Per far soldi, con i rimborsi regionali, trasportavano gli anziani (si fa per dire) di qua e di là, da una casa di cura all’altra, come dei pacchi postali Ricovero, dimissione, ricovero e poi ancora dimissione e poi ancora ricovero. Il tutto senza che nessuno, nei piani alti della Regione Piemonte dicesse “beh!”. Questo sostiene la Corte dei Conti, sulla base delle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza. E sostiene anche, tra le altre cose, che l’andazzo avrebbe causato ai cittadini del Piemonte, nell’arco di 8 anni, un danno erariale di circa 8 milioni di euro, per essere precisi 7 milioni e 899 mila euro. In buona sostanza, poichè per i ricoveri di riabilitazione o lungodegenza, la legge prevede “una riduzione del 40% della tariffa giornaliera al superamento del sessantesimo giorno continuativo di ricovero” grazie ad un’alchimia alegebrica i pazienti, abràcadabra, venivano dimessi al 60° giorno e poi rispediti in una nuova struttura attraverso il pronto soccorso. “Nessuna regia ... - però dice la Corte dei Conti, - solo la consapevolezza che un tale “modus operandi” creava un continuo giro di pazienti e permetteva maggiori introiti...». E tutto ciò sarebbe avvenuto, dal 1998 in avanti, solo grazie ai mancati controlli della Regione colpevole di non aver attivato un sistema per l’incrocio dei dati, con ciò dimostrando di voler “tollerare il fenomeno”. L’inchiesta avrebbe preso il via da due processi penali finiti in prescrizione e uno di questi riguardante l’imprenditore Pietro Camerlengo, accusato di truffa nel 1999 e poi prosciolto per prescrizione nel 2007. Nell’occhio del ciclone, individuate nero su bianco dal procuratore Pia Manni, sono così finite 30 case di cura e 5 funzionari regionali. Tra i destinatari dell’atto di citazione, il Koelliker, la Fondazione Don Gnocchi, la Fondazione Maugeri, ma anche la Casa di cura San Giorgio di San Giorgio Canavese per 54.558,50 euro e il Policlinico di Monza a Ivrea per 145.948,14, Clinea Spa di San Maurizio per 813.472,93 euro, Villa Grazia di San Carlo Canavese per 481.970,11 euro e il Santa Croce di Lanzo per 855.745,79. E pure, per omesso controllo, i dirigenti regionali Ciriaco Ferro di Castiglione Torinese, Luigi Robino, Vittorio Demicheli, Enzo Turaglio, Mirko Pia. La Corte dei Conti è anche andata più a fondo puntando il dito sul sistema informatico che gestisce i ricoveri in entrata ma non contabilizza i costi riferiti ai singoli pazienti alle Asl di provenienze, bensì in quelle del ricovero. “La modifica del sistema di fatturazione disposto dalla Regione nel 1999 per il 2000-2006 - rileva il giudice - ha reso ancora più difficile se non impossibile il controllo sulla ripetitività dei ricoveri alla Asl pagante, essendo la stessa priva dei dati relativi al singolo paziente e la storia dei precedenti ricoveri”. Qualche mese fa, era stato l’attuale assessore regionale Antonio Saitta a sollevare il caso di un anziano paziente ricoverato a Villa Iris e poi trasferito in gravi condizioni all’ospedale di Rivoli.
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