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03 Aprile 2014 - 21:01
la centrale del Vallesusa
38.383 tonnellate. E' il quantitativo di biomassa bruciato dala Sipea srl, la società che gestisce la centrale del Vallesusa, nel 2013. Lo rileva la Provincia di Torino in un documento inviato al Comitato “Non bruciamoci il futuro“, che ne aveva fatto richiesta poco tempo fa. Il documento sarebbe però carente rispetto all'autorizzazione rilasciata il 14 febbraio 2006.
Il punto 18 dell'allegato A prescrive testualmente che: “l’impresa si dovrà impegnare a utilizzare esclusivamente combustibile approvvigionato dalla filiera locale, salvo dimostrate esigenze contingenti e ad inviare annualmente alla Provincia di Torino una relazione sul combustibile impiegato, con particolare riferimento a quantità, tipologia e luogo di origine”. Il punto 17 prescrive inoltre che “l’impresa dovrà inviare indicazioni sull’area servita, con particolare riferimento alla volumetria degli edifici riscaldati, al calore fornito per usi industriali e a eventuali prospettive di ampliamento, diagrammi di carico termico e una quantificazione dell’energia elettrica prodotta e del calore effettivamente utilizzato“.
“Nel documento inviatoci dalla Provincia – commenta il Comitato - non si specifica però la tipologia, se si tratta di cippato di legno vergine. Non si specifica il luogo di origine della biomassa, ma soltanto il luogo di approvvigionamento (acquisto). Non ci viene detto nulla riguardo al calore fornito alla rete di teleriscaldamento o su eventuali provvedimenti per il mancato assetto cogenerativo dell'impianto“.
Carente sarebbe anche la risposta fornita da Arpa alla richiesta di visionare, per il mese di gennaio, copia dei dati SME, dei verbali di sopralluogo e le risultanze delle analisi. “Il 21 febbraio – aggiunge il Comitato – Arpa sostiene di aver dato ampio riscontro alle nostre esigenze e dichiara che si limiterà a pubblicare solamente report di sintesi e non ci fornirà più, come in passato, tutti i dati orari delle sostanze inquinanti. Per tutte le richieste dovremo rivolgerci direttamente a Sipea. Nei fatti, buio più completo: dal 1 gennaio 2014 ad oggi non abbiamo più i dati e neppure i report di sintesi. Fino a prima potevamo incrociare i dati forniti da Arpa, pur in ritardo di mesi, con le fotografie del camino e chiedere spiegazioni delle discrepanze. Per esempio qualora l’impianto risulti fermo (sigla di stato F) di fronte a testimonianze video fotografiche che evidenzino il fumo dal camino. Non abbiamo fatto mistero della disponibilità del Comitato, i cui membri vivono intorno alla Centrale, nel collaborare ad un monitoraggio visivo e la risposta è stata questa“.
Il Comitato pone l'attenzione anche su un altro dettaglio. “Arpa – sottolineano i portavoce - non considera gli sforamenti dei limiti delle emissioni durante le fasi di accensione e spegnimento, che sono fasi molto delicate. In merito a questa circostanza intraprenderemo mirate segnalazioni, presso gli organi competenti, per tutelare la salute dei cittadini“.
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