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07 Maggio 2014 - 10:38
Il lascito Caffaro in via Migliore (foto del 2009)
Gestire una Casa di riposo da 22 posti letto per non autosufficienti? Impossibile. Lo hanno detto chiaro e tondo i relatori intervenuti alla serata dal titolo "Quale casa di riposo" organizzata venerdì scorso dal candidato Sindaco Elena Caffaro con la sua lista "Il Paese che Vorrei".
Secondo i dati forniti da Raffaella Vitale, Direttore politiche sociali della Regione Piemonte, si può arrivare fino ad una necessità di un operatore qualificato per tre persone, nel caso di non autosufficienti, a cui si aggiunge altro personale (ma due chochi, per esempio, possono preparare venti piatti così come duecento). La scelta ideale, per Lessolo, sarebbe quindi accogliere utenti autosufficienti o almeno parzialmente sufficienti, in modo da diversificare le rette (che possono variare mediamente dai 32 euro ai 60 euro al mese) cercando di contenere i costi di gestione.
22 posti sono senz'altro pochi. Basta pensare che alla RSA Saudino Ivrea, come ha esposto il Direttore Sanitario Laura De Filippi, "l'utenza, convenzionata con l'Asl, che copre il 90 per cento dei 60 posti letto, non ci permette di quadrare i conti: su un bilancio di 3.800.000 mila euro, 2 milioni e mezzo sono assorbiti dal personale". "Non credo – ha aggiunto De Filippi – che la struttura di Lessolo possa assomigliare al Saudino. Potrebbe avvicinarsi invece alla casa di riposo che gestivamo a Montanaro e ospitava autosufficienti per 50 posti letti: loro vivevano a casa ma frequantavano la struttura per svolgere attività sociali. Credo che i gestori debbano fare un'azione fortissima sulle famiglie per coinvolgerle e farle partecipare, avvalendosi di volontari che non possono contribuire ai servizi di base, per cui occorre personale qualificato, ma possono potenziare le attività di socializzazione".
Un valido esempio di supporto è già fornito in paese dall'Associazione "La Zattera", con sede a Banchette, che si occupa di servizi gratuiti di trasporto e accompagnamento, anche a Salerano e Fiorano, ed ha il polso delle necessità della popolazione anziana. "In un anno abbiamo svolto oltre 800 interventi" ha raccontato il Presidente Gianni Crivelli.
In conclusione. "Bisognerà trovare un mecenate – ha rilevato il Consigliere Regionale Roberto Tentoni – che voglia gestire una struttura in perdita, perchè così sarà, per quanto ci possa essere il volontariato e la disponibilità della comunità di Lessolo".
Una bella matassa da districare, a maggior ragione considerato, come ha ricordato Elena Caffaro, che la realizzazione di due lotti (e manca ancora il terzo) è già costata 1.350.000 euro e nel bando predisposto dall'Amministrazione uscente, che scadrà il 10 giugno, sono previsti altri 70mila euro da dare alla ditta aggiudicataria per arredi e completamento lavori (ammesso che qualcuno partecipi, e sarà ben difficile) ed ulteriori 100mila euro nel caso di impegno alla costruzione del terzo lotto. Per un totale di 1.520.000 euro, tre miliardi delle vecchie lire.
Nella delibera di Giunta è scritto che il completamento dei lavori e la conseguente gestione risulta eccessivamente oneroso per un Comune di piccole dimensioni. "Ora mi chiedo e chiedo a voi – ha evidenziato Caffaro -: è stato fatto uno studio di fattibilità prima di intraprendere un progetto che ha assorbito risorse pubbliche così importanti? In qualsiasi azienda privata, prima di ogni investimento, si fanno delle previsioni economico finanziarie, si cercano i fondi di copertura. E' nostra intenzione ultimare i lavori, per ottenere le autorizzazioni di legge e aprire immediatamente la parte diurna per i servizi socio assistenziali. Noi in questo mese abbiamo pensato di contattare alcune aziende, nel settore dei servizi socio assistenziali ed educativi a livello nazionale (come KCS Coperativa Sociale di Bergamo, Camst di Villanova Castenaso Bologna, Allfood di Terni, GMI di Volpiano, e Kursana del gruppo Dhusman), sia per divulgare il bando in modo più capillare possibile, sia per confrontarci e ipotizzare una soluzione ottimale per le esigenze della nostra comunità. Abbiamo organizzato questa serata perché crediamo nella politica partecipata e per una questione di trasparenza. Tutto quello che è emerso deve essere solo di spunto e valutazione per soluzioni complementari o alternative".
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