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IVREA. Truffa ai danni degli acquirenti che sognavano uno studio a Parigi. Coppia settantenne alla sbarra

IVREA. Truffa ai danni degli acquirenti che sognavano uno studio a Parigi. Coppia settantenne alla sbarra

PALAZZO GIUSIANA

Avrebbe venduto alloggi a Parigi con la promessa di consegnarli, perfettamente ristrutturati, nell'arco di due anni. Ma i tempi, per poter mettere piede in quegli splendidi studio promessi sulla carta, si sono allungati a dismisura. Finchè gli aquirenti, una trentina, hanno deciso di rivolgersi ad un legale. Tra questi l'ex segretario della Cgil ed attuale deputato Pd, Guglielmo Epifani. Dalla loro denuncia ha origine il processo per truffa, che si sta celebrando presso il Tribunale di Ivrea, a carico di Paolo Cardinale e della moglie Maria Teresa Del Signore (difesi dagli avvocati Ardissono e Oberto Tarena).

La coppia, settantenne, all'epoca dei fatti, risalenti al 2002, era titolare della società Apco, agenzia immobiliare che si occupava della vendita degli alloggi oltralpe, con sede sotto le rosse torri ma priva, com'è risultato dalle indagini delle Fiamme Gialle, della dovuta autorizzazione. Martedì mattina, di fronte al giudice Claudia Colangelo, è stata interrogata una delle tante persone offese, Enrica De Giuli, classe 1958 e residente a Monza. Interrogata dal Pubblico Ministero Gianluca Dicorato ha raccontato, senza portare rancore, delle peripezie attraversate per poter prendere possesso dell'alloggio comprato a Parigi, conquistata da una fotografia trovata su una rivista.

"Dopo qualche tempo ho chiamato per sapere a che punto fossero i lavori – ha ripercorso De Giuli -. Poi la situazione è precipitata. C'è stata tensione con il dottor Cardinale anche se non ci siamo mai fatti del male. Lo vedevo alle riunioni condominiali perchè era anche lui proprietario di un piccolo studio. Credo che anche lui avesse dei problemi da sgrumare. Rimaneva l'illusione".

Solo succesivamente gli acquirenti erano venuti a sapere che quegli alloggi risultavano ancora occupati da persone che, secondo la legge francese, ne avevano diritto dal dopoguerra. "Erano appartamenti occupati, venduti come liberi ma noi compratori non eravamo stati avvisati - ha sottolinea De Giuli -. Avevo avuto la promessa di ottenerlo, chiavi in mano, ristrutturato, entro due anni. Invece ne ero proprietaria soltanto idealmente. Ciò nonostante abbiamo dovuto affrontare delle spese per la messa in sicurezza del palazzo, in seguito ad un'ordinanza dell'autorità francese, perchè pericolante. Non ci avevamo messo una pietra sopra ma aspettavamo che fosse il nostro avvocato ad occuparsene".

La De Giuli, come tanti altri, sono riusciti ad ottenere finalmente gli appartementi verso il 2013. Su questa circostanza è focalizzata la tesi difensiva. Il processo è stato rinviato al 17 novembre.

 
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