Un cartello con una lettera in ogni finestra dell'ambasciata francese a Roma a formare la scritta "merci" e la marsigliese intonata da tutti i manifestanti. Si è chiusa così la manifestazione organizzata dalle rappresentanze dei giornalisti, con la partecipazione dei sindacati, di molte associazioni e di diversi esponenti politici, a piazza Farnese nella capitale. Tante candele accese e matite alzate per testimoniare la solidarietà nei confronti delle vittime dell'attacco al Charlie Hebdo e in difesa della libertà di stampa. Presidi anche a Torino, davanti a Palazzo Madama, e di fronte alla sede del consolato francese a Firenze, dove si è deciso di listare a lutto la riproduzione del David in piazza della Signoria. "Je suis Charlie". Questa la scritta apparsa sui cartelli nelle manifestazioni, a partire da quella romana alla quale ha partecipato l'ambasciatrice francese in Italia Catherine Colonna che ha ringraziato "tutti i francesi" e "il popolo italiano". "Siamo qui - ha affermato - in questo giorno triste, determinati in difesa della libertà di espressione". Presenti anche diversi rappresentanti della comunità islamica in Italia. Il presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, Fouad Aodi, ha portato la solidarietà dei musulmani, aggiungendo che "questi movimenti terroristici vanno combattuti prima da noi". Il segretario della Moschea di Roma, Reduan Abdallah, ha affermato che "è importante non generalizzare perché il terrorismo gioca su questo". "Nessuno pensi di poter introdurre, con questi massacri, con le violenze, la legge del silenzio e della cancellazione dello spirito critico liberamente espresso. Nessuno potrà comunque fermare la voglia di libertà e il bisogno di vivere in democrazia degli uomini e delle donne nel mondo", ha detto il segretario della Fnsi Franco Siddi, chiedendo un minuto di silenzio ai manifestanti. Presenti anche i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso, della Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, oltre al segretario Fiom, Maurizio Landini. "E' un attacco alla democrazia e alla libertà di stampa che richiede risposte ferme", ha sostenuto il segretario Uil Roma-Lazio, Pierpaolo Bombardieri. A promuovere l'iniziativa, tra gli altri: Fnsi, Ordine dei giornalisti nazionale e del Lazio, Se Non Ora Quando, Articolo 21, Acli, Arci, European Alternatives, Amnesty. La Camera ha interrotto i lavori dalle 18 alle 19 per consentire ai parlamentari di partecipare.
Charlie Hebdo: Islamici Alpi, tradimento ai nostri principi
"Ogni violenza, a maggior ragione quando commessa in nome di Dio il Misericordioso, costituisce un tradimento ed un attentato alla nostra religione, ai nostri valori ed ai nostri principi islamici". Lo afferma l'Associazione Islamica delle Alpi, creata a Torino nel '98 "per creare un ponte tra la comunità musulmana di Torino e gli Italiani". "Di fronte al vile massacro perpetrato ai danni dei giornalisti del settimanale francese Charlie Hebdo, - scrive il presidente, Mohamed El Bahi - l'Associazione Islamica delle Alpi esprime la sua assoluta condanna a questo orrendo attentato ed esprime le sue più sincere condoglianze e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e alla Francia intera".
Migliaia in piazza a Torino,'Je suis Charlie'
Migliaia di persone hanno manifestato, con fiaccole e candele, in piazza Castello a Torino in difesa della libertà di stampa dopo l'attacco armato al settimanale Charlie Hebdo. In tanti hanno alzato i cartelli 'Je suis Charlie', ma anche vignette. Nessun intervento, ma un commosso silenzio. Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco di Torino Piero Fassino con il gonfalone del Comune, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, i segretari del Pd regionale Davide Gariglio e di quello provinciale Fabrizio Morri, Giampiero Leo per Ncd, molti consiglieri comunali e sindacalisti. In piazza Castello anche il direttore della Stampa, Mario Calabresi, e il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia.
Charlie Hebdo: se la penna fa paura
"Il sette gennaio è la giornata nera della satira. Ma che guerra è quella contro le matite? Allora la matita fa veramente paura". Così Dino Aloi, editore e vignettista, commenta l'attacco al settimanale satirico Charlie Hebdo. Aloi aveva conosciuto il direttore Stephane Charbonnier e il vignettista Georges Wolinski a una manifestazione del disegno satirico a Sant Esteve nel 2000. Buduar, il mensile satirico online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto, dedicherà il prossimo numero alla storia di Charlie Hebdo con la collaborazione di disegnatori di tutto il mondo. "Vogliamo fare capire cosa facevano. Erano durissimi, pesantissimi, irriverenti. Quello che volevano dimostrare è che si può scherzare su tutto, facevano il loro mestiere di giornalisti", sottolinea Aloi che loda il presidente francese Francois Hollande. "Era la vittima prediletta del giornale satirico e nel discorso alla nazione non ha esitato a sottolineare l'importanza della difesa della libertà di stampa. E' positivo che a dirlo sia una vittima del disegno satirico". "Le idee di Charles Hebdo erano in molti casi discutibili - osserva Aloi - ma l'importante è che potessero esprimerle. E' un atto da condannare con forza, l'importante è che si vada avanti. Bisogna pubblicare le vignette di Charlie Hebdo, come stanno facendo i giornali italiani. Non potranno uccidere tutti. Bisogna condividere le responsabilità, dimostrare che non saranno lasciati soli". Le critiche dell'editoriale online del Financial Times? "Non è certamente un atto di solidarietà verso chi ha perso la vita in un modo così tragico", osserva Aloi.
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