“E per ultimo voglio ricordare una sua caratteristica: spesso ci davamo appuntamento per un caffè per stare con gli amici o per una riunione, io l’aspettavo puntuale e così pure gli altri. Lui, però, non arrivava mai, e voi tutti sapete quale era la ragione. Non era perché era in ritardo o volesse farsi attendere, il motivo era un altro: chiunque lo incontrasse nel suo percorso, lo tratteneva per scambiare due parole, per conoscere le sue opinioni anche su i più svariati argomenti o semplicemente per salutarlo. E si trattava non di poche persone ma a volte di decine, e così ogni volta le attese diventavano estenuanti e al limite della sopportazione. Ma quando arrivava con il suo sorriso disarmante gli perdonavamo tutto”. Così, con queste parole, Onofrio Morvillo ha voluto ricordare l'amico fraterno e compagno di una vita, Sante Colurcio. Sante era questo, una persona “positiva”: sempre molto attivo, carismatico. Un punto di riferimento. In politica, certamente, ma non solo: era anche imprenditore e insegnante. Con Sante Colurcio se ne va un pezzo di vita politica di San Mauro. Con Sante Colurcio se ne va un marito, un padre, un collega, un “capo”, un amico. Lo conoscevano in molti, in paese. Anzi, lo conoscevano quasi tutti: per il suo impegno sociale, oltre che per il suo impegno politico. Aveva la stoffa da leader. Quando parlava, gli altri ascoltavano attentamente. Che fossero d'accordo o meno con i contenuti (in politica si hanno più nemici che amici, si sa), tutti riconoscevano in Sante una persona carismatica, ma al tempo stesso altruista. Nato a Crotone 68 anni fa, Sante Colurcio si era trasferito a Torino quando aveva appena 20 anni. Lui, perito chimico, aveva trovato impiego come insegnante in un istituto professionale ad indirizzo chimico in via Bologna. Si trasferiva a San Mauro a metà degli anni '70, in via Mezzaluna. Era l'epoca delle prime case popolari, anni di grande immigrazione e di difficile integrazione. Sante, in quella realtà, si era calato in modo impeccabile: adoperandosi quotidianamente per favorire l'inserimento di chi veniva da fuori, o per far riscattare le persone che più venivano emarginate. Sante era anche imprenditore, ma in un modo tutto suo. Aveva fondato da zero una cooperativa di servizi, la Apis, riuscendo a raggiungere l'ottantina di dipendenti. Molti di questi, manco a dirlo, erano extracomunitari che proprio grazie all'Apis sono riusciti a cavarsela nella nuova realtà italiana. Veniamo ora al Sante politico. Perché la politica fu la sua vera grande passione. “La politica intesa come servizio, la politica che risolve i problemi, la politica che non si dimentica degli ultimi” come ricorda Morvillo. Iniziò il suo percorsi all'interno del Sunia, il sindacato degli inquilini. Si iscrisse poi al Pci, ricoprendo numerosi incarichi sia nel direttivo che all'interno della segreteria. Da allora, seguì tutto il percorso di cambiamento della sinistra: Pds, poi Ds, infine Pd. A San Mauro fu consigliere comunale, poi capogruppo, infine vicesindaco nell'innovativa giunta Santoro, eletta nel '94. Rimase in carica per soli due anni, però: già all'epoca fu costretto a lasciare per problemi di salute. Dopo quell'esperienza, non si candidò più. Ma è un ingenuo chi pensa che Sante sia uscito dal giro della politica. Lui era sempre lì, con i suoi consigli, con la sua esperienza, con la sua capacità di leggere l'elettorato e capirne i “gusti”. “Fu un appassionato difensore del nostro territorio contro le speculazioni – testimonia ancora l'amico Morvillo – e si impegnò molto per la nostra comunità, per rendere San Mauro, che amava, più vivibile, più bella”. Sante è scomparso lo scorso giovedì mattina, per un problema al cuore. Lo stesso problema per cui era stato più volte ricoverato: l’ultima operazione risale al giugno scorso, un intervento difficile e rischioso. Ma lui, Sante, sembrava potercela fare anche questa volta. Si trovava a Villa Pia, per la riabilitazione, quando il cuore ha ceduto. I funerali del sanmaurese si sono celebrati nella chiesa di Pulcherada, sabato mattina alle 9,30. Inutile dire quanto la partecipazione sia stata numerosa, quanto si siano susseguite dimostrazioni di affetto nei confronti della moglie Anna e dei figli Gennaro e Lucrezia.
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