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ROMANO. Salone vietato alla minoranza nella libera Repubblica di Romano

ROMANO. Salone vietato alla minoranza nella libera Repubblica di Romano

I consiglieri della minoranza "Per un Paese da Vivere" Andrea Peruzzi, Stefano De Bei e Andrea De Stalis. A destra Dario Formento dell'altro gruppo di minoranza

Il Sindaco vieta l'uso dei locali comunali alla minoranza. Incredibile ma vero. Succede nella libera repubblica di Romano Canavese. Lo scorso 31 marzo il primo cittadino Oscarino Ferrero ha inviato una lettera, con intestazione e timbro del Comune, a Stefano De Bei, capogruppo dell'opposizione "Per un paese da vivere".

"Con la presente – scrive Ferrero – in riscontro alla Sua richiesta di prenotazione relativa, tra l'altro, alla Sala del Mulino di Cascine, Le comunichiamo, come già anticipato verbalmente al Sig. Michelangelo Fiò, che l'Amministrazione comunale ha deciso di non assegnare in concessione nessun locale comunale nè ai privati cittadini per eventi e manifestazioni di interesse pubblico in concomitanza con la tornata elettorale del 25/05/2014. Scusandoci per il disguido La invitiamo, se ancora interessato, ad anticipare o posticipare la prenotare del 22/05/2014 in altra data non a ridosso delle consultazioni elettorali". Il tutto in risposta ad una richiesta di prenotazione che "Per un paese da vivere" aveva regolarmente protocollato una quindicina di giorni fa, elencando quattro date, per tre incontri da tenersi al Mulino ed uno al "Gianni Rodari".

Guarda caso la data, rigettata, del 22 maggio era calendarizzata per proporre un dibattito tra tutti e tre i candidati alla carica di Sindaco, condotto da un moderatore neutrale, a cui Ferrero ha già dichiarato di non voler partecipare. "Di cosa ha paura?" inforca De Bei, il quale, sabato scorso, ha inviato una lettera di protesta indirizzata al Sindaco ed inviata per conoscenza anche al Segretario Comunale e alla stazione dei Carabinieri di Strambino. "La decisione di non concedere i locali pubblici lede i diritti nostri e di qualsiasi privato che avesse voluto disporre dei locali – sottolinea De Bei –. Non viene ravvisata alcuna motivazione valida, per esempio se il locale non fosse agibile o se si ravvisassero problemi per la sicurezza. Oltretutto, l'apposito regolamento comunale non disciplina alcun vincolo. Ho consultato un legale. Questa lettera, a mio avviso, non ha alcun valore giuridico. Nessun Sindaco, prima d'ora, aveva raggiunto livelli di tale bassezza, al solo scopo di imbavagliare la minoranza ed evitare un confronto aperto e democratico".

De Bei, a questo punto, potrebbe addirittura convocare ugualmente l'incontro, il 22 maggio, fuori dal Mulino. Il 24 aprile, intanto, si terrà la prima serata: "Per un paese da vivere" aprirà le scatole, distribuite nei giorni scorsi presso gli esercizi commerciali e messe a disposizione dei cittadini, per la raccolta di spunti utili alla stesura del programma.

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