Acqua pubblica: che fine ha fatto? Nel giugno 2011 i cittadini italiani avevano risposto a gran voce al referendum affinchè rimanga un bene pubblico e non finisca in mani private. Su questo argomento si sta spendendo la dura battaglia del Comitato Acqua Pubblica che ha proposto una mozione per sollecitare la trasformazione di Smat, oggi società per azioni, in un Consorzio. Molti comuni l'hanno già approvata mentre altri, come Ivrea, stanno prendendo una direzione opposta. Di questo si parlerà giovedì 15 maggio alle 21 in Santa Marta ad Ivrea. Interverrà Mariangela Rosolen, referente regionale del Comitato Acqua Pubblica. "Sono ormai trascorsi tre anni – sottolinea il Comitato - dal referendum in cui 26 milioni di Italiani si sono espressi contro ogni forma di privatizzazione della gestione dell’acqua. Tuttavia nulla fino a oggi è seguito a livello normativo e le tariffe ancora includono aggravi che non dovrebbero più pesare sui cittadini. In altre parole continuiamo a pagare a Società di diritto privato (peraltro libere di compiere operazioni finanziarie spericolate che poco hanno a che fare con gli interessi dell’utenza) l’oneroso balzello della remunerazione del capitale investito; in una logica di profitto estranea al responso referendario. A seguito di questa realtà, numerosi amministratori e comitati della Provincia di Torino hanno chiesto la trasformazione di SMAT (la SpA al 100% a capitale pubblico che serve acqua a 287 comuni dell’ATO3) in un’azienda consortile di diritto pubblico. Per contro, lunedì 5 maggio, il Comune di Torino, socio Smat di maggioranza assoluta, ha approvato una delibera che a parole si dice rispettosa dell’esito del referendum, ma nei fatti approva modifiche dello Statuto Smat che lasciano aperta la strada alle privatizzazioni. Non soltanto perché non si esclude la possibilità d’ingresso di privati nel capitale azionario, ma perché nulla vieta al Comune di Torino che oggi versa in una grave situazione debitoria di cedere in futuro proprie quote (cosa che sarebbe tutt’altro che sorprendente, considerando la recente cessione a privati di quote di AMIAT, TRM, GTT e quella annunciata di quote SITAF)". Poi l'attacco a Ivrea. "Il Comune d’Ivrea – prosegue il Comitato - si è dimostrato ancora più zelante di quello di Torino, avendo approvato a maggioranza la delibera di modifica dello Statuto sin dal 9 aprile. Alcune forze politiche e il Forum Acqua Canavese, non comprendendo le ragioni di tanta fretta, hanno chiesto al Sindaco di rinviare l’approvazione successivamente a un incontro con la cittadinanza. Rimanendo inascoltate. Già, perché non è solo il problema dell’acqua pubblica che si tenta oggi insabbiare, ma quello più generale dell’informazione e della discussione con i cittadini di problemi che direttamente li riguardano. Su queste condotte non possiamo restare indifferenti. Pertanto il Forum invita i cittadini a discuterne nell'incontro di giovedì".
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