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06 Aprile 2014 - 11:16
tribunale
Le docce fredde? Erano "pratiche suggerite cme idroterapia". In questo si sarebbero giustificati Antonio Esposito ed Enrica Aletti, ex operatori presso l'Anffas di Rivarolo, imputati, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di maltrattamenti verso alcuni disabili della struttura, risalenti al periodo tra il 2009 e il 2010 (difesi dagli avvocati Maria Rosa Barolo e Laura Monteu Bottere). Lo hanno riferito, martedì mattina, di fronte al giudice Marianna Tiseo, alcuni ex colleghi, rimasti incredubili di fronti a tali giustificazioni.
"Alcuni operatori – ha raccontato uno dei testimoni – raccontavano di aver sentito, da parte degli imputati, che quando un paziente era agitato bastava mezzora di acqua fredda per calmarlo. Anche i ragazzi disabili spesso mi dicevano queste cose, tanto che si tennero riunioni di equipe alla presenza di uno psicologo. Mi ricordo che Esposito e Alessi avevano anche minacciato alcuni operatori: dicevano che avrebbero querelato chi fosse andato a testimoniare, gli avrebbero fatto vendere la casa. Io, personalmente, non ho ricevuto pressioni, ma altri sì".
Oltre a sottoporre i disabili a docce fredde, Esposito e Aletti avrebbe alzato più volte le mani. "Uno dei due pazienti – ha ricordato ancora il testimone, interrogato dal Pm Claudia Oberto – veniva continuamente punito da questo operatore, in modo esagerato. I metodi erano sbagliati. Per esempio non gli davano il caffè perchè magari aveva sputato per terra, veniva esasperato. Questo paziente non ha mai picchiato nessuno, se non provocato".
Un'altra volta Aletti avrebbe messo le mani al collo al disabile, che sarebbe arrivato addirittura a tentare il suicidio. Un'altra volta Aletti lo avrebbe strattonato ed afferrato per il collo. "Sono intervenuta per somministrargli i farmaci – ha raccontato l'infermiera professionale Catalina Marin -. Sinceramente mi sono spaventata. Non l'ho mai visto così aggressivo". La Marin avrebbe ricevuto addirittura la visita intimidatoria degli imputati sotto casa, per intimarle di stare zitta.
Numerosi sono i testimoni. Altri operatori saranno sentiti il prossimo 18 settembre. La comunità, rappresentata dall’avvocato Loris Villani, si è costituita parte civile ricordanto che Aletti ed Esposito erano stati licenziati poco dopo la scoperta.
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