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IVREA. Si fingeva procacciatore d'affari, alla sbarra

IVREA. Si fingeva procacciatore d'affari, alla sbarra

tribunale

Vende delle macchine come agente senza però avere un regolare contratto. Questo è il motivo per cui Enrico Duregon, di Ivrea, è finito alla sbarra, a Palazzo Giusiana, accusato di falsa fatturazione riguardo delle vendite effettuate nel 2009. Secondo la tesi accusatoria, infatti, l’uomo avrebbe venduto delle automobili per conto della concessionaria La Serra Car intascando illecitamente provvigioni da ogni transazione. Durante l’udienza dello scorso martedì è stato chiamato a testimoniare, per far chiarezza sulla vicenda, il Maresciallo Daniele Musso, della Polizia Tributaria di Torino, che eseguì i controlli. "Nel 2009 - ha spiegato Musso - io e altri miei colleghi riceviamo l’incarico di eseguire una verifica fiscale ai danni de La Serra Car, in quanto avevamo raccolto molte segnalazioni di clienti che non avevano neanche mai sentito parlare di questa concessionaria, ma che avevano avuto contatti solo con il Duregon. Portando a termine le verifiche, abbiamo avuto modo di constatare, effettivamente, che aveva luogo una vera e propria interposizione fittizia: Duregon, pur avendo un contratto come procacciatore di affari, agiva come un effettivo agente di vendita, consegnando le auto e incassando i soldi che poi venivano girati alla Serra Car. In questo modo si realizzava una elusione fiscale a tutti gli effetti". Non è dello stesso parere l’avvocato Claudio D’Alessandro, difensore dell’imputato. "Lo stesso teste - ha spiegato l’avvocato - ha affermato l’esistenza di un elusione e non di una evasione fiscale. Lo stato, perciò, non ha conseguito nessun danno da questi comportamenti, anche se ci fossero stati realmente". Il processo è stato rinviato per sentire altri testimoni.

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