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IVREA. Dito puntato sul figlio del padrone alla Nuova Sinter

IVREA. Dito puntato sul figlio del padrone alla Nuova Sinter

Nuova Sinter

Operai perdono il posto ed, esasperati, impediscono al figlio del proprietario della fabbrica di entrare a lavorare. Fabbrica? Sì! Se così si può definire un edificio senza linee telefoniche con i bagni tutti rotti, i cessi sporchi, gli intonaci che cascano, l’immondizia ovunque. Succede questo, anzi è questa la Nuova Sinter (ex TecSinter), di San Bernardo che produce (forse dovremmo dire “produceva) componenti per auto. E’ qui che la scorsa settimana è scattato il presidio di protesta, con circa 50 persone davanti ai cancelli. Era una delle azienda, di Giuliano Zucco, l’ex patron dell‘Ivrea Calcio. E’ fallita lo scorso 17 luglio. A farne le spese sono i 123 dipendenti in Piemonte e altri 114 ad Anzano, in Campania. Ora l’attività è in esercizio provvisorio e va male a tutti. A tutti, tranne al figlio del proprietario, Andrea Zucco che è uno dei pochi ad avere ancora uno stipendio. Per questo gli han detto "Tu oggi non entri" e avrebbero fatto di tutto per non farlo entrare, ma lui ha girato l’angolo e si è imbucato dal retro per poi andarsene via qualche ora più tardi. Si lamentano. Non hanno peli sulla lingua. "E’ tutta colpa loro - dicono all’unisono - Sono stati la nostra rovina. Hanno consumato tutto. Avevamo commesse. C’era il lavoro. Ora sono rimasti solo i debiti e l’azienda perde 300 mila euro al mese Vogliamo lavorare anche gratis e qualche mese fa lo abbiamo fatto per non perdere una commessa della Fiat. Lo vogliamo fare ma non con il figlio del padrone". Il padrone, quel padrone è Giuliano Zucco ex Patron dell’Ivrea calcio quando l’Ivrea militava tra i professionisti e il figlio, quel figlio, giocava con il numero 10. “Presi in giro? Non scherziamo? - commenta amaro Giuliano Zucco - Ho cercato in tutti i modi di salvare il salvabile. Ho investito lì dentro 14 milioni ma il fatturato è diminuito... Lo sanno che ci ho provato. E’ colpa del mercato...” E forse anche perchè un po’ lo sanno anche loro che è la crisi la madre di tutte le disgrazie, mercoledì la protesta è rientrata e i lavoratori sono tornati in frabbrica. Il liquidatore, Ivano Pagliero, ha detto loro che se non si dovesse concretizzare la proposta di un acquirente in tempi rapidi, la procedura fallimentare, cesserà a fine ottobre. Rabbia, tanta rabbia... “Zucco era pure venuto qui a Natale a mangiare il panettone. Ci ha presi in giro. Ecco cosa ha fatto!” C’è da capirli. Sono esasperati. Con gli stipendi pagati e spizzichi e bocconi limitatamente alle giornate effettivamente lavorate e la cassa integrazione straordinaria senza anticipi, come prevede la procedura di fallimento. Piangono. Soffrono. Non dormono la notte. Hanno delle famiglie da mantenere e dei mutui da pagare. Non possono credere stia svanendo un sogno, il loro passato e il loro presente. Il futuro vorrebbero poterlo continuare a vedere lì, a San Bernardo. E così ogni tanto qualcuno di loro arriva con la ramazza e fa un po’ di pulizia.
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