6 mesi è finalmente ora di tornare a casa''. Più cauto il portavoce dell'Oms che, interpellato dall'ANSA, rileva come sia sì vero che ''il numero di casi continua a diminuire e le zone di trasmissione si stanno riducendo, e queste sono buone indicazioni del fatto che le nostre azioni coordinate contro Ebola stanno funzionando'', ma tuttavia ''l'epidemia non è ancora finita e richiede continuo impegno e fondi per arrivare a 'zero casi''. Per questo, avverte Hartl, ''i governi, lo staff Oms, i partner e gli operatori sanitari locali devono continuare il proprio lavoro nelle comunità al fine di fermare le trasmissioni, tracciare tutti i contatti delle persone infettate e curare i malati''. Cauto anche il direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito: ''L'epidemia dai grandi numeri, come l'abbiamo conosciuta nei mesi scorsi, è sicuramente sotto controllo; persistono pochi casi, che però - afferma - necessitano di essere tracciati e monitorati singolarmente poichè stanno evidenziando una particolare gravità, e non ne conosciamo le ragioni''. Di questa malattia, commenta, ''sappiamo ancora poco e molti studi dovranno ancora essere condotti''. Un invito a mantenere alta l'attenzione arriva anche dall'associazione Amref Health Africa, che ricorda come l'obiettivo sia ora anche quello di riportare le persone nelle proprie comunità. Ma se dal punto di vista numerico calano casi e decessi, è però anche vero che le conseguenze per i paesi dell'Africa occidentale principalmente colpiti - Guinea, Sierra Leone e Liberia - si stanno rilevando drammatiche, anche dal punto di vista economico, e resta dunque necessaria un'attenzione internazionale. In questa direzione, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha annunciato di essere pronto a offrire ''ulteriore assistenza finanziaria dove ne esista la necessità'', e la Banca Mondiale offrirà ulteriori 650 milioni di dollari nei prossimi 12-18 mesi per aiutare Guinea, Liberia e Sierra Leone a recuperare dopo la crisi per Ebola. Dall'inizio dell'epidemia, secondo l'ultimo bollettino Oms di oggi, il virus ha fatto registrare 25.855 casi e 10.702 morti.
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