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07 Aprile 2014 - 08:53
"Mi alzo per dimostrarvi che non sono attaccato alla sedia. Non voglio fare l'equilibrista: se non ho più i numeri vado a casa". Pronunciando queste frasi il Sindaco Enzo Francone s'è alzato in piedi, al termine del Consiglio Comunale che s'è tenuto mercoledì sera, per affrontare a viso aperto la spaccatura che si è generata in seno alla maggioranza, palesata da una recente interpellanza dei consiglieri Andrea Nepote Fus e Alberto Leonatti sulla travagliata gestione del Palazzetto dello Sport.
"Per me – ha dichiarato Francone, guardandoli dritto in faccia – il rapporto di fiducia nei vostri confronti è venuto meno, come la vostra nei miei. Questa è la prima interpellanza da voi presentata e mi auguro sia anche l'ultima". Poi ha ripreso i due dissidenti sulla precaria attività all'interno del Comune. "Se parte del vostro tempo – li ha bacchettati il primo cittadino – fosse dedicato un po' al Comune, anzichè aspettare che qualcuno faccia le cose per poi trovare i cavilli... Ci sono tantissime cose che rimangono da fare, ho dato un elenco. Non basta venire alle riunioni ogni tanto. Le idee non hanno le gambe, le gambe dobbiamo metterle noi".
"Non ci siamo mai tirati indietro, quando non abbiamo partecipato alle riunioni è stato per motivi lavoraitivi o familiari nè abbiamo mai manifestato l'intenzione di lasciare la maggioranza – ha rassicurato Nepote Fus -. L'interpellanza non è preclusa ai consiglieri di maggioranza. Ci siamo arrivati solo come ultima possibilità perchè non ci sono mai state fornite risposte alle richieste di chiarimenti dei mesi precedenti e se la risoluzione della vicenda è anche un po' effetto di ciò che ho presentato non me ne dispiace".
L'episodio apre di fatto una crepa in un'alleanza che a molti ozegnesi era parsa del resto stonata fin dall'inizio. La lista a sostegno di Francone era infatti nata sulle ceneri delle due fazioni che storicamente governano il paese e fanno riferimento da un lato a Claudio Nepote Fus (padre di Andrea, che a questa tornata era rimasto fuori, pur restando alla regia), dall'altra Ivo Chiarabaglio (oggi in minoranza giacché nel 2009 i suoi lo hanno abbandonato per confluire nella lista calderone). Il risultato è che Francone oggi rischia davvero: nel caso i due dissidenti si coalizzassero con i tre esponenti delle due minoranze sarebbero cinque voti contro cinque, in uno scenario comunque abbastanza fantomatico viste le diverse matrici dei gruppi. Cruciale sarà, a questo proposito, il prossimo Consiglio sul bilancio di previsione 2014.
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