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IVREA. Rubano i tupiun, in due a processo

IVREA. Rubano i tupiun, in due a processo

tribunale

Rubano i "tupiun" e li rivendono. Ma partono le denunce degli affezionati proprietari e le indagini li incastrano nel giro di poco tempo. Per quei furti, risalenti al 2009, sono imputatti, presso il Tribunale di Ivrea, Giovanni Esposito, difeso dall'avvocato Enrico Scolari, e Paolo Lombardi, difeso dall'avvocato Giovanni Coniglio e attualmente in carcere per altri motivi. Giovedì scorso è stato interrogato il Luogotenente Giovanni Pirrone, in servizio presso il Comando dei Carabinieri di Ivrea Banchette. Ha descritto le indagini, partite dalle denunce di Marco Petitti e Francesco Garavet per i furti subiti, rispettivamente in via San Pietro Martiri e in via Delle Germane, dei cosiddetti "tupiun", termine in dialetto piemontese per indicare i capitelli posti sui pilastri che un tempo tenevano la vite. Era seguita una raffica di altre denunce in seguito ad un articolo di giornale di diversi furti attuati con le stesse modalità. Non si capiva se si trattava di sporadiche bravate o di un'azione a tappeto sul territorio al fine della rivendita. La seconda opzione, com'è risultato dal sopralluogo eseguito dai Carabinieri presso la ditta EdilArt di Aldo Lammardo a Caluso, presso cui erano stati segnalati i tupiun. "Il titolare - ha raccontato Pirrone, interrogato dal Pm Claudia Oberto - ci ha riferito che si erano presentati due ragazzi proponendo l'acquisto di 28 capitelli, riconosciuti poi dalle persone offese. Molti erano ancora attaccati a tralicci della vite con colla. I due avevano lasciato i documenti d'identià al rivenditore. Lammardo aveva anche detto che erano arrivati a bordo di una Citroen, modello su cui sono stati identificati durante un controllo. L'auto, guidata da Lombardi, risultava intestata alla madre dell'Esposito".

 
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